Mario Andretti lucchese onorario: "Sono uno di voi, è il mio trofeo"

Il campione commosso alla cerimonia in Consiglio comunale

Festa a Palazzo Santini con Mario Andretti (foto Alcide)

Festa a Palazzo Santini con Mario Andretti (foto Alcide)

Lucca, 9 febbraio 2016 - Due sole città nel cuore, pur avendo viaggiato, e vinto, in tutto il mondo. Montona che gli ha dato i natali, in Istria, e di cui è sindaco del libero Comune in esilio, dopo l'esodo degli italiani a causa delle persecuzioni jugoslave, e Lucca. Quella Lucca che lo ospitò per otto anni, da bambino, prima di andarsene con la famiglia negli Usa. Mario Andretti, un mito vivente dell'automobilismo, è stato insignito della cittadinanza onoraria lucchese nel corso di una commossa cerimonia tenutasi oggi nell'aula del Consiglio comunale alla quale hanno preso parte oltre 150 persone. Tra i presenti, molti gli esuli, i figli e i nipoti di chi scappò da quelle terre italiane. Il riconoscimento a Andretti è una sorta di premio per tutta la comunità istriana, dalmata e fiumana, che a Lucca trovò rifugio e che qui è riuscita a rifarsi una vita.

Andretti, in compagnia di sua figlia, è apparso commosso per il riconoscimento, circondato dall'affetto dei tanti che lo conoscono e che lo hanno ricoperto di abbracci, foto, battute. Riconoscimenti anche dagli ex allievi dell'Istituto Giorgi, da Lucca United e dai Lucchesi nel Mondo. «Non credevo si arrivasse a questo, ero stato invitato per il giorno del Ricordo – ha spiegato – non so se me lo merito ma ci tengo. Lucca è stata una tappa importantissima della mia vita: sono gli anni che mi hanno formato. E ho ricordi assolutamente positivi: le amicizie fatte qui mi sono rimaste per tutta la vita, a partire da don Tambellini, il cappellano del campo profughi allestito nell'ex Real Collegio, un santo». Andretti non ha mai rotto il cordone ombelicale con Lucca, dove è sbocciata, in un'officina vicino San Frediano, la sua passione per i motori. E' arrivato al punto da metter il nome della città a una nipote. E qui è tornato, spesso in incognito, appena ha potuto.

«E' come se tutta la città dicesse – ha commentato il presidente del Consiglio Garzella – sei dei nostri, lui è il simbolo del riscatto di un'intera comunità». «La cittadinanza onoraria a Andretti – ha aggiunto – ci lega alla capacità di accoglienza che la città è stata capace di esprimere allora». Oggi, intanto, alle ore 16,30 presso l'ex Real Collegio, verrà celebrato il Giorno del Ricordo nel quale, come ogni anno, viene rinnovata la memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Nel corso della celebrazione sarà proiettato il foto-documentario ideato dal presidente Garzella «Mario Andretti. L'esule che divenne campione« e realizzato da Foto Alcide.