Lucca, 15 novembre 2013 - Dolore su dolore per i familiari di Vanessa Simonini, la ventenne di Gallicano barbaramente uccisa il 7 dicembre 2009 dal 36enne pisano Simone Baroncini. Ieri intorno alle 22,40 la Corte di Cassazione ha emesso la sentenza sul ricorso contro la sentenza con cui il 13 giugno 2012 la Corte d’Assise d’Appello di Firenze ridusse a sorpresa da 30 a 16 anni di reclusione la pena per omicidio volontario inflittagli in primo grado a Lucca con rito abbreviato. Contro questa pena dimezzata grazie alle attenuanti generiche concesse al giovane omicida pisano, aveva presentato ricorso la Procura generale, ritenendola troppo mite, ma i giudici della Suprema Corte hanno ritenuto inammissibile il ricorso stesso.

Una sentenza un po’ a sorpresa, attesa per ore con ansia a Roma dai familiari di Vanessa. La mamma Maria Grazia Forli, assistita dall’avvocato Tiziana Bertani, si sfoga: «Non posso accettare questo sconto di pena, me l’hanno uccisa un’altra volta... Vanessa non meritava questo, il suo assassino potrebbe tornare in semilibertà già tra meno di due anni».

La pronuncia della Cassazione mette la parola fine a questa atroce vicenda, almeno sotto il profilo processuale. Un po’ a sorpresa, tra l’altro, lo stesso procuratore generale in udienza ieri aveva chiesto sostanzialmente la conferma della sentenza di appello non rilevando motivazioni sufficienti per riformarla. Ma il delitto resta una ferita aperta in Lucchesia. Quella tragica notte Simone Baroncini passò a prendere a casa Vanessa a Gallicano per portarla a una festa con altri amici. Lei stessa lo riteneva un amico, invece lui aveva ben altre mire. Lei respinse le sue improvvise avances e lui per tutta risposta la strangolò a morte in una stradina dove aveva fermato l’auto. Nessuno scampo per Vanessa, che cercò di fuggire saltando giù dall’auto ma venne raggiunta e strozzata. «Quella pena dimezzata - sottolinea la mamma di Vanessa, Maria Grazia Forli - resta scandalosa. E’ un dolore nel dolore sapere che in Italia non c’è certezza della pena. Io comunque non fermo la mia battaglia che punta proprio sulla certezza della pena: voglio arrivare a raccogliere le firme per un referendum». Simone Baroncini intanto è rinchiuso in carcere a Pisa. «Con noi non si è mai fatto avanti in alcun modo - afferma Maria Grazia Forli - e non ha neppure tirato fuori un euro non solo del risarcimento, ma neppure delle spese legali». Intanto il 7 dicembre si prepara una grande fiaccolata a Gallicano. Nessuno vuole dimenticare Vanessa.