Mercoledì 24 Aprile 2024

La morte del piccolo Alessandro Favilla: il gip decide sulla richiesta di archiviazione

Udienza decisiva l'11 febbraio. I genitori: "Vogliamo il processo" IL VIDEO CHOC / I MEDICI INDAGATI

Alessandro Favilla con la mamma Alessia

Alessandro Favilla con la mamma Alessia

Lucca, 18 gennaio 2015 - A due mesi di distanza dalla richiesta di archiviazione per gli otto medici indagati formulata dalla Procura, nell'inchiesta per la tragica fine di Alessandro Favilla, il bimbo di 10 anni morto il 25 ottobre 2012, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Pezzuti ha deciso di fissare un'udienza per valutare sia le conclusioni del pm Fabio Origlio, sia l'istanza di opposizione all'archiviazione presentata dall'avvocato Enrico Marzaduri. L'udienza si terrà l'11 febbraio prossimo davanti al gip. I genitori del piccolo, Alessia ed Emanuele Favilla continuano ad attendere con fiducia una risposta chiara da parte della giustizia. Difficile accettare di veder liquidare così la morte del loro figlio, accasciatosi quella mattina in casa, davanti ai loro occhi, soffocato in pochi istanti.

"Siamo certi che non si trattò di una fatalità - affermano i genitori - e che quella morte prematura si poteva evitare. Tramite il nostro legale abbiamo depositato al gip un'istanza perché l’indagine non venga archiviata senza un processo: l'avvocato ha allegato una controperizia del pneumologo Roberto Da Porto sulle cause del decesso del bimbo e le testimonianze di alcune persone che in quegli ultimi giorni avevano visto l'evoluzione negativa delle condizioni di salute di Alessandro. Non possiamo accettare che dopo oltre due anni di indagini si passi un colpo di spugna sulla tragedia di nostro figlio, né che i periti della Procura ci vengano a dire che Alessandro è morto soffocato forse dal cibo o dal latte della colazione. Conclusioni che contraddicono persino l’esito dell’autopsia.

"Anche la prima perizia di 64 pagine del dottor Di Paolo, depositata oltre un anno fa, - proseguono i genitori -  sosteneva che si trattava di un bimbo fragile, che la diagnosi di bronchite persistente nonostante la terapia, i sintomi riferiti dai familiari congiuntamente alla storia clinica e al rilievo anamnestico di un complesso intervento chirurgico subito poche settimane prima, peraltro complicato da pneumotorace, avrebbero dovuto fungere da campanello di allarme. Per cui una gestione maggiormente prudente avrebbe dovuto prevedere un ricovero cautelativo soprattutto a seguito della visita del 15 ottobre, perché sicuramente durante il ricovero, in presenza di quei disturbi respiratori, sarebbe stata sospettata una problematica a carico delle alte vie respiratorie, e rilevata la stenosi tracheale con approfondimenti diagnostici".

"Vogliamo che siano accertate le responsabilità, che secondo noi ci sono almeno da parte di alcuni. Portammo Ale dai medici molte volte in quei giorni, ma tutti ci dissero che non andava ricoverato e che non era nulla di grave: bastava un po' di cortisone...». "La richiesta di archiviazione formulata dalla Procura si basa sulla perizia del medico legale Marco Di Paolo, affiancato dal professor Rolando Cimaz, responsabile dell’unità operativa di reumatologia del pediatrico Meyer di Firenze, secondo i quali «non vi sono elementi per individuare con certezza condotte sanitarie inadeguate in rapporto causale con il decesso del bambino». Dopo aver esaminato il video girato a scuola pochi giorni prima del decesso di Alessandro (dove il bimbo ansima e ha un evidente fischio nel respiro affannoso), gli stessi periti Di Paolo e Cimaz sostengono che "il filmato documenta la situazione in quella specifica giornata"... e che "una possibilità per spiegare quanto accaduto potrebbe essere rappresentata dal fatto che l'ostruzione desse sintomatologie con modalità intermittenti". Il consulente della famiglia, il dottor Da Porto evidenzia invece la gravissima situazione polmonare con catarro, enfisemi e edema in atto da settimane. Nell’autopsia non emerse alcuna presenza di cibo in trachea e polmoni, mentre la causa della morte fu indicata in un edema polmonare, che, associato a stenosi tracheale, gli fu fatale. Ora la decisione toccherà al gip, l'11 febbraio.