Lucca, 12 dicembre 2013 - La logica degli appalti per i vari servizi non sanitari legati al nuovo ospedale «San Luca» rischia di far saltare posti di lavoro o bilanci familiari. Il fenomeno è seguito, passo per passo, dalla direzione dell’Azienda Usl, ma alcuni fatti appaiono comunque delicati. Già alla metà di ottobre erano emersi i problemi legati al futuro della cooperativa «San Luca», che dal 1968 gestisce i due bar dentro l’ospedale Campo di Marte e quello nel centro direzionale di Monte San Quirico, con circa 90 lavoratori a rischio.

L’ulteriore fronte riguarda le pulizie nel nuovo ospedale. Questo appalto è stato vinto dalla «Coop service» che oggi cura soltanto uno dei padiglioni del Campo di Marte. Il passaggio al «San Luca» richiederà sicuramente un aumento del personale della «Coop service» che attualmente impiega 32 persone, prevalentemente soci-lavoratori, escludendo due o tre dipendenti. La cooperativa «Morelli», che oggi ha in gestione le pulizie nella maggior parte dei padiglioni del Campo di Marte (con 50 dipendenti) rischia di avere esuberi. Non tutti potranno essere assorbiti dalla «Coop service», visto anche che le superfici del nuovo ospedale sono inferiori rispetto al Campo di Marte. Fino a qualche giorno fa i soci-lavoratori della «Coop service» si sentivano al sicuro avendo vinto l’appalto.

Poi sono intervenute proposte che punterebbero al coinvolgimento di buona parte dei lavoratori della cooperativa «Morelli»: 35 da impiegare al «San Luca» accanto agli addetti della «Coop service» e 15 al Campo di Marte. Una soluzione che, secondo le prime proiezioni, porterebbe a una sensibile riduzione degli orari di lavoro per tutti gli addetti alle pulizie, dunque anche a una sensibile riduzione della loro busta paga. Si parla di tagli di 2-300 euro al mese per chi oggi prende circa 800 euro. Una sforbiciata insostenibile che non consente di avere una paga dignitosa a chi dovrà curare il servizio. «Restare con uno stipendo di 5-600 euro al mese — dicono gli addetti di Coop service — non ci consentirà di vivere. Abbiamo mutui da pagare, impegni presi e il costo della vita non è certamente diminuito, anzi».

Due le tappe per trovare una soluzione la più indolore possibile. Già questa sera è in programma un incontro fra i delegati sindacali di «Coop service» e i sindacalisti della Cgil, a cui sono iscritti la maggior parte degli addetti alle pulizie, sia di «Coop service» sia di «Morelli». Un altro tavolo importante è programmato per mercoledì 18 dicembre. Tra gli addetti di «Coop service» c’è chi non condivide la posizione del sindacato cui versano mensilmente la quota. «La Cgil — aggiungono gli addetti di Coop service — doveva anzitutto capire le nostre esigenze. Se la nostra cooperativa non avesse vinto l’appalto rischiavamo di perdere il posto di lavoro visto che l’altra cooperativa aveva già parlato di esuberi. Oggi non possono pensare di mettere proprio noi alla stregua loro. Sicuramente per garantire le pulizie nel nuovo ospedale saranno necessari più addetti rispetto ai nostri 32 attuali, ma non possiamo arrivare a 60-65 unità, né pensare di ridurre del 30 o 40 per cento i nostri stipendi full time».

Si annunciano dunque altri incontri, anche a livello, come avvenuto a metà ottobre, del rappresentante di Sat, concessionario della gestione dei servizi non sanitari al «San Luca», del sindaco Tambellini, del prefetto Cagliostro, del presidente della Provincia Baccelli e del direttore generale dell’Usl D’Urso.

Il sindacalista Cgil Umberto Marchi getta acqua sul fuoco: «Coop service non ha niente da temere. E’ stato appena stabilito che 15 persone della Morelli resteranno a Campo di Marte, gli altri 35 si dovrebbero aggiungere ai 32 lavoratori di Coop service. In totale dunque sarebbe 67 lavoratori destinati al nuovo ospedale. Un numero che tornerebbe con i metri di superficie. Oggi i lavoratori impiegati al Campo di Marte sono 82. Nessuna trattativa è stata avviata. Come Cgil, insieme alle altre sigle sindacali, saremo irremovibili su un punto cardine del protocollo firmato a livello regionale: tutti i lavoratori, compresi quelli della Coop service, devono transitare al San Luca come cambio di appalto, dunque con le stesse condizioni di orario e, quindi, di stipendio».