Lucca, 15 marzo 2013 - La Squadra mobile della Questura, diretta dal dottor Virgilio Russo, ha ricostruito quanto accaduto una settimana fa al pub Ottavo Nano in via Cantore, quando fu pestato Stefano Benassi, barista 34enne di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, e residente a Lucca dal dicembre 2011. Ad aggredirlo senza alcuna ragione plausibile è stato Andrea Palmeri, 33 anni, noto estremista di destra, che è stato denunciato per porto abusivo di coltello, minaccia aggravata e lesioni aggravate. Il questore Claudio Cracovia ha tenuto a sottolineare che "la politica in questo episodio non c'entra nulla, si tratta di un fatto di criminalità comune che non ha moventi ideologici". Il dottor Cracovia ha anche chiesto di "non alimentare inutili tensioni in città". "Comunque - ha concluso - l'autore pagherà le conseguenze del suo operato secondo quanto prevede la legge".
Secondo i poliziotti, che hanno preso a verbale almeno sette testimoni, quella sera Andrea Palmeri si fermò prima a bere al pub "Cupido" nella zona della stazione minacciando con un coltello a serramanico uno dei gestori e un cameriere, al momento di pagare. Poi si spostò al pub "Ottavo Nano" minacciando Stefano Benassi con lo stesso coltello e gridandogli "Viva il Duce". Quando Benassi uscì dal pub, Palmeri gli toccò una spalla e appena l'altro si girò lo colpì allo zigomo sinistro con un pugno. Un colpo i cui effetti sono stati amplificati probabilmente da qualcosa di metallico, forse un anello piramidale. Sarebbe escluso l'uso di un tirapugni. A Palmeri, che nei giorni scorsi si è presentato spontaneamente in Questura, ne è stato sequestrato uno piuttosto grosso, a base squadrata. Un'altra denuncia per lesioni e minacce è arrivata intanto a Palmeri per un'aggressione analoga commessa nel novembre scorso davanti alla discoteca "Kukù" ad Antraccoli.
«Mi ha picchiato un fascista, con un tirapugni dopo avermi gridato in faccia Viva il Duce!". Aveva denunciato domenica Stefano Benassi, barista 34enne di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, e residente a Lucca dal dicembre 2011. Intanto è stato operato e poi dimesso con prognosi di 21 giorni (più i 6 già trascorsi in ospedale), salvo complicazioni.
«Scrivo - affermava domencia in una lettera aperta Benassi - dal quarto piano del reparto neurologia dell'Ospedale Campo di Marte, dove sono ricoverato da sabato mattina in prognosi riservata. Scrivo questa lettera perché voglio raccontarvi quello che mi è successo nella notte tra venerdì e sabato in un locale dell'immediata periferia della città».
Il giovane raccontava di essersi ritrovato, poco prima dell’una di sabato notte, insieme ad alcuni amici all’Ottavo Nano in via Cantore. Ad un certo punto è arrivato un noto estremista di destra "che entrava nel locale con parecchia foga spostando chiunque fosse sul suo cammino, creandosi un varco tra gli avventori per arrivare ad avere a che fare direttamente con me. Vista la quantità di persone presenti intorno al bancone non è riuscito ad arrivare davanti al sottoscritto, ma si è dovuto fermare a due persone di distanza. Ha iniziato a guardarmi e a gridarmi in faccia: "Reggio Emilia Reggio Emilia, viva il Duce viva il Duce!" (riferendosi alle mie origini emiliane) facendo il saluto romano. In tutto questo continuava a dirmi: “Qui mi vogliono tutti male perché sono fascista”. A quel punto gli ho risposto di non avere alcun tipo di problema con lui visto che stavo concludendo la mia serata con amici e il mio unico interesse era quello di stare tranquillo e di divertirmi".
"Di contro mi ha risposto: “Se tu non hai problemi, allora te li creo io”. E mentre pronunciava queste parole nei miei confronti, ha estratto un coltello dalla tasca del giubbotto e me lo ha puntato alla gola davanti a tutti i presenti, avventori e personale in servizio nel pub. A questo punto è intervenuto un dipendente dello staff del locale che ha tentato di fermare quello che stava accadendo in maniera alquanto blanda, visto che, invece di disarmare il mio aggressore, chiamare le forze dell'ordine e allontanarlo dal locale, semplicemente gli ha preso la mano dove teneva il coltello e lo ha invitato a rimetterla in tasca. Nel vedere questa scena, pensando alla probabile violazione dell'incolumità di coloro che erano presenti nel locale, decido di uscire dal locale, invitando i miei amici a non seguirmi e a starmi il più lontano possibile".
«Una volta all'esterno del locale - continuava il suo racconto Stefano Benassi - , oltrepassati i gruppi di persone, sono arrivato in strada per prendere una boccata d'aria, dando le spalle al locale. Un attimo dopo mi sono sentito picchiettare sulla spalla, ingenuamente mi sono girato per vedere chi fosse e mi sono trovato il mio antagonista davanti che mi ha sferrato un pugno, con un probabile tirapugni o comunque con un qualche oggetto atto ad offendere, nell'occhio sinistro con una violenza inaudita, provocandomi un dolore difficile da descrivere. Sono riuscito a restare in piedi davanti al mio aggressore con la faccia insanguinata e mi tenevo l'occhio con una mano. Lui mi è rimasto davanti e io gli ho chiesto come mai mi avesse colpito e gli ho detto se volesse continuare a picchiarmi o tirarmi una coltellata, visto che non ero accasciato a terra, come probabilmente si aspettava che sarebbe successo. Nel frattempo alcuni ragazzi che mi conoscono e che si trovavano all'interno del locale e avevano visto la scena del coltello hanno chiamato la Polizia che è arrivata dopo una ventina di minuti. Ho cercato di parlare col mio aggressore non ottenendo alcuna risposta e, appena la Polizia è arrivata, lui si è dileguato. La Polizia mi ha detto di andare in questura il giorno dopo per fare la denuncia. Ancora non ho potuto fare di persona la denuncia visto che sono ricoverato da sabato mattina e mi trovo tuttora in prognosi riservata. Il referto completo non è ancora stato scritto, tuttavia mercoledì dovrò essere operato per ricostruire lo zigomo sinistro, ma prima di procedere con l'operazione devo aspettare che venga riassorbito il versamento di sangue nel cervello, dovuto al forte impatto che mi ha sfondato la faccia in zona oculare e sopraccigliare».
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