Una luce accesa

Buona domenica

Paolo Pacini

Paolo Pacini

Lucca, 3 settembre 2017 - Quando accade una tragedia come quella che ha spezzato la vita di Eugenio e Antonio, i due operai della «Cooperativa Agricola Morelli», si resta senza parole. Oppure si corre il rischio opposto di abbondare, di scrivere fiumi di pareri, analisi e considerazioni dove, già all’indomani della tragedia stessa, ci si lancia in ricostruzioni certe o in approfondimenti carichi di luoghi comuni, magari all’insegna del «mai più tragedie come questa». Come se bastasse dichiararlo per evitarne altre. Purtroppo, si sa, non è così, ma non bisogna certo tacere, anzi.

In pieno choc emotivo per i due operai morti è stata anche avanzata a caldo l’idea di una Luminara al buio, ovvero con i palazzi pubblici spenti lungo il percorso della tradizionale Processione del Volto Santo. Un segnale per dimostrare quanto queste due assurde morti sul lavoro abbiano toccato nel profondo la città. Ma siamo sicuri che sia una scelta giusta, o comunque la migliore da prendere in questo momento per rispetto alle due vittime e ai loro familiari? 

Su questa ipotesi di una celebrazione «al buio» o altre eventuali forme esteriori di vicinanza alle vittime della tragedia di via Veneto si esprimerà domani la commissione Luminara, appositamente convocata in Comune. Quella che emergerà sarà sicuramente la migliore scelta condivisa da chi rappresenta l’anima di questa secolare festa religiosa, ma qualcosa forse si può dire.

SPEGNERE le luci lungo il percorso della Luminara sarebbe un doppio paradosso. Eugenio e Antonio, infatti, hanno passato da anni ogni inizio di settembre in cima a quelle piattaforme a sistemare i portalumini, poi ad accenderli uno ad uno. Un rituale che non era solo un lavoro. Antonio, ad esempio, come raccontano i familiari, programmava le ferie per essere sempre presente a settembre. Ci teneva. Per lui, ma anche per Eugenio e gli altri operai, significava sentirsi parte di una tradizione secolare, essere la mano che accende Lucca la sera del 13 settembre, il giorno più atteso da tanti lucchesi. Essere parte attiva di una magia che unisce tutti, questa luce delle candele dal sapore antico che richiama il senso di una speranza sempre accesa.

E POI c’è un altro paradosso. Oltre alla tragedia che ha spezzato la vita di due colleghi e amici, oltre al dolore e allo sgomento per quanto accaduto, la stessa cooperativa verrebbe seriamente danneggiata adesso dallo stop alla sistemazione generale dei lumini. Sì, a caldo tutti vorremmo sempre spegnere tutto: tv, telefoni, luci, vetrine. Ma viene da chiedersi se ha senso lasciare questi undici operai senza il lavoro che viene loro appaltato ogni anno dal Comune. E’ solo uno spunto di riflessione, certo, ma in fondo si possono trovare altre forme per esprimere il dolore e la partecipazione di una città intera a questa enorme tragedia. Spegnere il tratto di Palazzo Pretorio dove è accaduto l’incidente, ad esempio, oppure la musica, recuperare un senso più intimo e profondo di questa tradizione. Ma che sia una Luminara accesa. Perché in realtà spegnere le luci non ci aiuta mai a capire.

[email protected]