TORINO-LIVORNO 3-1

di Alessandro Antico    twitter @AnticoLaNazione

Torino, 22 marzo 2014 - Il Livorno avrebbe voluto prendere il Toro per le corna - o quantomeno provarci - ma torna dalla trasferta piemontese con tre stoccate micidiali nella schiena (3-1 per i granata) e ripiomba nell'incubo. Il 'matador' all'incontrario è Ciro Immobile, che segna una tripletta che gli vale la provvisoria leadership nella classifica dei cannonieri: 16 gol. I granata affossano un Livorno sveglio soltanto negli ultimi dieci minuti. Unica nota lieta, il ritorno al gol di Siligardi. Adesso gli amaranto di Di Carlo dovranno sfruttare al massimo la trasferta di mercoledì prossimo con l'Atalanta, senza se e senza ma.

L'ANTEPRIMA - Si parla di Kharja che, svincolato e con una causa vinta negli Emirati Arabi, si sarebbe offerto gratis al Livorno ("Mi pago anche l'albergo...", avrebbe detto), ma Capozucca in questo pre-partita dice che "la società non è interessata a tesserarlo quando mancano ormai così poche giornate alla fine del campionato". Vedremo.
Con questa premessa, sono due le novità sostanziali nella formazione amaranto qui all'Olimpico contro il Toro. Benassi non ha recuperato dall'attacco influenzale, così Di Carlo fa partire Duncan al suo posto nel 3-5-2 di base, mentre Piccini eredita l'out destro di Mbaye, squalificato. Greco sta sul centrodestra, Biagianti è il perno centrale. Difesa con Emerson nel mezzo, Ceccherini a destra, Castellini a sinistra. Fiducia alla coppia Paulinho-Belfodil in attacco, con Siligardi pronto dalla panchina.
Ventura sceglie Immobile e Cerci davanti, Darmian a sinistra e Maksimovic a destra. Sciopero dei tifosi granata che nei primi dieci minuti restano fuori dalla curva per protestare contro i torti arbitrali.

IL PRIMO TEMPO - Il Livorno, con il lutto al braccio in memoria dell'ex presidente Corasco Martelli, non va in pressione, fa densità in mezzo al campo e aspetta. Il Toro cerca di sfruttare le fasce e di inserire i centrocampisti, in particolare Kurtic.
Si parte a ritmo basso, ma all'8' c'è la prima palla gol per il Toro, con Cerci che si vede deviare in corner il tiro da Bardi.
Dopo dieci minuti il gioco si velocizza, soprattutto da parte dei padroni di casa, ma gli amaranto riescono a riposizionarsi velocemente chiudendo in linea. Buono l'impatto di Greco, che in fase di non possesso sta più avanzato.
Il Livorno accetta il confronto e non rinuncia alle sortite. Piccini prova a lanciare qualche suggerimento dalla fascia destra, Paulinho sta alle spalle di Belfodil, Biagianti è il perno centrale.

Ma il Toro si scuote. Deve fare la partita, comincia a spingere di più e al 24' passa in vantaggio. Cross di Bovo dalla destra su calcio piazzato: Immobile svetta di testa e infila Bardi sul palo alla sua sinistra. Biagianti non chiude sul cross e Paulinho, arretrato in copertura, non salta a contrastare l'attaccante. Peccato davvero prendere un gol su calcio da fermo così.
Bardi al 29' nega a Bovo il raddoppio su missile dalla distanza.
Agli zoppi grucciate: Emerson ha dolore, zoppica e deve lasciare il posto a Rinaudo.

Dalla mezz'ora è solo Toro. Bardi si produce ancora in un intervento su Glik. Il Livorno soffre la pressione, fa fatica a riprendere in mano le redini del gioco. C'è un po' di scollamento, la formazione di Di Carlo resta schiacciata nella propria trequarti e lascia metri alla squadra di Ventura.
Ancora Bardi al 31' su botta di Cerci su punizione mancina, poi al 32' nuovo prodigio su Cerci. Bruttissimi segnali. Il portiere si infuria con i compagni che indietreggiano troppo e consentono inserimenti a ripetizione da parte di Vives, Kurtic, El Kaddouri e  naturalmente Cerci.

Vogliamo avere l'impressione che il Livorno provi a fare come domenica scorsa contro il Bologna: ritmo più blando nel primo tempo per preservare le energie nella ripresa. Il fatto, però, è che davanti non ci sono i derelitti rossoblù di Ballardini, ma i tenaci granata di Ventura che trovano tanto spazio libero e sono padroni del campo. I rischi sono moltissimi, Di Carlo si imbestialisce perché la squadra è molle e rinunciataria. Manca l'estro di Benassi, tanto per dirne una.

