Lucca, 14 gennaio - Scoppia la bufera (ed era inevitabile) sul progetto di un centro di prima accoglienza per nomadi e altre situazioni a forte disagio abitativo che il Comune vorrebbe costruire in via Brunero Paoli, grazie a un contributo regionale prioritariamente destinato alle popolazioni sinti e rom. Ad aprire le danze, intervenendo sulla questione ed esprimendo forti riserve, è il presidente della Commissione Centro Storico di Confcommercio, Giovanni Martini (nella foto tonda), in ordine alla stessa collocazione della struttura. «In merito alla più recente questione degli alloggi popolari che dovrebbero sorgere in via Brunero Paoli nella zona est della città – spiega il presidente della commissione -, riteniamo che la loro collocazione ideale non sia quella del centro storico, area che finalmente dopo anni di duro lavoro vive di turismo e che, nello specifico di quest’area è stata oggetto nel recente passato di interventi di riqualificazione come il restauro del complesso conventuale di San Francesco, la pedonalizzazione di piazza San Francesco stesso, voluta fortemente dai commercianti della zona, il rifacimento del marciapiede di via della Quarquonia e l’importantissimo restauro della ex Casa del Boia, in procinto di concludersi a primavera, sopra le Mura».
 

IL "no" è deciso, e fa il paio con quanto sostenuto in passato per un’altra zona del centro storico. «Sia chiaro – aggiunge infatti Martini – che il nostro non è un no a prescindere nei confronti delle azioni di sostegno sociale; semplicemente, crediamo che non sia il centro città la zona idonea per metterle in pratica. Il lavoro svolto in questi anni da parte di tutti per rendere la città più accogliente non è ancora concluso. Già in passato, in fase di prima stesura dei progetti del Piuss, avevamo espresso contrarietà, per le medesime ragioni di natura turistica, alla realizzazione di case popolari all’interno della ex Manifattura, precisando anche all’epoca che il centro storico non fosse la zona adatta per interventi di carattere sociale di questo tipo». Critiche e perplessità anche dall’ex assessore al Sociale della giunta Favilla Angelo Monticelli, ora consigliere comunale di opposizione e facente parte della commissione Sociale. «C’è molta agitazione tra gli abitanti della zona dove mi sono recato, qualcuno è intenzionato a raccogliere anche firme per contrastare il progetto – dice – . E’ un’ipotesi che fatica ad essere accettata, perché la zona è già in sofferenza e ci sono già alcune tensioni, ricordiamoci che da queste parti è già attivo il dormitorio della Caritas. Peraltro, un progetto di ristrutturazione di quell’immobile, ma con finalità di edilizia popolare, era stato proposto anche dalla giunta Favilla: ricordo ci dovemmo fermare perché c’erano ostacoli di carattere urbanistico e ambientale».