Lucca, 30 gennaio 2014 - Domenica 16 marzo, piazza Napoleone ore 16. E’ il grande evento nato dalla spontaneità di un gruppo di lucchesi che — dopo il servizio de «Le Iene» andato in onda mercoledì sera — hanno deciso di mobilitarsi per dare vita ad una raccolta fondi in favore del ‘mitico’ Mario Son Sodo. Un evento — creato su Facebook (con il nome semplicemente di ‘Mario Son Sodo’) — che nel giro di pochissime ore ha raccolto quasi 700 adesioni. E’ questa la risposta della città al servizio choc di Italia Uno. Prima un passo indietro. Il reportage del noto programma televisivo ripercorre, sostanzialmente, la drammatica storia del conosciutissimo ex falegname vittima di una prolungata estorsione. Il servizio — a cura di Andrea Agresti — inizia con una commovente intervista a Mario Son Sodo che racconta, con parole molto semplici e ingenue, il suo calvario. Mario usa perfino parole di affetto per i suoi aguzzini. «Sono miei amici», dice a più riprese. E poi ammette: «Sono innamorato di Giulia. E lei mi ha promesso che prima o poi lascerà suo marito». La Giulia in questione in realtà si chiama Monica Pieri ed è la compagna di Ferdinando Fabbri (46 anni). I due — secondo l’accusa e secondo lo stesso racconto dell’ex falegname — estorcevano denaro a Mario Son Sodo costringendolo a chiedere l’elemosina e facendosi consegnare parte della pensione mensile. La scena viene ripresa più volte dalle telecamere nascoste. «Mi avevano promesso — racconta Mario — che, alla fine, mi avrebbero portato con loro in vacanza in Svizzera. Per questo gli davo questi soldi. Ma non mi c’hanno mai portato».

La lunga inchiesta di Agresti si completa — poi — con le immagini dell’arresto in flagrante della coppia. Un blitz ben orchestrato dalla polizia in piazzale Verdi e diretto da Virgilio Russo, capo della squadra mobile. Una volta scattato l’arresto Mario è ripreso dalle telecamere mentre piange a dirotto sull’auto della polizia: «Perché piango? — dice — . Perché mi sento in colpa. Loro erano miei amici». Il servizio, girato a luglio — grazie anche alla collaborazione del noto detective lucchese Roberto Bianchi — è andato in onda soltanto ieri sera. Un «ritardo» dovuto alla richiesta della polizia che ha imposto che le immagini venissero divulgate soltanto dopo l’udienza preliminare. Udienza che ha visto il Gip chiedere il rinvio a giudizio per Fabbri e Pieri che — adesso — dovranno rispondere del reato di estorsione aggravata e continuata. Intanto, la città ha deciso di mobilitarsi per aiutare Mario e far sentire la propria vicinanza. «Partecipa anche tu — si legge sul gruppo Facebook nato ad hoc — a questo evento dove potrai donare il tuo euro a Mario Son Sodo. L’evento sarà ripreso da più telecamere per poter immortalare questo gran giorno di solidarietà per un mito lucchese che tutti noi conosciamo». Di che cosa si tratta di preciso? Nessuno lo sa. Ma, per dirla con Ligabue: «L’amore conta».