CATANIA-LIVORNO  3-3

di Alessandro Antico

Il Livorno assapora la vittoria, segna tre gol, ritrova i guizzi di Emeghara, poi pareggia per 3-3 al 'Massimino' di Catania una partita comunque bellissima, viva, di emozioni continue. Tre punti sarebbero stati importanti, preziosissimi, ma anche il pari tiene alta la speranza nella corsa verso la salvezza.

IL PRIMO TEMPO - Di Carlo sa che non c'è da fidarsi degli etnei che hanno la lava alla gola, quindi schiera un 5-3-2 con Rinaudo a infoltire la difesa. Nello scacchiere è confermato Emerson, che Di Carlo considera imprescindibile al pari di come lo considerava Nicola. I nuovi arrivati Mesbah e Belfodil partono dalla panchina. In attacco la coppia iniziale è Paulinho-Emeghara che molto bene aveva fatto nel 3-1 sul Sassuolo.

Buono l'avvio degli amaranto, con palla bassa, veloce e con tagli che spesso costringono il Catania ad allargarsi. Il Livorno preferisce marcare la zona presidiata da Lodi, che è il fulcro del gioco di Maran, anziché andare ad aggredire i difensori. Il ritmo è alto e lo tengono in pugno gli uomini di Di Carlo, che sono fitti nel mezzo, si smarcano e non rinunciano ad attaccare. La prima conclusione in porta è di Emerson su punizione all'8': grande bordata respinta da Frison.
Anche Emeghara fa molto movimento in profondità. Il contropiede sembra funzionare e al 13' dalla destra una conclusione diagonale del nigeriano-svizzero da fuori area lambisce un palo e finisce sul fondo.
Duncan corre come un matto, ma al 19' si becca l'ammonizione perché falcia Rolin in ripartenza. Peccato, perché il cartellino giallo finirà per condizionare la prestazione del ghanese.

Funziona la regia e Luci affiancato da Benassi. A entrambi Di Carlo chiede di essere efficaci anche nella costanza di posizione a centrocampo e nei recuperi; la squadra deve sì gestire le ripartenze, ma senza scoprirsi.
Il Livorno comunque dimostra di saper essere pericoloso, pungente. Il contropiede è  efficace, dicevamo. Al 23' Paulinho si porta avanti la palla col petto su un cross preciso di Castellini: lo stop del brasiliano è fantastico, ma il tiro è sporco e termina abbondantemente alto. Un minuto più tardi, sugli sviluppi di una punizione calciata sempre da Paulinho, Duncan batte di testa ma manda a lato di pochi centimetri.
Alla metà del primo tempo gli amaranto dimostrano di esserci. Sono parte attiva dell'incontro, non passivi: pressano i centrocampisti catanesi e si fanno trovare pronti nelle ripartenze.

Il gioco di Di Carlo è forse meno spumeggiante rispetto a quello visto in passato, ma mostra più compattezza. L'atteggiamento mentale è giusto: per ora funziona la 'gabbia' su Lodi e funzionano i movimenti di Mbaye e Castellini che agiscono 'a pendolino' sulle fasce. L'intensità è buona, forse c'è troppa fretta nel rilanciare la palla e si dovrebbe studiare un po' di più il piazzamento. Ma gli schemi funzionano.

Nell'ultimo quarto d'ora del tempo si palesa la fatica e gli amaranto si abbassano concedendo qualche metro di troppo al centrocampo del Catania.

Qualche ripartenza però si vede ancora e il Livorno ci prova con tiri da lontano, prima con Paulinho, poi con Castellini, ma l'esito non è dei migliori.
In ogni caso, nei primi 45' è il Livorno a destare l'impressione migliore: sa tenere il campo, sa proporsi e fare buona guardia su un Catania mai davvero pericoloso.

IL SECONDO TEMPO – Si riparte con gli stessi effettivi e il Catania spinge subito.   Biraghi dalla distanza ci prova e trova Bardi pronto alla deviazione sopra la traversa: un intervento miracoloso. Gli etnei sono più aggressivi, si buttano sulle seconde palle con molta più decisione di quanto fatto finora e il Livorno deve fare maggiore attenzione nel filtro a centrocampo, dove adesso gli etnei sono più tambureggianti.

Al 4' va via Emeghara in contropiede, si beve tutti e arriva in area, dove prova a servire in rasoterra Paulinho, ma c'è Spolli a evitare il gol.

