LUCCA 12 gennaio 2013 - Il 2012 sta all’Imu come il 2013 sta alla Tares, la nuova imposta (maggiorata) sui rifiuti. L’equazione ha un risultato da cui non si scappa: tredicesime che evaporano e contribuenti sul piede di guerra. Ma quanto verrà a costare quest’ultimo balzello piovuto da Roma e che il Comune sta valutando se incrementare o meno rispetto al massimo consentito? L’aumento oscillerà tra i 30 ai 40 centesimi (quest’ultimo solo per immobili di lusso?) per ogni metro quadro di abitazione o attività, dove la superficie presa come base imponibile è quella catastale, che si aggira intorno all’80 per cento. Tradotto in euro la Tares costerà circa il 35 per cento in più della vecchia imposta, quindi 80 euro a famiglia. La famiglia media che ha pagato 275 euro di Imu ne verserà 305 di Tares, quando la vecchia tariffa rifiuti si fermava a 225 euro. Questo è l’ordine di grandezza di quello che ci aspetta al varco per aprile, prima scadenza del balzello.

A spiegarci tecnicamente i sistemi applicativi, e quindi indirettamente a fornire motivo o meno di speranza ai «tartassati» inermi, è il direttore di Sistema Ambiente, ingegner Roberto Paolini. «C’è un presupposto che, senza dubbio, farà da ago della bilancia: il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti dovrà essere integralmente coperto dal gettito prodotto dalla Tares. Il Comune ci ha chiesto il resoconto puntuale dei costi del servizio proprio per acquisire tutti i dati necessari a varare il regolamento per la nuova tariffa che intanto avrà una ‘veste’ diversa: non più una fattura ma una bolletta. Il Comune indicherà un conto proprio dove riceverà i pagamenti , noi di Sistema Ambiente faremo da service. L’anno scorso il servizio è costato 18 milioni e 794mila euro, i costi quest’anno si prevedono allineati, ma tutto dipenderà dalle scelte che il Comune si appresta a compiere». Tra i servizi più eticamente appropriati ma certo non così economici c’è anche il porta a porta, dall’ottobre scorso esteso alla fascia di confine con il comune di Capannori. «E’ un servizio — precisa Paolini — che costa di più dal punto di vista della manodopera e dei mezzi impiegati. Però consente un forte recupero di rifiuti indifferenziati e quindi, alla fine del ciclo, un risparmio netto sui costi di smaltimento. Nel 2011 con le iniziative del ‘porta a porta’ nell’intero bacino di raccolta di Sistema Ambiente la massa di rifiuti indifferenziati era calata di 5.500 tonnellate. Nel 2012, quando abbiamo ulteriormente potenziato il servizio, il dato si è ulteriormente contratto di 1.800 tonnellate. Se si calcola che il costo medio di smaltimento è di 130 euro a tonnellata, si vede che il risparmio sui costi di smaltimento negli ultimi due anni ha sfiorato il milione di euro. E’ facile quindi comprendere come alla fine i costi si allineino a quelli del servizio ordinario».