LUCCA 07 luglio 2013 - La procura ha chiesto il processo per sette dei nove indagati iniziali nell’inchiesta «Volpe nel Deserto» sulla presunta corruzione nei grandi progetti urbanistici. L’udienza preliminare si terrà il 24 ottobre di fronte al gup Alessandro Dal Torrione che dovrà valutare le carte e decidere sugli eventuali rinvii a giudizio o proscioglimenti. Come previsto, il pm Fabio Origlio, titolare del fascicolo, ha stralciato le posizioni del funzionario della Soprintendenza, l’ingegner Francesco Cecati (in relazione a presunti favori per il via libera al progetto del nuovo stadio) e dell’ex vicesindaco Giovanni Pierami. Per gli altri sette indagati originari, invece, la Procura intende arrivare a un processo pubblico. Il pm Origlio ha chiesto dunque il giudizio per l’ex assessore Marco Chiari, accusato di corruzione e millantato credito, mentre gli avvisi per concorso in corruzione interessano anche l’ex sindaco di Lucca, Mauro Favilla, al quale viene contestato anche l’aver favorito la società Valore nella cessione delle quote del Polo Fiere di Sorbano, che sarebbero state supervalutate. Nel mirino c’è l’ormai famosa variante al piano strutturale del febbraio 2011 (poi ritirata) che secondo la Procura era stata fatta su misura per garantire le previsioni volumetriche nelle aree dove la Valore aveva intenzione di realizzare i propri progetti: il cosiddetto Parco di Sant’Anna e il nuovo stadio.Contestata la corruzione anche all’ex patron della società «Valore» di Prato (poi fallita), l’architetto pratese Giovanni Valentini, ma anche all’ex dirigente comunale all’urbanistica architetto Maurizio Tani, accusato anche di falso ideologico, e i professionisti Antonio Ruggi, architetto, che lavorava nello studio di Chiari, e Andrea Ferro, ingegnere ex presidente del Comitato ambientale del Comune.

Anche Per Ruggi e Ferro le accuse sono di concorso in corruzione, dato che avrebbero ottenuto incarichi di consulenza e lavori dalla Valore in cambio di presunti favori dell’ex assessore Marco Chiari. Una posizione più defilata invece quella dell’ex vice presidente di Sistema Ambiente, Sauro Doroni. Quest’ultimo è accusato di aver trattato con l’allora assessore Marco Chiari alcuni presunti favori per la figlia dello stesso Chiari che all’epoca lavorava a tempo determinato per Sistema Ambiente. Una circostanza che nei mesi scorsi era stata smentita con decisione da Chiari. In città c’era molta attesa per le valutazioni della Procura, dopo due anni segnati da alterne vicissitudini per l’inchiesta più eclatante e scottante emersa in tema di pubblica amministrazione. Ora, dopo mesi di approfondimenti investigativi e di trascrizioni di ulteriori intercettazioni, a quasi tre anni di distanza dall’inizio delle indagini (partite nel setttembnre 2010) la Procura chiude definitivamente il cerchio. Sono passati oltre sei mesi dalla chiusura delle indagini preliminari, nessuno si è fatto ascoltare di nuovo e ora la palla passa al gup.