Bimbo morto soffocato: la Procura chiede l'archiviazione per gli 8 medici

Il fascicolo va al gip per la decisione. I genitori: "Ci opponiamo, sarebbe uno scandalo" / VIDEO

Alessandro-favilla-Lucca

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Lucca, 13 novembre 2014 - La Procura ha chiesto al gip l'archiviazione dell'inchiesta che vedeva indagati 8 medici per la morte del piccolo Alessandro Favilla, il bimbo lucchese di dieci anni morto soffocato tra le braccia dei genitori il 25 ottobre 2012 nell'abitazione in via Orzali all'Arancio. Una fatale crisi respiratoria che nessun medico aveva previsto, nonostante le ripetute visite alle quali in quelle settimane i genitori lo avevano sottoposto, preoccupati dal suo respiro affannoso dopo un complesso intervento chirurgico. Secondo il pm non ci sono elementi sufficienti di responsabilità per processare i medici, sei lucchesi e due romani, accusati a vario titolo di negligenza e ormai sotto indagine da due anni. Decisiva a questo riguardo la perizia del medico legale professor Marco Di Paolo, affiancato dal professor  Rolando Cimaz, responsabile della unità operativa di reumatologia del pediatrico Meyer di Firenze, secondo i quali "non vi sono elementi per individuare con certezza condotte sanitarie inadeguate in rapporto causale con il decesso del bambino". Secondo i periti "pare verosimile ritenere che la situazione del piccolo Alessandro sia precipitata nelle ultime ore prima del decesso, presumibilmente dopo l'assunzione di cibo e quindi con una situazione assimilabile al soffocamento".

Una conclusione che ha lasciato di stucco i genitori del piccolo, Emanuele e Alessia Favilla, assistititi dall'avvocato Enrico Marzaduri, che preannuncia opposizione alla richiesta di archiviazione su cui dovrà pronunciarsi ora il gip. "Vogliamo ancora credere nella giustizia nonostante tutto - affermano i genitori del piccolo - ma è difficile restare calmi. Alessandro era stato visitato tante volte in quei giorni e ogni volta dicevano di stare tranquilli. Lo stesso perito che ora ha concluso in questo modo, un anno fa aveva depositato un documento con valutazioni molto diverse. Ora sembra quasi che Ale sia morto per caso, per cibo o latte che aveva ingerito. Invece la perizia del pneumologo Roberto Da Porto, nostro consulente, sostiene che con alcuni semplici esami di laboratorio (come la spirometria o la saturazione di ossigeno eseguita sotto sforzo) si sarebbe potuto evidenziare la grave infezione polmonare in corso e si sarebbe potuto quindi salvargli la vita. Nella perizia della Procura non si fa praticamente cenno al catarro, agli enfisemi e all'edema polmonare in atto da settimane. Ma come è possibile? Noi non ci arrendiamo e ci opporremo a questa archiviazione. Crediamo che qualcuno abbia sbagliato e debba pagare".

Nelle righe finali della prima perizia del professor Di Paolo (64 pagine depositate dieci mesi fa e poi integrate ora con 5 pagine) si parlava di un bimbo fragile, affermando che "la diagnosi di bronchite persistente nonostante la terapia, i sintomi riferiti dai familiari congiuntamente alla storia clinica e al rilievo anamnestico di un complesso intervento chirurgico subito poche settimane prima, peraltro complicato da pneumotorace, avrebbero dovuto fungere da campanello di allarme. Per cui una gestione maggiormente prudente avrebbe dovuto prevedere un ricovero cautelativo soprattutto a seguito della visita del 15 ottobre, perché sicuramente durante il ricovero, in presenza di quei disturbi respiratori, sarebbe stata sospettata una problematica a carico delle alte vie respiratorie, e rilevata la stenosi tracheale con approfondimenti diagnostici". Inoltre i genitori di Alessandro evidenziano che dall'autopsia non era emersa alcuna presenza di cibo in trachea e polmoni, mentre la causa della morte veniva indicata in un edema polmonare che associato a stenosi tracheale gli è stato fatale.

I periti non hanno peraltro ritenuto sufficiente neppure il video che risale ad appena sei giorni prima della tragedia: un filmato di poco più di un minuto, ripreso in classe da un'insegnante della scuola elementare di San Lorenzo a Vaccoli. Si vede in primo piano Alessandro che, al suo rientro dopo un delicato intervento chirurgico subìto a Roma per ridurre la cifosi, racconta a modo suo l'esperienza ai compagni. E' la mattina del 19 ottobre 2012. Il bambino è tranquillo e anche gioioso, ma ascoltare il suo respiro ansimante, alla luce della tragedia che accade appena sei giorni dopo, mette i brividi. Mentre Alessandro parla, sono infatti evidenti le difficoltà respiratorie e una sorta di fischio ricorrente. Un affanno che per i medici non era però preoccupante. Gli stessi periti Di Paolo e Cimaz sostengono ora che "il filmato documenta la situazione in quella specifica giornata"... e che "una possibilità per spiegare quanto accaduto potrebbe essere rappresentata dal fatto che l'ostruzione desse sintomatologie con modalità intermittenti".  Ora la parola passa al gip, per valutare le richieste della Procura e della parte civile.