UDINESE-LIVORNO 5-3

Il commento di Alessandro Antico

Udine, 4 maggio 2014 – Tracollo. Batosta umiliante. Fine dei giochi e delle speranze di salvezza per il Livorno che affonda a Udine e rotola in fondo alla classifica con il fragore di un impietoso 5-3.

Paulinho santo subito, ma le sue prodezze su punizione non bastano. La difesa si crocifigge da sola e così inchioda la squadra di Davide Nicola a un congedo davvero imbarazzante.

L'INIZIO DELLA FINE - Fuori Bardi e Rinaudo per squalifica, Nicola apre con il 4-1-4-1. Anania esordisce fra i pali. Emerson e Coda al centro della difesa, Piccini a destra, Mesbah a sinistra. Duncan, Biagianti, Benassi e Greco a centrocampo. In attacco è Belfodil (e non Siligardi come ci si aspettava) a fare tandem con Paulinho.

Aggressivo e veloce il Livorno in partenza. Ma è un fuoco di paglia. Belfodil si posiziona sulla destra e punta spesso Gabriel Silva, che solo in fase difensiva soffre un po'. Buoni gli inserimenti di Biagianti nel mezzo, così come le iniziative di Piccini sull'out. Paulinho di fatto è l'unico attaccante. Ed è anche l'unico che meriti l'onore delle armi.

Dieci minuti di buon Livorno, poi Di Natale si esibisce con una rovesciata che mette i brividi: la palla finisce fuori di poco e gli amaranto ancora si domandano come abbia fatto Totò a trovarsi lì da solo. E' il preludio alla devastazione, perché la difesa labronica è inguardabile.

Ma al 12' Paulinho sfodera dal suo piede destro un colpo da mago e porta in vantaggio il Livorno. C'è una punizione dal limite: lo stesso Paulinho si incarica del tiro con una sberla a effetto che aggira la barriera e gela Scuffet insaccando il gol dell'1-0. Bello, troppo bello per essere vero.

Al 17' infatti c'è un fallo sciagurato di Coda e l'Udinese guadagna un rigore. Il difensore trattiene per la maglia Domizzi e lo atterra. Rocchi è a due passi e non esita a indicare il dischetto. Batte Di Natale, ma Anania si distende sulla destra e para deviando. Miracolo? Certo che sì. Ma non c'è tempo per esultare che, sull'azione conseguente al rimpallo, lo stesso Di Natale sbuca alle spalle di tutta la difesa rimasta piantata e la trafigge siglando l'1-1.

Al 20' altro collasso della retroguardia labronica, tutta sbilanciata e disunita. Palla persa a metà campo, spazi ampi come praterie, nessuna chiusura: il ghanese Badu approfitta di un varco al limite dell'area e fa partire una staffilata che frutta il 2-1 all'Udinese.

Due errori della difesa cristallizzano il difetto endemico del Livorno di questa stagione. Contro un'Udinese non trascendentale, perfino quasi svogliata, gli amaranto sciupano il vantaggio pur meritatamente conquistato e regalano tutto il possibile alla squadra di Guidolin.

Al 28' è il solito Paulinho a rimettere tutto in discussione. Ancora una punizione dal limite e ancora una volta il brasiliano alla battuta. Il tiro viene deviato da Danilo in barriera e spiazza Scuffet. E' 2-2, quindicesimo gol per Paulinho, che purtroppo salterà la prossima partita (Livorno-Fiorentina) perché squalificato a causa dell'ammonizione beccata oggi in diffida. 

DIFESA DA HORROR FESTIVAL - Ma la gioia dura poco perché al 33' la difesa amaranto va in bambola un'altra volta. Coda, soprattutto, non tiene la marcatura. Amnesia colossale di tutto il reparto: assist di Gabriel Silvia che imperversa sulla sinistra, palla in mezzo all'area e tocco di prima di Roberto Pereira che riporta avanti  l'Udinese.

Nulla da fare: difesa lenta, fuori tempo, fuori posizione. La squadra si affida alle intuizioni estemporanee di Paulinho, ma davanti arriva a fatica anche perché per tutto il primo tempo è latitante Greco, così come Belfodil, che si eclissa dopo i buoni dieci minuti iniziali.

Al 43' arriva il tracollo definitivo: Gabriel Silva è solissimo in area perché la difesa amaranto non esiste e per il sudamericano è un gioco da ragazzi buttar dentro il pallone del 4-2 su assist di Allan.

Al 44' ecco la pietra tombale: la difesa amaranto conferma la propria inesistenza e così Di Natale va a segno al culmine di un'azione pressoché analoga alla precedente.

Si va al riposto sul 5-2, poi la partita si chiuderà sul 5-3 perché a due minuti dalla fine sarà Mesbah a buttarla dentro.

Ma tutto il resto che segue è pura formalità per i tabellini e i referti arbitrali. Il Livorno non c'è più, a parte Paulinho e qualche sprazzo qua e là dei più giovani. Gli amaranto non ci sono più da tempo, per la verità, nonostante i ribaltoni in panchina e la solita speranza che fino a oggi, era l'ultima a morire. Una squadra così non poteva e non può reggere il confronto con la Serie A: è amaro averlo capito a furia di sberle, ma la realtà è questa.

Spinelli o non Spinelli per il futuro, vedremo quanto c'è di vero nei discorsi di fine stagione e che cosa succederà. Di sicuro, da ora bisogna pensare alla ricostruzione. E c'è da rimboccarsi le maniche parecchio.

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