LIVORNO-NAPOLI 1-1

di Alessandro Antico    
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Livorno, 2 marzo 2014 – I risultati delle altre pericolanti avevano lasciato un bel po' di speranza al Livorno. Di fronte al Napoli - che ha come obiettivo il secondo posto - fare risultato per gli amaranto sarebbe stata un'impresa da 110 e lode.

E così è stato. L'1-1 con il quale il Livorno ferma al 'Picchi' lo squadrone di Rafa Benitez è frutto di una partita tatticamente ottima, costruita con un buon primo tempo e concretizzata con una sapiente ripresa.

Emerson migliore in campo. E un peggiore non c'è. La squadra così gira, corre, costruisce. La salvezza resta impresa difficile, ma non impossibile.

IL PRIMO TEMPO – Di Carlo mette dentro Belfodil dal primo minuto al fianco di Paulinho e dà fiducia a Biagianti davanti alla difesa.

E' buona la prima impressione degli esterni Mesbah e Mbaye, che devono tenere alta la squadra in modo da non farla schiacciare. La manovra è ordinata e veloce, l'approccio alla partita sembra migliore rispetto al primo tempo di quella contro il Verona.

C'è equilibrio nei primi dieci minuti, poi Mbaye rischia un clamoroso autogol deviando sulla traversa un tocco beffardo di Hamsik. Quattro minuti dopo è Bardi a salvare la porta con un'uscita tempestiva su Callejon, lanciato da un traversone rasoterra 'bucato' da Coda.

Non c'è bisogno di sfogliare la 'Settimana enigmistica' per  cercare le differenze: ci sono e anche evidenti, ma è nell'ordine delle cose. Il Napoli trova più la profondità, si stende con grande velocità. Ma il Livorno non sta a guardare, prova a imbastire qualche ripartenza, cerca di restare composto. Fa quel che può, ovvio, dati i diversi valori in campo, più che altro subisce, ma è in partita, eccome.

Quando ha la possibilità, il Livorno manda subito avanti i due esterni, poi sia Benassi che Greco si portano immediatamente a sostegno della manovra offensiva: ciò consente agli amaranto di non farsi schiacciare. Biagianti pare finalmente meglio rispetto al passato.

Al 32' però il Napoli passa dal dischetto. Mbaye controlla malissimo il pallone, sul quale si avventa Pandev che però subisce una spinta col braccio destro da parte di Ceccherini. Mazzoleni è vicino e secondo lui è rigore, senza esitazione. Batte Mertens e i partenopei vanno sullo 0-1.

Ma gli amaranto non ci stanno. Non ci stanno proprio. Corrono, spingono, fanno frullare il pallone soprattutto sul settore sinistro. Lanciano Belfodil e Mesbah in una bella azione personale, mettono un po' di pressione e dopo 8' pareggiano il conto.

E' Mesbah che va via sull'out e mette al centro dell'area piccola un rasoterra sul quale si avventano Mbaye e Reina. L'aggancio del difensore senegalese è bello, la palla rotola sotto la schiena del portiere napoletano che così la fa sgusciare in porta. E' il gol (anzi, l'autogol) dell'1-1, con cui un buon Livorno va meritatamente al riposo.

IL SECONDO TEMPO – Di Carlo chiede di spostare il baricentro: testa alta, aggredire subito i portatori di palla e ripartire. Nei primi cinque minuti si fanno avanti Paulinho, Belfodil e anche Greco, con una bordata che trova Reina pronto alla presa. Buono il lavoro dell'algerino che si sposta sulla sinistra e impegna la retroguardia di Benitez a un massiccio lavoro di contenimento. Belfodil cresce, si vede che finalmente sta entrando nella condizione che gli è propria. Al 13' potrebbe addirittura segnare il suo primo gol con la casacca labronica, dopo uno splendido suggerimento tagliato di Paulinho, se non fosse per la tempestiva chiusura di Britos in corner.

La partita scorre con grande equilibrio e non mancano i rovesciamenti di fronte, con il Napoli che al quarto d'ora si rende pericoloso con Hamsik, poi con Mertens. Le due squadre si affrontano con grande determinazione: fino a questo punto sembra quasi che il divario in classifica tra le due formazioni sia bugiardo.

Di Carlo cambia modulo intorno al 20' e passa al 4-3-3, mettendo Mbaye sull'out alto destro, Belfodil a sinistra e naturalmente Paulinho centrale.
Benitez risponde inserendo Insigne al posto di Pandev.
Da questo momento ogni minima distrazione può essere fatale sia all'una che all'altra squadra. Il Livorno è in partita e gestisce bene l'azione corale, il Napoli fa fatica a inserirsi ma può sfoderare il colpo di classe da un momento all'altro.

Alla mezz'ora Belfoldil strappa applausi a scena aperta con una serie di dribbling ubriacanti che terminano di un palmo sul fondo. Se avesse fatto gol, a quest'ora saremmo qui a lanciare la sequenza su You Tube per insegnare il calcio ai bambini.

Di Carlo attua la staffetta: esce proprio Belfodil ed entra Emeghara. Un attaccante per un attaccante. Velocità per velocità. L'intenzione del tecnico amaranto è chiara: vuole giocarsela fino in fondo, tentare il colpo grosso.
Napoli più stanco, sia sotto il profilo fisico che sotto quello mentale (c'è stata la Coppa di mezzo); Livorno più reattivo, in ogni caso compatto, volitivo, deciso più che mai a tenersi agganciato al treno per la salvezza.
Zapata per Hamsik e Duncan per Greco sono cambi operati dai due allenatori negli ultimi dieci minuti di gioco. Più Livorno che Napoli, sul prato del 'Picchi' spicca più l'amaranto dell'azzurro.
In chiusura il brivido lo fa correre Zapata che non concretizza il traversone di Mertens e spreca la coltellata. Poi entra Castellini ed ecco che Maggio ha la possibilità di involarsi pericolosamente a rete. Ma il Livorno sa fare la guardia. Sa fare la voce grossa perché ribatte colpo su colpo. Morde, chiude e riparte. Il Livorno c'è. E questo 1-1 contro il grande Napoli è un risultato davvero importante, prezioso, meritato. Vale come una vittoria.   

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