LUCCA 14 giugno 2013 - L’ospedale «San Luca» si presenta… al Campo di Marte. La rivoluzione nei reparti è già in atto tra le mura del vecchio nosocomio, pronta a sbarcare e a entrare a regime, nel modo più soft possibile, al «San Luca» di San Filippo che sarà inaugurato il primo febbraio prossimo (chiusura del cantiere il 25 ottobre). Il nuovo assetto assistenziale, basato sulla suddivisione dei posti letto e dei dipartimenti non più per tipo di patologia ma per intensità di cura, non ha atteso i tempi del trasloco, è già entrato dalla porta principale anche nel reparto di medicina, padiglione C. Oltre 100 letti, destinati al 95 per cento ai pazienti in transito dal pronto soccorso, organizzati secondo il nuovo modello sanitario. Non solo. Secondo quanto annunciato dal direttore sanitario aziendale, Joseph Polimeni, a settembre al Campo di Marte arriverà anche la medicina d’urgenza: 14 letti destinati alle degenze di 72 ore. Il responsabile sarà il primario del pronto soccorso. Da qualche giorno inoltre, sempre destinato ai degenti in area medica, è stato attivato il dispositivo che consente il monitoraggio costante in collegamento con la rete wireless. Una semplice cintura da indossare che sorveglia le frequenze respiratorie, cardiache e controlla la temperatura corporea. «Ad oggi sono stati attivati 18 dispositivi, 3 per ogni setting di degenza plurispecialistica — ha sottolineato Polimeni nel corso della conferenza stampa a cui erano presenti anche il responsabile della direzione medica Sergio Coccioli, il direttore del dipartimento Monica Mazzoni, Francesca Dinelli (direzione medica), Luciana Traballoni della direzione infermieristica e Luisa Natucci dell’assistenza infermieristica —. Una nuova metodologia che facilita l’iter diagnostico».

Un alleato essenziale che farà da staffetta tra il vecchio e il nuovo modello ospedaliero. «La simulazione di quello che sarà il definitivo assetto della sanità lucchese ha mostrato delle criticità che non voglio nascondere, imputabili soprattutto alla struttura ormai inadeguata del Campo di Marte — ha aggiunto il direttore sanitario aziendale —. Nel complesso possiamo comunque ritenerci soddisfatti e di questo vorrei ringraziare tutto il personale dell’area clinica e la direzione medica e infermieristica ospedaliera». Se la struttura si sta organizzando, i tempi non saranno probabilmente gli stessi per cambiare le abitudini degli utenti. «Occorre entrare al più presto nell’ottica di un nuovo ospedale — è il suggerimento di Polimeni — che non avrà più reparti chiusi, dove le competenze cliniche non corrisponderanno più al reparto fisico. A tutto vantaggio del paziente che non si perderà più nel passaggio di consegne ma avrà un medico e un infermiere tutor».