LIVORNO-BOLOGNA  2-1

di Alessandro Antico     @AnticoLaNazione

Livorno, 16 marzo 2014 - Secondo Mimmo Di Carlo, questa non era una partita 'da dentro o fuori', ma in ogni caso il suo Livorno avrebbe dovuto battere il Bologna per restare sullo strapuntino del treno-salvezza e coltivare la speranza. Così è stato, con un 2-1 frutto di una sofferenza incredibile, dopo un primo tempo bruttissimo e con un finale che gli amaranto hanno giocato in nove per le espulsioni di Mbaye ed Emeghara.

IL PRIMO TEMPO - Formazione amaranto come da previsioni: nel 3-5-2 Castellini è al posto di Coda, Paulinho e Belfodil formano la coppia d'attacco. Il Bologna non ha Bianchi al cento per cento (parte dalla panchina), così propone Cristaldo e Acquafresca in attacco.

Al Livorno la vittoria serve come il pane. Brucia ancora la debacle di domenica scorsa con la Samp - che in questo turno ne ha beccate tre dall'Atalanta a Bergamo all'ora di pranzo - ma c'è anche da sperare che in serata la Fiorentina faccia fuori il Chievo. Non da meno sono gli stimoli del Bologna, che di punti in più del Livorno ne ha soltanto due, non segna da quattro partite e ha sulla testa la contestazione di un gruppo di tifosi nei confronti del presidente Baraldi.

Sotto un sole splendido e con 18 gradi di temperatura (gli spettatori sono circa diecimila, fra cui mille bambini delle scuole calcio) il Livorno parte veloce.
La squadra di Di Carlo fraseggia rapida, cerca le incursioni dagli out soprattutto con Mbaye a destra, ma si affida anche agli inserimenti di Benassi e alle bordate da fuori di Emerson.
Il Bologna non è arroccato indietro e cerca di innescare in contropiede Cristaldo e Acquafresca, quindi è molto impegnativo il lavoro che il Livorno deve fare a centrocampo, soprattutto con Biagianti.

Amaranto lottatori, propositivi. Paulinho ha una ghiotta occasione dopo dieci minuti ma si divora il gol di testa su cross da destra di Benassi, uno dei più attivi.
Sul fronte opposto, un problema muscolare costringe Kone ad abbandonare il campo anzitempo e così Ballardini inserisce Garics. In linea teorica, visto che l'austriaco subentrato ha una spinta propulsiva inferiore sulla fascia rispetto a quella del greco, per  il Livorno e in particolare per Castellini dovrebbe essere un vantaggio tattico non da poco.

Nonostante questo, invece, intorno al ventesimo gli amaranto perdono l'orientamento iniziale e si affidano a lanci lunghi non sempre millimetrici. Il ritmo è meno incalzante, così il Bologna controlla, preme e riparte, approfitta del disorientamento dei padroni di casa ed esce con più decisione allo scoperto, soprattutto con Morleo: se vuole, la squadra di Ballardini può far male perché Acquafresca è mobilissimo là davanti e impegna Bardi pericolosamente in un paio di circostanze.

Il Livorno allenta la pressione troppo a lungo, concede metri agli avversari e fa fatica a trovare la via per entrare nei sedici metri. Accantona la furia dei primi 20 minuti: non arrivano spunti interessanti per Paulinho e Belfodil (il franco-algerino nel primo tempo è non pervenuto), nonnc'è un cross dalle fasce.
Alla mezz'ora le squadre si mostrano in equilibrio e la cosa giova più al Bologna, che va in difficoltà solo se sotto pressing. Forse gli amaranto temono il calo fisico come nel secondo tempo di Genova, ma certo è che non sono belli.

Involuzione pericolosa. Due tiri in porta nel primo tempo per il Livorno con Emerson e Paulinho, poi niente altro: davvero poco per avere la meglio su un Bologna che senza più Diamanti è poca cosa, ma diligente. Di Carlo si infuria, non vede i suoi come li vorrebbe, fatta eccezione per il solito Paulinho che come al solito trascorre le domeniche a farsi un mazzo così anche per gli altri. Brutto Livorno, resta solo mezza partita per trovare #la svolta buona.