Solo al 39' la prima palla-gol degli amaranto. Moretti devìa in angolo un traversone insidiosissimo di Mesbah entrato in area dalla sinistra. Sul corner successivo è Biagianti a sparare da fuori, ma c'è Ceccherini in fuorigioco e comunque la palla va sul fondo.
Al 42' Castellini sbaglia la chiusura su Cerci, che vola a tu per tu con Bardi ma, per fortuna dei labronici, gli tira il pallone praticamente in bocca e fallisce così il 2-0.
In pieno recupero è il Toro a sudare freddo: Padelli si supera  con una parata determinante su un bel tiro di Belfodil, che calcia di destro con grande forza ma centrale. Il gol sarebbe stato meritato per posizione e gesto tecnico, ma si va al riposo con un buon Toro in vantaggio di misura e un Livorno non bello, a parte un super-Bardi. Ammonito Mesbah: era diffidato, salterà la partita a Bergamo.

IL SECONDO TEMPO - Gli amaranto devono reagire, devono essere più pimpanti e imbastire l'iniziativa. Due tempi interi questo Livorno non li regge, quindi ogni speranza è riposta nei secondi 45 minuti che restano da giocare.
Gli spazi si aprono, ma son quelli del Livorno che si sbilancia per forza di cose. Il Toro riprende da dove aveva finito e cerca  di mettersi nelle condizioni per chiudere la partita.
AL 5' Mesbah ha un'opportunità incredibile per pareggiare: potrebbe servire Greco, per esempio, ma dopo una corsa di una trentina di metri sceglie di concludere in porta mandando però il pallone alle stelle. Roba da mangiarsi le mani, davvero.
All'8 un altro miracolo di Bardi sempre sul solito Cerci. L'attaccante è servito divinamente in area (difesa amaranto non pervenuta) ma sbaglia il tocco finale dando modo al portiere amaranto di chiudergli la via del gol.
Spreca tanto il Toro, ma il Livorno dopo dieci minuti non riesce a imprimere la svolta sperata. Manca l'ispirazione: Greco è un po' chiuso e in ogni caso la manovra non si velocizza come sarebbe necessario. Duncan è dappertutto ma perde troppi palloni e chiaramente l'alchimia del gioco ne risente.
Al 14' il Toro chiude la partita: segna ancora Ciro Immobile, servito da El Kaddouri che con un pallonetto brucia Rinaudo. Bardi stavolta nulla può sulla conclusione beffarda, forse anche un po' sbucciata, della punta granata che insacca il 2-0. Meritato, va detto. Finora il Livorno si è visto poco o nulla. Molle, dicevamo, passivo e per questo motivo co-autore del doppio vantaggio granata.
Al 20' fuori Greco e dentro Siligardi che si piazza a destra.

Ma non c'è tempo di prenderne coscienza che Immobile segna il 3-0. Tripletta per lui. Un destro dalla distanza spaventoso. Biagianti non riesce ad anticipare l'attaccante del Toro che, a dispetto del suo cognome, è lestissimo a raccogliere il suggerimento e a sparare impagabilmente alle spalle di Bardi.

Livorno immobilizzato, spento, disorientato, assente. Non uno, ma molti passi indietro per la formazione amaranto che non è mai entrata in partita. L'ingresso di Benassi per Biagianti al 24' non serve a recuperare un risultato (e anche un gioco, aggiungiamo) ormai compromesso. Ventura si permette il lusso di inserire Meggiorini al posto di Cerci, scegliendo così di tenersi comunque avanti.

Al 43' il Livorno mette a segno il gol della bandiera. Padelli respinge con un pugno un traversone e la palla finisce fuori dall'area, dove Siligardi è in agguato e spara al volo dentro la rete. Per il 'Sili' è un gol prezioso, perché sancisce il ritorno al successo personale dal 21 dicembre (in casa con l'Udinese), ma ormai la partita è finita.

Il Toro non è 'matato', tutt'altro. Il Livorno al contrario si ritrova infilzato tre volte nell'arena dell'Olimpico, rotola nel suo stesso sangue in un pomeriggio da dimenticare. Salviamo Paulinho, che come al solito si è dannato l'anima. Rimangono nove partite da giocare, a cominciare dalla prossima a Bergamo con l'Atalanta, dove gli amaranto dovranno assolutamente ritrovarsi e fare punti per continuare a sperare nella salvezza.

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