Lucca, 5 settembre 2012 - Peggio di così non poteva andare a due rumeni che sono stati inseguiti e arrestati dai militari dell’Arma. I due, Eugen Lapadat di 27 anni e Cosmin Lapadat di 32, cittadini rumeni in Italia senza fissa dimora, verranno processati stamani con rito direttissimo. Devono rispondere di furto aggravato.
 

L’episodio è accaduto ieri mattina intorno alle 10 a S.Alessio, nell’area dell’ex azienda Nencini. Il blitz non è solo frutto del caso. I carabinieri della Compagnia di Lucca hanno infatti da tempo intensificato i servizi di controllo del territorio, in particolare per il contrasto dei reati contro il patrimonio. Nell’ambito di uno specifico servizio teso alla prevenzione dei furti, i due individui sono stati arrestati dai militari del nucleo radiomobile e della stazione di Lammari. Verso le 10 circa, nelle vicinanze della ditta ex Nencini, un carabinieri della stazione di Lammari, libero dal servizio, ha visto dei movimenti sospetti all’interno dell’azienda ormai in disuso. I due erano intenti ad asportare canale in rame. Alla vista del carabiniere, che si trovava in macchina in compagnia del padre, anch’egli carabiniere in pensione, si sono dati ad una precipitosa fuga a bordo di un camioncino. Il militare, dopo aver segnalato il tutto al 112, non ha esitato a mettersi al loro inseguimento. A quel punto è stato immediatamente predisposto un dispositivo di pattuglie che ha raggiunto i fuggitivi nei pressi dello svincolo del casello autostradale Lucca Est, vicino al McDonald’s. Qui i carabinieri, con il tenente Andrea Senes, hanno accerchiato la zona e sono riusciti ad arrestare i due per furto aggravato.
 

Appena una settimana fa nella stessa ditta dismessa di S.Alessio, i carabinieri avevano arrestato per un episodio analogo altri due rumeni di 52 e 37 anni. Uno dei malviventi rischiava anche di cadere da un’altezza di quindici metri e un militare l’aveva afferrato e trattenuto, salvandogli la vita. Poi l’aveva ovviamente arrestato. I due hanno patteggiato e adesso sconteranno rispettivamente una pena di cinque e sei mesi di reclusione nel carcere «San Giorgio».