Cordoni, conferma per acclamazione: "Priorità? La lotta all'abusivismo"

Niente schede: il terzo mandato da presidente sancito da un applauso

Ademaro Cordoni (foto Alcide)

Ademaro Cordoni (foto Alcide)

Lucca, 25 giugno 2016 - L’onda d’urto dell’entusiasmo per la terza elezione di Ademaro Cordoni a presidente di Confcommercio di Lucca e Massa Carrara, ha buttato all’aria il protocollo: niente urne, niente voto sulla scheda. Solo uno scrosciante applauso per la prima elezione per acclamazione nella storia dell’associazione di Palazzo Sani. L’assemblea dei «grandi elettori» ha scelto all’unanimità di saltare a piè pari il solito clichè, pur osservando tutti i passaggi necessari per poterlo fare. E l’emozione ha prevalso anche in un presidente di lungo corso – il primo a svolgere tre mandati consecutivi - e non incline all’emotività come Ademaro Cordoni.

Il primo messaggio all’indomani del suo terzo incarico alla guida di Confcommercio? «In questi due mandati ho cercato di fare il massimo, ma sono convinto che adesso dovrò fare ancora di più per questa rinnovata fiducia, un messaggio forte e coeso che mi colpisce profondamente. Non è un segreto che ero molto titubante rispetto all’ipotesi di un terzo rinnovo. Quei momenti sembrano lontani anni luce adesso. Voglio ringraziare i miei colleghi, il mio impegno sarà teso a ripagare la loro fiducia, e mi auguro di dimostrarmi all’altezza».

Una novità nel cassetto? «La commissione centro storico. Il suo modello prevalentemente sindacale ci viene richiesto da molti, soprattutto dai centri nell’immediata periferia che, lo posso annunciare, in qualche modo ne faranno parte integrante, sempre sotto la guida di Giovanni Martini. Ci sono realtà importantissime intorno alla città, il nostro intento è valorizzarle».

E poi? «La Notte Bianca è un evento che funziona, lo ha dimostrato quella di Viareggio. Potrebbe essere un appuntamento che si lega ad altre realtà del territorio».

Come è cambiata la città nel corso degli anni? «La crisi internazionale dal 2008 ha fatto sentire i suoi effetti anche da noi. Il cambiamento si è visto nei termini di perdita della tradizione, per fortuna anche in quelli di un forte consolidamento del settore turistico, punto di forza della nostra ripartenza. Ma è sotto gli occhi di tutti che molti negozi storici hanno chiuso, o si sono trasferiti fuori città. Un fenomeno che, secondo i nostri studi statistici, è nazionale, ma questo non può minimizzare il problema».

L’abusivismo è ancora il nemico numero uno? «Su tutti i fronti e per tutte le categorie. Non è un caso che lanciamo una campagna nazionale dedicata alla lotta contro l’abusivismo nel settore della ristorazione, contro i venditori abusivi di marchi camuffati nell’abbigliamento, contro una ricettività con formule non in regola. Un mercato sommerso, invisibile soprattutto al fisco, portatore di danni enormi a noi, alla comunità, allo Stato».

Quanti saranno i vicepresidenti? «Quattro o cinque, in considerazione del nuovo assetto di area vasta. Potrebbero essere espressione dei territori, ma non è detto. Ci siamo presi tempo per l’insediamento di giunta e vicepresidente vicario, in agenda a settembre».