MILAN-LIVORNO 3-0

di Alessandro Antico

Milano, 19 aprile 2014 - Il Diavolo spinge il Livorno all'inferno. Vince il Milan per 3-0 e ora gli amaranto sono più che mai con le spalle al muro. Dietro l'angolo c'è la serie B.

DUE TEMPI DOUBLE-FACE - Di Carlo fa quello che può nel tentativo di arginare l'assalto del Diavolo. Imposta il suo 3-5-2 con Rinaudo al centro della difesa al posto di Emerson che è in  panchina, poi Castellini e Valentini ai fianchi. Fuori Biagianti per squalifica, c'è Duncan a centrocampo insieme a Benassi e Greco. Sugli out operano Mesbah e Piccini, in attacco è Emeghara a sostenere Paulinho.
Linee molto strette, centrocampo folto, tentativi di sfruttare le ripartenze: il Livorno è questo, cerca di chiudere il più possibile gli spazi richiamando all'occorrenza anche Piccini in copertura.
Gli amaranto non partono male. HAnno coraggio, non rinunciano a proporre qualche spunto interessante approfittando del giro-palla rossonero che non è particolarmente veloce. Ma quando spinge davvero, il Milan ha un altro passo e un'altra qualità. Bardi è graziato dalla traversa quando al 13' Rami cerca il colpo vincente di testa: difesa amaranto imbambolata in questa circostanza, ferma sullo stacco del centrale rossonero.
Nei primi 20' comunque il Livorno tiene bene la posizione e accetta il confronto. Piccini fa vedere belle cose sulla fascia destra e reclama un rigore per un atterramento in area che però l'arbitro Irrati non valuta come falloso.

Dal 25' il Milan accelera il ritmo, fraseggia più corto e più rapidamente costringendo la squadra di Di Carlo a indietreggiare  troppo e a faticare per uscire dalla propria metà campo. Un esempio lo dà Kakà al 28' quando serve Constant al bacio, ma Bardi gli esce sui piedi e chiude lo specchio.
E' naturale che il Livorno vada in affanno: i valori in campo d'altronde sono questi ed è logico assistere alla supremazia degli uomini di Seedorf, che inseguono la quinta vittoria consecutiva e un posto per l'Europa.
Gli amaranto però ci provano a tener su la testa. Poco dopo la mezz'ora un'incursione di Mesbah viene fermata in modo superfalloso da Abate che stende l'esterno al limite dell'area: non è rigore, ma ci sarebbe stata almeno l'espèulsione per il difensore rossonero, che era ormai l'ultimo uomo su Mesbah involato in porta. Abate invece se la cava con un giallo e sulla punizione successiva Paulinho calcia la palla altissima.
Il Livorno recrimina e in questo caso ha pienamente ragione. Ma stringe i denti, dà lezione di umiltà e sta in partita con grinta, animo, volontà.
Al 44' però arriva la doccia fredda. Grande cross dalla sinistra di Constant nell'area piccola; Balotelli stacca di testa e  butta dentro il pallone dell'1-0. Palla imparabile per Bardi proteso in tuffo. Peccato, davvero peccato per il Livorno che nei primi 45' non aveva giocato male.

GLI AMARANTO SI DISSOLVONO - La ripresa inizia con il Milan deciso a chiudere la partita e al 6' ci riesce. Taarabt approfitta di un rimpallo perso da Greco quasi a centrocampo, si ritrova la sfera tra i piedi, si beve mezz difesa, entra in area e spara una staffilata sulla quale Bardi non può far nulla. La retroguardia amaranto stende un tappeto rosso davanti all'incursione del marocchino che non fa fatica a dribblare tre giocatori prima di battere a rete. Per il Livorno è il gol numero 66 che si deposita nella sua rete e, soprattutto, è un tocco di campana che suona a morto.
Dopo 11' Di Carlo manda in campo Siligardi al posto di Mesbah e passa a una sorta di 3-4-3. Ma è il mordente che manca, la convinzione, la capacità psicologica di reagire. Taarabt e Balotelli trovano spazi (soprattutto il primo), Constant fa da collante e il Milan addomestica tutto.
Il Livorno va avanti a tentativi come un bimbo che fa gli esperimenti a casaccio con il 'piccolo chimico': butta qualche pallone in avanti alla rinfusa, non riesce a modellare una vera geometria di gioco, non offre a Paulinho alcuno spunto per sottrarsi alla doppia marcatura.
Raddrizzare la partita in queste condizioni sarebbe davvero un miracolo; e sperare di farlo in casa del Diavolo sa di barzelletta. Il contropiede lo innesca il Milan, non il Livorno che si fa prendere a pallonate e non esce dall'impasse.
Al 27' Di Carlo toglie Emeghara e mette Mosquera, tornando quindi con lo schieramento a due punte. Ma pur invertendo i fattori, il prodotto non cambia: ormai la partita è persa e lo spettro della serie B è già sull'uscio dello spogliatoio amaranto.

Al 38' Pazzini spegne le luci a San Siro: servito da Balotelli, entra in area a velocità supersonica e trafigge Bardi in uscita. E' il gol del 3-0. Tutto Milan, niente Livorno. 

Da commedia a tragedia, il passo è breve e immediato: vince il Sassuolo a Verona contro il Chievo, vince anche il Catania in casa con la Sampdoria. Non tutto è perduto, secondo i calcoli matematici: ma ora al Livorno non resta che battere la Lazio e confidare in un successo della Fiorentina a Bologna. Poi staremo a vedere. Certo che di luce ce n'è proprio poca poca.

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