Tre ore in barella al pronto soccorso: protesta su Facebook e viene visitata

L'ennesima denuncia sui tempi di attesa dell'ospedale di Cecina

Al Pronto soccorso è stata suturata la ferita

Al Pronto soccorso è stata suturata la ferita

Cecina (Livorno), 18 febbraio 2014 - QUASI tre ore di attesa in barella con un codice giallo per un “lancinante dolore alla testa e a tutta la parte sinistra del corpo”. Non si placano le polemiche sul pronto soccorso di Cecina e sui tempi di attesa dovuti soprattutto all'organico, carente numericamente in proporzione con il bacino di utenza, per stessa ammissione di chi lo dirige. L'ultima testimonianza in questo senso arriva da un commerciante del centro, Marco Sargentini. “Mia moglie, 34 anni, aveva un fortissimo dolore alla testa, che si è esteso a tutta la parte sinistra del corpo. Non le era mai capitato e ci siamo spaventati. L'antidolorifico non le faceva niente e quando ho visto che non riusciva più a stare in piedi ho chiamato il 118”.

Entrata al pronto soccorso con l'ambulanza, la donna ha atteso quasi tre ore in barella di essere visitata. “Non si trattava di un braccio rotto, ma della testa, eppure è rimasta parcheggiata in attesa. Mi dicevano di avere pazienza perché erano intasati, che c'erano 25 persone davanti a me. E in effetti sia la sala d'attesa che quella di degenza erano strapiene. Ho fatto la spola con mio figlio a casa ma quando sono tornato nessuno l'aveva visitata”. Poi Sargentini sbotta su quella che è la piazza virtuale, facebook. “Quando sono tornato verso le 18.30, ancor prima di dirmi come stava mia moglie, il personale mi ha 'rimproverato' perchè mi ero lamentato pubblicamente, dicendomi anche che rischiavo una querela. Evidentemente qualcuno aveva avuto il tempo di andare su facebook a vedere... Fatto sta che finalmente le avevano fatto la tac e i prelievi”.

A questo punto trascorrono altre due ore prima di vedere un medico. “Alle 20.30 mia moglie ha avuto un antidolorifico ed è stata mandata a casa con cinque giorni di prognosi e la diagnosi di infiammazione del trigemino, definita una 'semplice emicrania'”. La protesta di Sargentini è una delle tante che riguardano il pronto soccorso. “Non volevo attaccare in nessun modo il personale medico e infermieristico ma il sistema che ha ridotto all'osso un ospedale. Sono pochi e quando c'è un afflusso maggiore no ce la fanno, è evidente”.

La denuncia pubblica ha sollevato un polverone, come accade sempre quando si parla del nostro ospedale. C'è chi invoca la rinascita del comitato pro-ospedale nato in occasione della mobilitazione di qualche anno fa, e chi racconta la propria testimonianza di attesa, come quella di un anziano 92enne con 12 costole rotto lasciato in barella 10 ore. E oggi si parlerà anche di questo nella commissione consiliare dedicata alla situazione dell'ospedale, a cui dovrebbe partecipare anche il direttore generale dell'Asl Eugenio Porfido. “E' pubblica, ci sarò anche io e come me spero più cittadini possibile” annuncia Sargentini.

Del resto è di appena un mese fa il caso che ha fatto più scalpore e che ha riacceso i riflettori sul pronto soccorso: quello di un'anziana 79enne malata di Alzheimer arrivata in ambulanza alle 17 e dimessa all'alba del giorno dopo, dopo che i familiari avevano chiamato anche i carabinieri. “Tempi disumani” e la prima visita alle 21.30 dopo le proteste della nuora, che ha fatto partire anche una denuncia, e l'arrivo in ospedale di una pattuglia. Una lunghissima trascorsa perlopiù su una sedia a rotelle, nonostante le condizioni della donna. L'episodio, avvenuto ad inizio anno, ha spinto il sindaco Lippi a chiamare il primario del pronto soccorso il quale ha ammesso, come riportato in consiglio comunale, che “in certi momenti di forte affluenza sono in affanno” e il problema riguarda soprattutto la carenza di personale os.