Cinque domande sulla beffa in diretta tv. "Quanto è costata e che accordi c’erano?"

Puccini, fa discutere il caso del pianoforte all’Expo: Lucca ignorata / PIANOFORTE, UNA BEFFA IN MONDOVISIONE CHE LA CITTA' NON MERITVA / LANG LANG: "CHE EMOZIONE, QUESTO E' IL PIANOFORTE DI PUCCINI" / EXPO, IL PIANOFORTE DI PUCCINI PER IL CONCERTO INAUGURALE / IL PIANOFORTE DI PUCCINI VA ALL'EXPO. LA NIPOTE: "SONO CONTRARIA"

Lang Lang al pianoforte del Maestro

Lang Lang al pianoforte del Maestro

Lucca, 4 maggio 2015 - Circa 560 chilometri di viaggio da clandestini. O quasi. Tanta è la distanza che separa Lucca da Milano e ritorno, dove il pianoforte di Giacomo Puccini è stato portato, non senza qualche polemica, in occasione della serata inaugurale dell’Expo. Uno spot mondiale per la città, era stato definito: è stata una beffa imbarazzante. Con il pianoforte del Maestro che è stato inquadrato, nominato, senza mai accostarlo alla nostra città e nemmeno alla Fondazione Puccini, che lo custodisce con cura dentro la casa Museo. Lucca ha fatto, all’Expo, la figura di un fantasma. Il pianoforte che poteva venire da dovunque. Come se la Venere di Botticelli, perdonateci il paragone, venisse esposta altrove e non si citasse che è conservata agli Uffizi di Firenze. Altro che spot per la città. Altro che occasione unica, come aveva detto con un pizzico di trionfalismo il sindaco Tambellini alla partenza del pianoforte.    «La nostra presenza a Expo – aveva commentato - è un fatto di grandissima rilevanza per la città. Sono attesi più di 20 milioni di visitatori ed il binomio Puccini-Lucca ne uscirà immensamente rafforzato. Essere in diretta mondiale, con il pianoforte del Maestro, in occasione del concerto inaugurale, è qualcosa di unico». Una figura unica. Appunto. Niente male nemmeno la considerazione fatta del presidente uscente della Provincia, Stefano Baccelli, nella medesima circostanza: «E’ un bel colpo per Lucca, perché la città sarà vista in associazione alla figura di Puccini in tutto il mondo». Probabilmente chi ha una sfera di cristallo avrà associato in tv il pianoforte alla città. E sui social l’ironia si è scatenata. Non certo per provincialismo, ma per il convincimento che è stata giocata male, malissimo, una carta che poteva essere importante per Lucca. A gettare benzina sul fuoco anche l’ex assessore Letizia Bandoni che sferza gli organizzatori: «Mi chiedo solo se il mondo saprà riconoscere il significato della sigla LU sul furgone che porterà a casa il piano (sperando non sia di Pisa). Ecco la visibilità di un viaggio lungo e delicato». Tanti e caustici i commenti e tante le domande. Che facciamo nostre. E che rivolgiamo ai vertici della Fondazione Puccini e al sindaco che ne è il presidente.    Primo: chi ha pagato e quanto è costata, assicurazioni comprese, tutta l’operazione? Secondo: quali erano gli accordi, sicuramente scritti, con gli organizzatori? Terzo: questi accordi prevedevano o no che venisse citati Lucca e il Museo che ospita il pianoforte? Quarto: qualcuno della Fondazione o del Comune ha chiesto spiegazione per quanto accaduto, dopo il flop? Quinto: è possibile rendere pubblico il testo dell’accordo? Attendiamo le risposte.