{{IMG_SX}}Viareggio (Lucca), 18 ottobre 2007 - Scatenerà il mondo dei malati alternativi, quelli che si curano con la medicina non convenzionale, di sicuro riaprirà il dibattito sull’uso terapeuti della cannabis. Intanto per i carabinieri l’operazione è stata nominata, tra il serio e il faceto, 'Arbre magic'. E comunque, per ora, l’unico vero effetto è stata la conferma degli arresti domiciliari ai quali il medico-chirurgo Fabrizio Cinquini, 44 anni di Pietrasanta era già stato sottoposto la scorsa primavera.

 

Per lo stesso, identico motivo: coltivazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Coltivava marjuana. I carabinieri gliene hanno trovata in gran quantità arrivandoci, come spesso accade in queste circostanze quasi per caso. In pratica è stato il suo comportamento a insospettire i militari che stavano operando controlli sul viale a mare a Marina di Pietrasanta. Ma andiamo per gradi anche perché Cinquini è un luminare nella ricerca sulla cannabis usata non tanto per sballi notturni in chiave freudiana, quanto per scopi terapeutici. Infatti Cinquini ha un sito proprio ed è tra gli esponenti di spicco delle settimane dedicate alla canapa che ogni anno si tengono a Bologna.

 

Infatti i militari, coordinati dal maggiore Franco Di Pietro, dal tenente Angelo Murgia e dal maresciallo capo del radiomobile Carlo Chiarotti, hanno rinvenuto foglie essiccate di cannabis ma già marijuana, bustine di semi (senza principio attivo cioè) e piante. Dieci ne aveva in casa, già mature e dunque droga a tutti gli effetti. E due etti essiccata invece gliel’hanno trovata i militari che, vedendolo agitato, hanno voluto controllare l’auto. Tutto è avvenuto poco prima delle 20 sul viale a mare quando i militi, una volta rinvenuti i due involucri hanno fermato l’uomo. Che appunto ha detto di essere sostenitore delle cure alternative con la cannabis.

 

In casa gli hanno trovato 1167 bustine di semi con tanto di indicazioni (per curare l’anoressia, la depressione monopolare, nausea e vomito post chemio) e controindicazioni (può portare a crisi paranoidee reversibili) e, secondo i carabinieri, pronte per la vendita probabilmente via internet, una katama di legno da esercitazione. Il medico è stato nuovamente arrestato e soittoposto ieri mattina al rito per direttissima. Il giudice Gerardo Boragine gli ha confermato gli arresti domiciliari, ma gli ha revocato il permesso di uscita che gli aveva concesso quattro mesi fa quando, arrestato per la prima volta, fu trovato in possessoo di bel 319 piante. Lui tuttavia continuerà per la sua strada sperando che gli esegeti della cannabis alla fine la spuntino sulle legge antidroga.