Lucca, 21 novembre 2013 - TRE BANDITI armati si sono introdotti in una tabaccheria di Cisanello (a Pisa) seminando il panico. Con il volto semicoperto i malviventi hanno preso di mira il proprietario del negozio, Michelangelo Cavallaro, lucchese di 57 anni, e lo hanno minacciato con le armi in pugno. Uno dei rapinatori si è fatto avanti con una pistola in mano (molto probabilmente una scacciacani) e ha intimato al lucchese di consegnare loro l’intero incasso della giornata. L’esercente prima è rimasto interdetto poi ha reagito ai rapinatori. Ne è scaturita una violenta colluttazione tra i due, mentre i complici, evidentemente innervositi dalla piega che stava prendendo la vicenda, continuavano a tenere d’occhio la via di fuga. All’interno della tabaccheria sono volati pugni e spintoni. E alla fine è stato proprio l’esercente ad avere la peggio, colpito al volto dal calcio della pistola del bandito. A quel punto, dopo aver arraffato qualcosa i rapinatori si sono dileguati facendo perdere le proprie tracce. Intanto il tabaccaio, stordito, è stato immediatamente soccorso da un mezzo del 118, un’ambulanza non medicalizzata della pubblica assistenza. Prestate le prime cure, è stato trasportato all’ospedale Cisanello.

IL TERRIBILE agguato è venuto martedì pomeriggio in via Bargagna a Cisanello. «Fa rabbia subire simili eventi quando ci si guadagna il pane onestamente» spiega Stefania Cavallaro, la figlia di Michelangelo. «Erano le 18.30 — racconta ancora — , e i malviventi hanno approfittato di uno dei rari momenti in cui dentro la tabaccheria non c’erano clienti». «Due uomini a volto coperto — continua Stefania —, con un passamontagna che ne risparmiava solo gli occhi , i guanti alle mani e pistole in pugno, sono entrati in negozio. Mio padre, dapprima, ne ha visto uno solo e comprese subito le intenzioni, da dietro al bancone ha iniziato a reagire colpendolo. I due banditi non hanno profferito parola, per questo è difficile anche capire se fossero italiani, stranieri, pisani o forestieri». «La collutazione con il bandito è proseguita al centro del negozio — racconta ancora Stefania —, dove a un certo punto mio padre si è accorto della presenza di un altro malvivente. A quel punto le ha prese. Uno di loro lo ha colpito alla nuca e alla testa con il calcio della pistola, in modo talmente violento da far sganciare il caricatore. A un certo punto, dal magazzino, mia madre ha sentito le urla di mio padre e si è precipitata in negozio. Ha subito suonato il campanello che ci collega con le guardie giurate che hanno poi avvisato i carabinieri. I due banditi, invece, inspiegabilmente, si sono dati alla fuga e senza approfittare dello choc che in quel momento vivevano i miei genitori, sono andati via a mani vuote».

LA FAMIGLIA Cavallaro aveva già subito una rapina dalla dinamica molto simile nel dicembre 2008. In quella occasione era stata la loro tabaccheria in via Studiati, ora della figlia Stefania, a entrare nel mirino dei banditi che, sempre a volto coperto e armati, avevano arraffato 600 euro ed erano poi stati messi in fuga da Michelangelo che aveva avuto il coraggio di ribellarsi.

 

di Eleonora Mancini