Martedì 23 Aprile 2024

Vince la causa, ma deve pagare

L’Agenzia delle Entrate gli chiede 16mila euro di imposta di registro

Incubo bollette

Incubo bollette

Lucca, 26 novembre 2014 - La sua è un’odissea. Anzi, un viaggio nella giungla delle leggi italiane che adesso lo mettono nell’obbligo di pagare ben 16mila euro di imposta di registro per una causa di tribunale che non solo lui ha vinto, ma ha stravinto. Un pagamento che lo mette in forte difficoltà.

A parlare è un lucchese che però vuole restare anonimo e che noi chiameremo Mario. A quanto ci racconta, Mario, nel 2008, ha pensato di acquistare tre case a S.Vito da una società che stava progettando di costruire alcune villette da mettere in vendita. Una per il figlio, una per la figlia e una per sé: totale, circa 600mila euro. Così fa il compromesso: per onor di cronaca c’è da rilevare che lui però, non fa trascrivere il preliminare di vendita come non verifica la validità delle polizze fideiussorie. Tant'è, Mario vede le case che prendono forma e in effetti vengono costruite. Poi, però, i cantieri si fermano: o comunque vanno a rilento e gli ultimi interventi alla pavimentazione ad esempio, non vengono completati. Così decide, suo malgrado, di fare causa alla società che costruisce le villette perché la casa non è stata consegnata come pattuito. Una causa che riguarda la villetta che aveva deciso di comprare per sé. Valore, 270mila euro, quanto cioè Mario aveva versato: in pratica, aveva già pagato praticamente l’intera somma del valore dell’immobile. La richiesta danni è di 540mila euro, il doppio cioè del valore. E il giudice del tribunale di Lucca gli dà ragione in pieno e la sentenza diventa definitiva. La società dovrà versargli tale cifra. Ma è a questo punto che qualcosa va storto. La società infatti fallisce e non può versare tale cifra. E questa è la prima doccia fredda. Ma la vera doccia fredda arriva quando l’Agenzia delle Entrate invia una lettera per chiedere ai due protagonisti della vicenda - Mario da un lato e la società dall’altro - di pagare l’imposta di registro: 16mila euro.

Ma mentre la società è fallita e dunque non potrà corrispondere tali soldi, tutto adesso resta in capo a Mario. E se non pagherà rischierà addirittura di vedersi arrivare delle lettere da Equitalia dove la cifra di 16mila euro crescerà di misura. Un paradosso all’italiana. E da questa esperienza Mario avanza una proposta: visto che negli anni è stato fatto costruire ovunque e molte case sono invendute, perché il Comune non compra tali appartamenti da destinare poi a chi è in difficoltà? C.C.