Lucca, 3 luglio 2013 - I carabinieri del comando provinciale di Lucca hanno identificato ed arrestato l’autore dell’omicidio di Ugo Canozzi, 82enne di Minucciano, trovato privo di vita dal figlio il 15 gennaio di quest’anno. Come si ricorderà, la sera di quel giorno, la tranquilla località montana di Castagnola di Minucciano fu sconvolta dalla notizia della morte dell’anziano, rinvenuto cadavere all’interno della propria abitazione. Gli accertamenti condotti sul posto, unitamente al sopralluogo effettuato da personale specializzato del Nucleo Investigativo di Lucca e della Sezione Investigazioni Scientifiche di Firenze, consentivano di ipotizzare una prima ricostruzione dei fatti, confermata dalle successive indagini effettuate dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Lucca e dalla Compagnia Carabinieri di Castelnuovo Garfagnana, col supporto  della Sezione Investigazioni Scientifiche di Firenze, RIS di Roma, Sezione Tecnica e Sezione Crimini Violenti del ROS di Roma: gli autori del grave reato, sotto una fittissima nevicata, avevano fatto accesso all’abitazione salendo sul balcone al primo piano, entrando all’interno dopo aver forzato la porta finestra, che presentava il vetro infranto. Una volta giunti all’interno della casa affrontavano con violenza l’anziano, il quale veniva imbavagliato e bendato, con mani e piedi legati con cinture di pantaloni; il cadavere veniva rinvenuto pressoché  disteso sul letto, completamente nudo e sotto le coperte. Con l’ ausilio dell’Arma del posto e della Compagnia di Castelnuovo di Garfagnana si accertava che la zona, sebbene abitata da pochissimi residenti, era stata negli ultimi tempi interessata da diversi furti in abitazione, azioni dalle quali emergeva la conoscenza da parte degli autori dei reati delle abitudini di vita delle vittime e dell’ambiente circostante.

Anche nel caso in esame risultava abbastanza evidente la conoscenza, da parte dei rei, della zona e della casa scelta come obbiettivo.  Altra ipotesi immediatamente presa in considerazione è stata quella che gli autori del reato fossero stati sorpresi dalla presenza in casa della persona anziana; si è accertato che il giorno del fatto,  all’esterno dell’abitazione di Canozzi era mancante l’autovettura di sua proprietà, solitamente parcheggiata nelle vicinanze, ma al momento in carrozzeria per alcuni lavori, ed è chiaro pertanto che l’assenza dell’autovettura possa aver determinato negli autori del reato la convinzione che la casa fosse al momento disabitata. La ragionevole ipotesi che gli autori fossero persone note in quel contesto sociale, presumibilmente conosciute anche da Canozzi, giustificavano l’esigenza di bendarlo, nel chiaro tentativo di non metterlo nelle condizioni di riconoscere qualcuno dei malfattori nonché per impedirgli di urlare e chiedere aiuto. L’azione violenta messa in atto nei confronti dell’anziano ne ha provocato la morte per asfissia.

Sulla base delle prime risultanze sono state avviate indagini con l’ obbiettivo di individuare gli autori del grave episodio, presupponendo un appoggio informativo e logistico fornito da qualche soggetto conoscitore della zona. Sono stati controllati numerosissimi soggetti, già segnalati per reati contro la persona ed il patrimonio, verificati gli spostamenti, gli alloggiamenti, le liste di imbarco di navi ed aerei; sono stati analizzati i tabulati ed il traffico telefonico della zona al fine di individuare una valida pista investigativa. E' stato così individuato Lorenc Marini, albanese di 27 anni, già residente in una frazione di Minucciano, ove aveva svolto lavori saltuari a partire dal 2007, il quale, tre giorni dopo l’omicidio, si era imbarcato per l’Albania, senza fare più ritorno in Italia. L’attività investigativa svolta sul conto del medesimo ha permesso di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine ai reati di omicidio, sequestro di persona e rapina nei confronti di Canozzi. Lo scorso 26 giugno Marini ha fatto rientro in Italia al fine di ritirare il permesso di soggiorno ed è stato subito localizzato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di  Lucca. L’albanese, in serata, subito interrogato dal Pubblico Ministero,  è stato quindi ristretto presso la Casa Circondariale di Lucca, ove, nei giorni successivi,  è stato interrogato dal GIP del Tribunale, che ha convalidato il provvedimento restrittivo.