Giovedì 25 Aprile 2024

Blitz antiterrorista, Affatigato: "Mi vogliono morto? Dormo sereno"

L’ex militante di Ordine Nuovo commenta gli arresti del gruppo di estrema destra

Marco Affatigato

Marco Affatigato

Lucca, 22 dicembre 2014 - ANCHE il lucchese Marco Affatigato, 58 anni, militante dal 1973 al 1976 del movimento politico Ordine Nuovo, era nel mirino di Avanguardia Ordinovista, il gruppo di estrema destra smantellato ieri grazie all’operazione de carabinieri del Ros e della Procura dell’Aquila. In carcere sono finite 14 persone mentre, in tutto, gli indagati sono 44. Stefano Manni, leader del gruppo, sulla sua pagina Facebook si vanta di essere stato anche un agente dell’Ovra, il famigerato servizio segreto del fascismo. Avanguardia Ordinovista avrebbe voluto eliminare Affatigato perché ritenuto «colpevole di aver tradito la causa della destra», collaborando con varie strutture di intelligence. Ma lui, che vive da tempo in Francia, non sembra troppo preoccupato della vicenda e non dà particolare peso alle azioni di questo gruppo.

Affatigato cosa pensa di Avanguardia Ordinovista?

«Francamente? Già il nome stesso, che tenderebbe a mischiare la storicità di due movimenti politici come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, mi lascia perplesso. Se devo dire proprio qualcosa a riguardo, secondo me, ci troviamo di fronte a un unico soggetto, Stefano Manni, con il quale due anni fa ho avuto l’occasione di “conversare” via e mail e via telefono. In conseguenza delle sue esagitazioni, soprattutto telefoniche, la Procura dell’Aquila gli ha dato più rilevanza di quanta ne abbia».

Manni, secondo gli inquirenti, avrebbe voluto ucciderla per la sua collaborazione con i servizi segreti. Non è la prima volta che da destra le arrivano minacce, si sente tranquillo?

«Non posso pronunciarmi sulla sua personalità, ma se il pericolo viene da persone di questo calibro, posso dormire non su due, ma su tre cuscini. Più che la “fatwa“ lanciata da persone come queste, che servono a nascondere i loro errori politici o vere e proprie infamie, come quella di Mario Tuti che fece arrestare 38 persone con un memoriale indirizzato alla Procura di Firenze, mi preoccupa più quella lanciata dall’Imam Abdelfatah Hamadache per i miei scritti sui fratelli musulmani e sull’esercito del califfato islamico».

E i suoi rapporti con i servizi segreti?

«Sarebbe bene ricordare che sono stati proprio i servizi segreti italiani, negli anni Ottanta, che hanno tentato di coinvolgermi in gravi fatti, stragi tanto per essere chiari, creando false accuse e false prove per uccidermi civilmente e politicamente. A loro si sono aggiunti alcuni prezzolati della mia area di destra, e non perché io sia un pentito, ma perché tra il terrorismo e l’azione politica ho scelto l’azione politica e tra il terrorismo e le persone a cui tengo e la gente ordinaria ho scelto questi ultimi».

Ci sono stati rapporti tra lei e la Cia?

«Certo, ma nell’ambito di una difesa da attacchi terroristici antiatlantisti da parte di soggetti guidati da Carlos e in un contesto di anticomunismo che oggi non esiste più. Non ho remore a dirlo, a differenze di tanti altri che, pur nei libri, negano invece quella che è stata un’evidenza dei fatti».

C’è chi la definisce latitante per associazione sovversiva. Può chiarire la sua posizione attuale?

«Sono latitante? Non lo so, da diversi anni vivo all’estero, in Francia, a Parigi. Associazione sovversiva? E’dal 1973 che faccio attività politica militante. Sono stato arrestato più volte come sono stato militante più volte. Ero e sono un soldato politico che alla soglia dei sessant’anni continua la sua lotta contro il sistema, attraverso gli scritti e cercando di lasciare il testimone a più persone possibili».

Daniele Bernardini