Il bimbo denutrito è stato affidato al primario. Il pm: "In crisi per la dieta vegana"

I genitori del bambino sono indagati. Limitata la loro potestà sul piccolo. Intervento d'urgenza dei servizi sociali

L'ospedale pediatrico Meyer

L'ospedale pediatrico Meyer

Firenze, 5 luglio 2015 - Sono stati sottoposti a un provvedimento amministrativo di limitazione della potestà genitoriale il padre e la madre del piccolo di 11 mesi di Pontedera ridotto in stato di malnutrizione perché sottoposto a una dieta vegana. Dal ricovero all’ospedale pediatrico Meyer, i servizi sociali hanno infatti collocato il bambino nelle mani del primario del reparto dove si trova attualmente ricoverato, applicando una norma del codice civile (l’articolo 403) che impone il «collocamento in via di emergenza in luogo sicuro di un minorenne moralmente o materialmente abbandonato o cresciuto in locali insalubri o comunque in situazione di estremo pericolo, in attesa che si provveda in via definitiva alla sua protezione».

E non finisce qui: a seguito dell’iniziativa dei servizi sociali e della contestuale segnalazione del Meyer, la procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Firenze ha presentato ricorso per la limitazione della potestà genitoriale della coppia di Pisa. Il sostituto procuratore Roberta Pieri – magistrato di lunga esperienza anche nella procura ordinaria – ha letto nelle carte del gravissimo stato in cui versava il piccolo al momento del ricovero (una devastante carenza di vitamina B12 che potrebbe portare anche a gravi danni all’encefalo), una crisi dovuta a un’alimentazione fondata sulla disciplina vegana. Per questo motivo, sono scesi in campo i servizi sociali che, approfittando della possibilità di intervenire in via d’urgenza su minorenni in situazioni di grave pericolo, hanno prima collocato il piccolo presso il Meyer e poi segnalato la cosa al magistrato inquirente.

Il pm Pieri ha così presentato ricorso al tribunale dei minorenni chiedendo un provvedimento urgente nei confronti della coppia di Pontedera in applicazione dell’articolo 333 del codice civile che richiede, per poter condurre alla limitazione dell’esercizio della potestà genitoriale in essa contemplata, il riscontro di una condotta pregiudizievole per il figlio.

A questo punto, il tribunale dei minorenni di Firenze aprirà a stretto giro di posta un’istruttoria e convocherà tutti coloro che riterrà utili per arrivare a una decisione, in primo luogo i genitori e i servizi sociali. L’inchiesta sul piccolo denutrito va comunque avanti su diversi binari. La procura della Repubblica di Pisa ha iscritto la coppia di genitori nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti, anche se non sarà facile doverla eventualmente sostenere in futuro, dato che i maltrattamenti sono un reato doloso (occorre cioè che ci sia la volontà consapevole di realizzare il fatto) e non è invece previsto come colposo.

E poiché è impossibile credere che la coppia di Pontedera volesse fare apertamente del male al proprio bambino, e dunque si sia in presenza di un atto colposo (cioè commesso «per imprudenza, negligenza, imperizia»), sembra arduo per gli inquirenti poter contestare il reato di maltrattamenti. Ben altro discorso potrebbe venir fuori nel caso in cui sul bambino dovessero emergere delle lesioni, il cui reato è sia doloso sia colposo. Di queste, quindi, i genitori potrebbero eventualmente rispondere. Però dal Meyer, per fortuna, le voci di un miglioramento delle condizioni del piccolo si fanno sempre più forti. La vera battaglia si sta combattendo qui. Non ancora in un’aula di giustizia. Per quella ci sarà tempo.