Lucca, 20 giugno 2012 - Alta tensione al liceo classico Machiavelli. Il padre di una studentessa del primo anno è piombato all’improvviso nell’aula dove venivano consegnate le schede di fine anno e ha insultato e minacciato pesantemente un’insegnante, «colpevole» di aver rifilato un 5 in pagella alla figlia, rimandandola a settembre in latino.

«Lei è un’insegnante di m...», è stata una delle espressioni più garbate rivolte all’attonita docente. «Stia attenta, perché io la perseguito a vita, guardi che le brucio la casa...», e via di questo passo. Il tutto a più riprese, per alcuni interminabili minuti, di fronte alla stessa figlia, sgomenta e ammutolita, e davanti ad altri genitori, docenti e studenti sconcertati. L’incredibile episodio è accaduto sabato mattina nelle paludate aule del liceo classico lucchese, le stesse dove studiò a suo tempo anche l’onorevole Giuliano Amato. Scene mai viste al «Machiavelli».

L’insegnante, la professoressa Alessandra Giuntoli, molto scossa, si è rivolta ai carabinieri per presentare querela, ma ieri anche il dirigente scolastico Vittorio Barsotti ha annunciato pubblicamente la solidarietà dell’Istituto e di tutto il collegio dei professori. Potrebbero aderire con un’ulteriore denuncia: «Non possiamo tollerare un simile atteggiamento — ribadisce il dirigente Barsotti — il nostro ruolo di scuola pubblica ci impone di operare, anche perché è stato un esempio diseducativo per tutti i ragazzi presenti».

«Il padre era accompagnato dalla figlia — aggiunge Alessandra Giuntoli, la professoressa minacciata — e questo è ciò che più mi dispiace. Urlava come un forsennato, è entrato due volte nell’aula e ha proseguito con le sue minacce e accuse deliranti, a me e alla scuola. Ho cercato di farlo ragionare, spiegandogli che per una studentessa al primo anno, un 5 in una sola materia non era grave, ma non ha sentito ragioni. Ha detto cose molto gravi e pesanti. Ho avuto paura. Perdonarlo? Non so. Per farmi fare un passo indietro è necessario come minimo un atto di scuse in pubblico commisurato al livello di quanto accaduto...».

In mezzo a questo pandemonio resta la studentessa rimandata. «La ragazza — tranquillizza il preside — non ha niente da temere, sarà trattata con equilibrio. Però con adulti che si comportano in questo modo non ci devono essere sconti».
 

Barbara di Cesare