Asili nido privati, maxi-vertice per scongiurare il rischio chiusura

Conto alla rovescia per le strutture che non hanno la certificazione antisismica, ma forse si apre uno spiraglio

Asili nido (foto di repertorio)

Asili nido (foto di repertorio)

Lucca, 1 agosto 2014 - La burocrazia potrebbe non essere quel mostro che talvolta appare. Forse non sarà la soluzione definitiva ma certamente può offrire «vie di fuga» anche in casi apparentemente disperati. Il caso in questione è quello degli asili nido. Una parte delle strutture private per la prima infanzia del Comune di Lucca, come abbiamo già evidenziato all’inizio di luglio, rischia seriamente di non avere i requisiti per ottenere l’autorizzazione per i servizi educativi che dovrà essere richiesta entro la fine di agosto. Alla base delle difficoltà, il Regolamento di attuazione emesso dalla Regione Toscana poche settimane fa. All’articolo 50 si fa riferimento al rispetto della normativa vigente in materia di antisismica per gli edifici che ospitano i nido, traendo spunto da una legge del 2008. Proprio questo riferimento avrebbe indotto gli uffici comunali di Lucca, a differenza di altri Comuni, a chiedere esplicitamente agli asili privati, nel modulo per la dichiarazione sugli standard e le caratteristiche strutturali per i servizi educativi, di dichiarare se il fabbricato è stato oggetto di verifiche di vulnerabilità sismica oltre a depositare la relazione presso il Genio civile.  Allo stato attuale ci sono strutture pubbliche che non necessitano di tale certificazione e quelle private che invece devono essere in regola. Quattro degli otto asili nido privati avrebbero già le certificazioni, altri quattro no. Per mettersi in regola servono circa 20.000 euro, cifra che farebbe saltare i bilanci delle cooperative che hanno in gestione le strutture. Si tratta, fra l’altro, di edifici non di proprietà, affittati da parrocchie, da altri privati o da enti pubblici. La scadenza è sempre più vicina: la fine di agosto e in mezzo ci sono le tipiche ferie estive. Per chi gestisce tali asili, ma anche per i genitori dei moltissimi bambini interessati, si tratta di uno stess enorme. Sono in ballo posti di lavoro e servizi essenziali per i genitori che lavorano. Come finirà? Questa mattina dovrebbe esserci una riunione a Palazzo Orsetti con l’assessore alle politiche formative Ilaria Vietina e il dirigente Graziano Angeli. Si ipotizza uno slittamento della scadenza di cinque mesi, dunque al prossimo anno, ma intanto spuntano anche dubbi che appaiono fondati. In particolare quello relativo alla definizione di edifici scolastici. Anche il decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’undici novembre scorso indica le misure di sostegno al finanziamento con mutui agevolati per la realizzazione di interventi di adeguamento antisismico e di prevenzione incendi negli edifici scolastici. Ora la domanda è: gli asili nido sono scuole oppure no? A leggere attentamente la legge regionale 26 luglio 2002 numero 32, il recente decreto del Presidente della Giunta regionale del 30 luglio 2013, numero 41/R e il recente decreto del Presidente della Giunta regionale del 20 giugno 2014 numero 33/R emergono vari dubbi. Un intreccio di parole che, burocraticamente, potrebbero diventare la soluzione del problema asili nido, a cominciare proprio da quelli privati.