IL SECONDO TEMPO - Di Carlo lascia nello spogliatoio lo spento Belfodil e inserisce Emeghara, sperando nella sua velocità.
E la scossa arriva già al primo minuto, con Benassi che insacca l'1-0.
Gran merito del gol è proprio del neoentrato Emeghara, che va via sulla corsia destra, poi serve Benassi che si inserisce in area e insacca un diagonale imparabile per Curci.

Il fuoco sacro dell'entusiasmo riprende vigore sul 'Picchi' baciato dal sole. Gli amaranto sono trasformati, risfoderano il pressing e ritrovano la velocità. Emeghara è un furetto che spazia da tutte le parti, disorienta la difesa del Bologna che sbanda sulle marcature. Il suo ingresso dà in effetti grande rapidità alla manovra.

E al 7' il Livorno raddoppia. Segna Paulinho: in contropiede fa tutto bene Benassi sulla corsia destra, mette al centro per il brasiliano, che supera in dribbling Curci e deposita in rete il 2-0. Per Paulinho è l'undicesimo gol in campionato; per il Livorno è la speranza che si riaccende. Livorno-transformer, tanto brutto per metà primo tempo quanto vivo e spietato in questa apertura di ripresa.

Ora viene il difficile. Ballardini toglie antonsson e inserisce la terza punta, Moscardelli. Il Livorno deve gestire, amministrare, ma deve anche mantenere lo stesso ritmo e non indietreggiare. Lo 'spettro Sampdoria' aleggia sull'Ardenza: guai perdere lucidità e farsi schiacciare da un Bologna che prova a ritrovare ordine a centrocampo mettendo Pazienza al posto di Perez. Nel frattempo Bergonzi ammonisce Emeghara che era diffidato e che quindi salterà Torino-Livorno.

Gli amaranto continuano a spingere, cercano il terzo gol, quello della sicurezza: Greco, su assist di Paulinho, se lo mangia dai sedici metri al 17'. Poi Moscardelli mette i brividi a Bardi spedendo di poco sul fondo un bel tiro. Spaventosa l'incertezza di Biagianti, che sarebbe potuta costare davvero cara.
E' il Bologna a spingere di più, com'è maturale che sia. Il Livorno tiene il ritmo, ma a tratti indietreggia pericolosamente. Le tre punte felsinee sono una minaccia, ma sarebbe un errore concedere ulteriori metri: occorre serrare i ranghi a centrocampo, chiudere i rifornimenti avversari. Così alla mezz'ora Di Carlo inserisce Duncan al posto di Greco per dare più muscoli e fiato.

Nell'ultimo quarto d'ora il Livorno non perde la testa, riesce a recuperare la posizione, a non farsi schiacciare e si affida alla rimessa. Il Bologna ci prova come può, ma non riesce a pungere.
La sofferenza per gli amaranto però non è finita. Anzi, comincia negli ultimi dieci minuti. prima Bergonzi espelle Mbaye, già ammonito, per un fallo di mano.

Poi arriva un rigore per il Bologna: Christoudopoulos insacca di destro al 40'. E non è finita qui, perché Bergonzi in occasione del penalty aveva già espulso anche Emeghara per fallo su Morleo. Così il Livorno si trova a dover affrontare gli ultimi minuti in nove uomini e con il terrore di vedersi sfumare sotto il naso una vittoria non preziosa: di più.

Finale da infarto. Pochi secondi sembrano durare un'eternità. Il Bologna chiama a raccolta le ultime forze, il Livorno stringe i denti e non si sottrae alla confusione che spesso si impadronisce delle squadre più inesperte in situazioni così. Meno male che c'è Emerson, bravissimo a districare le matasse più attorcigliate

Ma oggi sul 'Picchi' splende il sole. E' una sofferenza micidiale, ma i tre punti arrivano. Sono in cassaforte. Sono tre punti importantissimi nell'arduo cammino verso la salvezza. Il Bologna è battuto e scavalcato in classifica. Se il campionato fosse finito oggi, il Livorno sarebbe in Serie A. Non un passo indietro.

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