LUCCA 11 giugno 2013 - La crisi morde anche i colossi. La Cipriano Costruzioni Spa — 85 indipendenti ma un indotto che coinvolge oltre 200 lavoratori — ha presentato ufficialmente in tribunale la procedura di concordato preventivo in continuità aziendale. Una misura che l’amministratore unico Giuliano Giuliani, 52 anni (ex presidente della Lucchese Libertas), ritiene indispensabile per superare l’attuale momento di difficoltà. La Cipriano Costruzioni ha quindi chiesto al giudice: 120 giorni per presentare un piano ufficiale di ristrutturazione e lo «stop» dei decreti ingiuntivi. Un modo per tornare a «respirare»: recuperare crediti pregressi, tagliare personale e contratti leasing, vendere i macchinari che non servono più e ripartire con un nuovo slancio.

La «Cipriano Costruzioni», la cui sede legale si trova Borgo a Mozzano, è una delle più note e importanti industrie edili della Lucchesia. Costituita nel 1976, negli anni ’80 si è trasformata in società di capitali operando sia direttamente che attraverso società immobiliari ‘veicolo’ che sono state — mano a mano — incorporate. Il 50% del capitale sociale (un milione di euro) è nelle mani di Vittorio Lumini mentre Giuliano Giuliani e il fratello Gabriele detengono ognuno il 25%. Attualmente occupa 85 dipendenti (4 dirigenti, 63 operai e 18 impiegati) ma l’impatto occupazionale stimato è di oltre 200 lavoratori. Nei mesi scorsi, la società era già andata incontro ad un ridimensionamento dei costi che ha posto in cassa integrazione 17 dipendenti. Ma il piano dei tagli futuro — secondo le previsioni dei vertici — dovrà portare ad una drastica riduzione del personale che si dovrà stabilizzare fra i 40-50 dipendenti.

A pesare sui conti dell’azienda (passività intorno ai 29 milioni di euro per l’intera holding) è intervenuta una serie di fattori. La profonda crisi del settore ha portato ad una costante diminuzione degli ordinativi provocando all’attuale crisi di liquidità. Crisi di liquidità ulteriormente aggravata dalla difficoltà ad incassare crediti e a vendere — a prezzi di realizzo — alcuni immobili. Una sommatoria di elementi negativi che hanno dato luogo a pesanti perdite nell’ultimo biennio sulle quali hanno pesato, fra l’altro, anche le negative vicende della Lucchese Libertas. Una spirale negativa che ha portato le banche a chiudere i «rubinetti». Nonostante un quadro decisamente a tinte fosche, tuttavia, l’azienda fino ad oggi ha regolarmente pagato i salari e onorato gli impegni contributivi. Giuliani, però, ci crede ancora. E con coraggio spera di poter riuscire ad alzare la testa forte di un portafoglio di commesse che ad oggi è pari a più di 36 milioni di cui 17 sono previsti in entrata prima della fine di quest’anno. Una cifra che — al netto delle spese — entro la fine dell’anno dovrebbe produrre un margine netto di un milione e 348mila euro. Soldi «liquidi» necessari per la ripartenza. Per ottenere il concordato preventivo in continuità la Cirpiano Costruzioni è disposta a mettere disposizione dei creditori tutti i beni immobili costituenti il patrimonio sia vari macchinari non ritenuti più funzionali all’esercizio dell’attività. Al tempo stesso, però, chiede al tribunale 4 mesi di tempo per presentare un piano definitivo e avere un quadro più puntuale dell’attività dell’impresa in regime di concordato in continuità. Adesso la ‘palla’ passa al giudice che dovrà valure il piano.