Lucca, 9 gennaio 2014 - VA ANCORA avanti l’inchiesta sulla tragica fine del piccolo Alessandro Favilla, il bimbo di dieci anni morto soffocato tra le braccia dei genitori il 25 ottobre 2012 nell’abitazione in via Orzali all’Arancio. Gli accertamenti eseguiti in questi lunghi quattordici mesi non sono stati evidentemente sufficienti a chiarire bene il quadro. Ci sono dei tasselli da mettere a posto. Il pm Fabio Origlio ha quindi disposto ulteriori approfondimenti investigativi e ha chiesto in particolare al consulente Marco Di Paolo (che parlava di decesso per stenosi della trachea) di integrare la propria perizia alla luce di alcuni elementi acquisiti nell’inchiesta e non ben evidenziati a suo dire nella relazione consegnata due mesi fa dal medico legale alla Procura. Restano al momento indagati gli stessi otto medici, sei dei quali lucchesi e due romani, con eventuali gradi di responsabilità tuttora da stabilire.

IN PROCURA sono stati ascoltati di nuovo i genitori Emanuele e Alessia Favilla, che ai poliziotti della Squadra mobile hanno fornitio i dettagli sulle visite a cui fu sottoposto il bambino in quelle fatidiche settimane. In particolare i genitori hanno evidenziato che non erano stati presi in considerazione due accessi alla guardia medica pediatrica e alla pediatria di sabato 20 ottobre 2012, nonché la visita effettuata il 24 ottobre 2012 dal pediatra di base. Probabilmente perché le tre visite non comparivano nel database dell’Asl ma erano state annotate su moduli cartacei.

INTANTO è stata consegnata al pm (tramite l’avvocato Enrico Marzaduri) la perizia del pneumologo Roberto Da Porto, consulente di parte della famiglia. Un documento duro, nel quale si sostiene che con alcuni semplici esami di laboratorio (come la spirometria o la saturazione di ossigeno eseguita sotto sforzo) si sarebbe potuto evidenziare il problema polmonare e si sarebbe potuto quindi salvare la vita del bambino. I vari medici avevano invece sempre rassicurato i genitori sulla situazione di Alessandro, non rilevando particolari problematiche né la necessità di un ricovero, nonostante le richieste dei familiari.

SECONDO il medico pneumologo Da Porto, anche la radiografia eseguita il 15 ottobre al torace del bimbo mostrava segni sospetti che meritavano un approfondimento. Determinante anche il video girato a scuola elementare di San Lorenzo a Vaccoli e acquisito dalla Procura: risale alla mattina del 19 ottobre 2012 e mostra in primo piano Alessandro che, al suo rientro dopo il delicato intervento chirurgico subìto a Roma, racconta l’esperienza ai compagni. Il suo respiro ansimante e i fischi evidenti, secondo il perito della famiglia, erano segnali lampanti di stenosi tracheale. Ora la parola passa di nuovo al perito del pm, che avrà da due a tre mesi di tempo per integrare la sua relazione. Solo a quel punto il magistrato tirerà le conclusioni.
 

Paolo Pacini