Giandonato non ha dubbi: «A Padova mi allenavo, ma volevo venire a Livorno»

Presentato il centrocampista ex Lanciano. «La mia migliore dote? La visione di gioco»

Manuel Giandonato e Franco Ceravolo

Manuel Giandonato e Franco Ceravolo

Livorno, 23 agosto 2016 – Carico e già pronto per affrontare la stagione. Manuel Giandonato è arrivato venerdì sera alla corte di Foscarini e sabato pomeriggio è già stato buttato nella mischia, per l’amichevole del Silvio Piola con la Pro Vercelli. «Conoscevo Ceravolo dai tempi della Juve – ha detto il centrocampista abruzzese – perché fu lui che mi portò in bianconero. Perciò quando il Livorno si è fatto avanti per avermi, gli promisi che avrei fatto di tutto per venire qui». Anche perché Giandonato Livorno la conosce bene. Il suo ultimo ricordo della scorsa serie B, infatti, è legato proprio all’Armando Picchi. «Quel Livorno-Lanciano è una partita che non dimenticherò mai. Mi ricordo alla perfezione il calore del pubblico livornese che iniziò a incitare la squadra ancor prima dell’inizio del match. Quel tifo infernale avrebbe messo pressione a chiunque. Con tutto il rispetto per le altre squadre che mi volevano, questa è una piazza importante. Prestigiosissima. Sono orgoglioso di indossare questa maglia, darò il massimo». In così poco tempo è stato quasi impossibile conoscere compagni e allenatore. Ma Giandonato si è già integrato bene nel gruppo. «Devo ancora conoscere quasi tutti per amalgamarmi negli schemi di Foscarini. Però il primo impatto con i compagni è stato decisamente positivo. Penso che la mia caratteristica migliore sia la visione di gioco. Nel centrocampo a 3, il mio ruolo è davanti alla difesa per recuperare palla e far ripartire le manovre offensive».

Nicolò Cecioni