Lucca, 10 agosto 2009 - A proporlo è il consigliere comunale di «Liberi e Responsabili», Pietro Fazzi che riprende così, in una nota, il commento domenicale del nostro caposervizio Remo Santini e la notizia secondo cui il presidente del Consiglio dei Ministri sarà presente a Lucca i prossimi 13 e 14 settembre in occasione della Santa Croce anche per fare gli onori di casa ricevendo Martinelli, invitato dell’Associazione Lucchesi nel Mondo. «Sono d’accordo con Santini — afferma infatti Fazzi — . La celebrazione della Santa Croce del 2009 potrebbe essere davvero la celebrazione del ‘miracolo’. Ricardo Martinelli, di famiglia di lucchesi emigrati e oggi presidente di Panama, ha deciso di venire a Lucca, dove stanno le sue radici profonde, per rendere omaggio al Volto Santo».
 


«Un gesto che vuol compiere insieme ai figli e alla sua consorte. Con lui, in veste di ‘padrone di casa’, sarà presente — sembra ormai una certezza — il presidente Berlusconi, che ha dimostrato affetto per la nostra città ben prima della sua ‘discesa in campo’ come leader politico. Il miracolo, sarà, se ci sarà — e ben oltre l’indubbio effetto mediatico — quello di restituire ai lucchesi il significato più profondo della ‘loro’ festa. Non la festa dell’identità locale, dell’intimismo, della consolazione, del ricordo, del ripiegamento nel passato, bensì la festa della gioia, dell’orgoglio mite di chi sa di poter essere, in quanto lucchese autentico, senza complessi, cittadino del mondo, chiamato ad ‘andare’ con la forza di un nome e di una comunità che ti accompagna, che non ti lascia solo anche nei momenti più duri. Un nome e una comunità che ri-accoglie i propri figli così come accoglie i figli nuovi».
 


«Sarà davvero bello condividere e partecipare delle intenzioni che nel loro gesto di omaggio i presidenti Martinelli e Berlusconi vorranno proporre al ‘Re dei Lucchesi’, al Volto Santo — conclude Fazzi — . In questo senso, credo sarebbe giusto, che la città, riconoscendo la profondità e il valore di questi segni, volesse suggellarne l’apprezzamento con l’atto di accoglienza più rilevante e conferisse ad entrambi la cittadinanza onoraria».