Lucca, 25 febbraio 2009 - Sono gli elementi caratteristici del regolamento per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande che la scorsa settimana è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale e che è stato presentato alla stampa dal sindaco, Giorgio Del Ghingaro, dall’assessore alle attività produttive, Mariano Manfredini, e dai rappresentanti delle associazioni di categoria, Stefano De Ranieri presidente dei Ristoratori della Confesercenti, Fabio Cardella della Confesercenti, Vittorio Bini della Confcommercio, Endro Luchi della Fipe e, in rappresentanza dei consumatori, Laura Pieri Giambastiani dell’Aducons.
 

Il regolamento giunge a seguito di un’ampia concertazione tra le parti e contiene suggerimenti e proposte che sono avanzate nel corso degli incontri sia dai rappresentanti dei commercianti che dei consumatori.
Il primo elemento qualificante è quello della libera concorrenza. Viene abolito qualsiasi numero chiuso, come quello della distanza minimi tra esercizi della stessa tipologia, le quote prodotto ed altre simili limitazioni.
Alla stessa maniera si fissano i requisiti che gli esercizi di somministrazione alimenti e bevande di nuova apertura devono rispettare, nell’ottica di garantire al cliente degli standard di qualità. Gli articoli del regolamento si concentrano, in particolare, sulle caratteristiche dei parcheggi, dei servizi igienici e sul rispetto della normativa igienico-sanitaria. Questo viene stabilito tenendo conto di alcuni indirizzi, quali la sostenibilità del territorio e la vocazione delle diverse aree territoriali.


Per i bar l’area di parcheggio deve avere una superficie pari al 200% di quella adibita alla somministrazione con un minimo di due posti effettivi. Per le attività di ristorazione, invece, il parcheggio dovrà essere grande tre volte la superficie adibita alla somministrazione, con un minimo di tre posti effettivi. Questo non si applica nei centri storici e nelle frazioni collinari, dove l’area dei parcheggi può essere ridotta. Per quello che concerne i servizi igienici, negli esercizi di ristorazione si stabilisce che fino a 100 mq di superficie di somministrazione si debba avere un lavandino e due gabinetti divisi per sesso; tra 100 e 200 mq di superficie di somministrazione l’attività dovrà avere due lavandini e due gabinetti per sesso; oltre 200 mq, invece, sono richiesti servizi igienici in misura adeguata alla capacità del servizio. In tutti i casi ulteriori il personale deve avere dei servizi riservati. I bar con superficie di somministrazione fino a 100 mq devono avere un lavandino e un gabinetto anche ad uso promiscuo con il personale; oltre a 100 mq e fino a 200 mq necessitano di un lavandino e di due gabinetti suddivisi per sesso, anche condivisi con il personale; oltre 200 mq i servizi igienici devono essere adeguati alla capacità dell’esercizio, con la presenza di quelli riservati ai dipendenti.
 

Importante anche l’aspetto ecologico. L’amministrazione comunale ha chiesto agli esercizi di collaborare alla raccolta differenziata per raggiungere l’obiettivo “Rifiuti Zero”. Specifici articoli, che ricalcano la normativa nazionale, sono poi dedicati ai requisiti di sicurezza, di sorvegliabilità dei locali, agli impianti acustici, alle attività di spettacolo e agli orari di apertura. Viene disciplinata anche l’attività di somministrazione negli spacci interni dei circoli privati. In questo caso si esplicitano le norme nazionali, con un occhio di riguardo in modo particolare alle funzioni prevalenti. I circoli, infatti, possono somministrare bevande ed alimenti purché questo sia strettamente residuale rispetto allo svolgimento delle attività del circolo e non deve risultare preminente rispetto alle finalità assistenziali, ricreative, culturali, sportive o sociali.
 

Nelle denuncia di inizio attività, inoltre, dovranno essere indicate l'ubicazione e la superficie dei locali adibiti alla somministrazione, con allegata una planimetria dei locali, in cui venga evidenziata la zona destinata alla somministrazione e quella per le attività istituzionali da cui risulti la residualità della prima attività e la prevalenza della seconda.