Un minuto dopo Emeghara non sbaglia: è lì appostato in area su una ribattuta di Frison dopo una bordata di Emerson e insacca con un tap-in di destro la rete del vantaggio amaranto. Un gol di rapina, da 'mosca atomica' d'area di rigore. E' un gol alla Emeghara, come nobn gli si vedeva fare da diciannove turni.  Un centro importante per lui e per il Livorno, che ora deve resistere alla reazione del Catania.

Guai abbassarsi troppo, guai concedere spazio a Lodi e alle due ali. Gli esterni amaranto devono in ogni caso indietreggiare, ma non devono scomporsi, non devono disunirsi e, soprattutto, non devono rinunciare alla strategia delle ripartenze.

Duncan pecca un po' di egoismo e spara un tiraccio dalla destra nonostante potesse scodellare la palla in mezzo all'area. Precipitazione e scarsa lucidità sono vizi da controllare: ogni occasione sprecata, adesso, può costare cara.

Maran gioca le carte Izco e Castro per Bellusci e Leto, prova a velocizzare. Di Carlo chiede ai suoi di mantenersi allineati e compatti, con grande sacrificio di Mbaye sulla destra e di tutto il reparto di centrocampo.

Al quarto d'ora il Catania pareggia. Gran serie di ingenuità in difesa per gli amaranto che non riescono a frenare Barrientos. La sfera arriva a Bergessio che nell'area piccola spara una prima volta, trovando Bardi pronto alla ribattuta. Ma la palla resta lì e Bergessio anche: il pallone ruzzola fra le mani di Bardi e l'attaccante la spinge in rete per il gol dell'1-1.

Il 'Massimino' diventa una bolgia. La prima, vera disattenzione costa cara al Livorno che adesso soffre nel gioco stretto della squadra di Maran galvanizzata dal pareggio. Barrientos è trasformato, sfodera tecnica e la sfrutta nello spazio eccessivo che gli viene concesso.

Di Carlo è un leone in gabbia. Ceccherini rimedia una distorsione a una caviglia in un intervento su 'el toro' Bergessio: entra Valentini. Maran invece manda in campo Almiron al posto di Rinaudo.

Al 26' rigore e vantaggio per il Livorno. Emeghara va via in posizione regolare, stoppa la palla in area, Frison è in ritardo e c'è un contatto. Bergonzi ascolta il giudice di porta  Tommasi e assegna il penalty. Dal dischetto segna Paulinho. È l'1-2 per il Livorno e l'ttavo cetnro stagionale per il bomber brasiliano.

Il Catania protesta, Maran viene anche espulso. Si discute sul rigore: secondo i siciliani non c'era. Di fatto però Emeghara si è fatto trovare prontissimo in area di rigore e ha insistito con caparbietà nell'inseguire il pallone.

Alla mezz'ora c'è il pareggio del Catania. E' Barrientos a far gol, sempre su ingenuità della difesa amaranto 'allargata' anche in questa circostanza.

E' un rovesciamento di fronte continuo. Le squadre sono stanche ma non si risparmiano. Si scoprono, si affrontano, si lasciano spazi a vicenda ed Emeghara ne approfitta ancora al 30'. La triangolazione a metà campo brucia i centrali del Catania, la palla arriva alla 'mosca' che di sinistro, in diagonale, trafigge ancora Frison. Doppietta per lui ed è il 2-3 per il Livorno.

Al' 33 Emeghara lascia il posto a Belfodil, il grande acquisto del mercato di gennaio. Di Carlo gli dice di tenere palla e rientrare in occasione dei calci d'angolo perché è alto.  Gran curiosità nel vederlo all'opera, ma a questo punto della partita contano più che altro i nervi e la poca lucidtà che rimane.

Il Livorno ha in mano gara e risultato. Deve saper gestire. Deve essere maturo. Non bello ma essenziale, anche sporco se occorre. Cuore sì, ma testa. Tanta testa. La partita va addormentata, va messa in ghiaccio.

Al 38' esce Paulinho ed entra il grande ex, Biagianti. Emozioni su emozioni, è un ciclo continuo di tuffi al cuore. Il Livorno di Di Carlo tiene botta: serra i ranghi in modo intelligente, non si apre più a centrocampo e controlla.

Ma l'ultima azione è del Catania. Almiron è in area, è piazzato nel momento in cui il pallone buca la difesa amaranto e insacca il 3-3.

Per il Livorno è una beffa, un boccone che va giù amaro perché la vittoria era proprio lì, accarezzata da mani sporche di fatica e buona volontà. Un punto a Catania è meglio che niente, tiene in corsa per la salvezza più il Livorno che il Catania, considerando anche che il Sassuolo 'milionario' ha fatto flop in casa con il Verona... 

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