ROMA-LIVORNO 3-0

di Alessandro Antico
Roma, 18 gennaio 2014 - Povero Livorno, che fine ingloriosa. Ma che cosa ci si aspettava? Al termine di una settimana in cui è successo di tutto, gli amaranto ricominciano nello stesso modo in cui avevano terminato la settimana scorsa: con una sconfitta per 3-0, stavolta sul manto dell’Olimpico contro la Roma.
Nessuno si sarebbe immaginato un risultato diverso, nella tempesta che sta sconvolgendo il mare labronico. Ma la speranza, chiaramente, era ben diversa.

L’era Perotti-bis sboccia subito con una rivoluzione clamorosa: fuori Emerson e capitan Luci, che erano due ‘alfieri’ di Nicola, dentro Rinaudo, Duncan, Benassi e fiducia ancora a Biagianti. L’unica punta è Paulinho, sostenuto da Greco, per comporre un 5-3-1-1. Le mosse si riveleranno del tutto ininfluenti e ora la situazione è più nera che mai. Nove i tifosi labronici sugli spalti della curva ospite: quasi un record negativo assoluto per le trasferte amaranto, ma proponiamo su mozione d’affetto la ‘medaglia d’onore’ a questi nove fedelissimi...

IL PRIMO TEMPO - Duncan è davanti alla difesa, Benassi più avanzato. Il Livorno patisce lo spessore del centrocampo-monstre romanista, come nelle previsioni del resto, e si incatena allineato e coperto.
Al 5’ però la difesa va subito in bambola e la Roma segna. Su cross dalla destra di Ljaljic, Gervinho si trova solo davanti a Bardi (è in fuorigioco? Sembra di sì in un primo momento, ma la grafica successivamente dimostrerà il contrario), cerca il colpo di tacco senza agganciare, ma alle sue spalle sbuca Destro che, tutto isolato, sbatte dentro la rete con violenza. E’ il vantaggio della Roma, son sempre più tuoni e fulmini sul Livorno, dalle cui fila però nessuno protesta per il presunto offside di Gervinho.
Perotti, in ogni caso, non si scompone neanche nell’atteggiamento tattico successivo allo svantaggio. Gli amaranto provano a ripartire con Rinaudo che serve ora Mbaye a sinistra, ora Piccini (che…fa lo Schiattarella) a destra. Impresa ardua, comunque, scavalcare il centrocampo giallorosso e arrivare almeno al cospetto dell’area. Paulinho deve fare come sempre gli straordinari per andare a cercarsi qualche pallone, Greco è ingabbiato, ma non c’era da aspettarsi un’impostazione differente. D’altronde il Livorno ha interesse almeno a non subire il secondo gol per restare in ogni caso in partita e sperare nella magia di un contropiede.
Al 26’ però una magia la fa Bardi, che sul solito Destro compie una parata superlativa. Il portierino (che compie 22 anni) è sulla traiettoria del tiro centrale dell’attaccante servito da De Rossi e gli nega la doppietta.
Nell’ultimo quarto d’ora la Roma spinge il piede sull’acceleratore. Ancora Bardi al 29’ compie un intervento strepitoso su Gervinho che spara un rasoterra di destro trovando però l’estremo difensore amaranto pronto al placcaggio a terra. un minuto dopo, al 30’, è Pjanic a vedersi deviare in corner dal portiere la sua conclusione.

Al 35’, però, su un’altra accelerazione, la Roma raddoppia. Destro entra in area e scavalca con un pallonetto beffardo Bardi; sulla linea ribatte come può Valentini ma la palla finisce fra i piedi di Strootman che scaraventa in porta il 2-0 capitolino.
Dalla mezz’ora in poi il Livorno sparisce definitivamente, lo cerca la sezione latitanti. Al 40’ Gervinho si mangia di testa il 3-0, poi si va al riposo dopo che l’arbitro Russo annulla un altro gol a Destro per fuorigioco di Castàn.

IL SECONDO TEMPO - Intanto c’è anche radio-mercato a scuotere lo spogliatoio amaranto. La società nega la trattativa, ma si dice che Greco sia a un passo dal Chievo e che la trattativa possa chiudersi entro lunedì. Vedremo.
Al rientro in campo, Perotti lascia fuori Duncan e inserisce il colombiano Miguel Borja (21 anni fra pochi giorni) come seconda punta.
Il copione è il solito. Al 3’ Torosidis scende fin dentro l’area e tira su Bardi, che finora è il migliore in campo fra i labronici. La Roma parte più in pressing rispetto al prono tempo, vuole tenere il ritmo più alto. Il Livorno non si scuote, resta sullo stesso standard iniziale ma cede sotto la mannaia della rassegnazione. La squadra non c’è nemmeno sotto il profilo emotivo perché un po’ tutti appaiono rinunciatari. Nessuno prova a imbastire, a reagire. C’è rassegnazione e Perotti dovrà lavorare anche e soprattutto sul fronte psicologico nella speranza di ricomporre i cocci di un vaso che sta andando progressivamente in frantumi. Certo che toccherà alla società fare il resto, perché questa squadra ha bisogno di innesti freschi, di gente adatta alla Serie A se vuole provare a restarci. Così no, non è possibile andare avanti. E’ tutto inguardabile, è soltanto sofferenza pura come quella del gladiatore senza scudo e dilaniato dalle ferite contro un altro che infierisce senza pietà.
Al quarto d’ora Pjanic non segna perché Mbaye si sbilancia e, cadendo, gli devìa in angolo una colombella debole. Sull’azione successiva è Bardi a stendersi mandando in corner sempre su Pjanic. Il Livorno tenta di stare più alto, ma finisce con l’esporsi ai contropiede della squadra di Garcia. Finisce che bisogna ricorrere a falli sistematici per spezzare il gioco avversario, ma non se ne costruisce.

Si va avanti con l’assedio della legione romana a una tendopoli sbrindellata. Al 20’ esce Gervinho ed entra Florenzi  dopo che il Livorno aveva mandato sul fondo con Valentini un cross su punizione di Greco. L’inserimento di Borja non è serve finora a nulla, salvo che ad annotare il colombiano tra i presenti nel tabellino. Garcia toglie Pjanic e butta dentro un indiavolato Nainggolan: ora la Roma ritrova intensità dopo 6-8 minuti di lieve flessione.
Da questo momento vorremmo davvero raccontarvi tutta un’altra partita perché siamo sì sognatori, ma non inguaribili. Quindi, nostro malgrado, ci atteniamo alla fredda cronaca descrivendo un centrocampo amaranto che non accompagna l’azione né in fase di costruzione né in quella di contenimento (Perotti rimprovera Biagianti, ma non serve); per non parlare di un attacco mai servito (pazienza Paulinho, ma Borja…). Aver lasciato fuori Emerson e Luci, fora per averli freschi contro il Sassuolo nella prossima sfida, non è sembrata una gran decisione.
Alla mezz’ora esce Ceccherini e fa il suo ingresso Lambrughi, che si occupa di Destro, che poi però lascia il posto a Totti.
Al 33’ torna al gol Ljaljic. Servito da Nainggolan con un tocco spaventoso, l’ex viola insacca in corsa con un destro in diagonale. E’ il 3-0 della Roma, la bordata che fa colare definitivamente a picco il gozzo amaranto.
Esce Benassi, dentro Mosquera all’esordio in serie A. Un ragazzo per un altro ragazzo. Signori, il Livorno oggi è questo. Prepariamoci a un’altra settimana di tormentoni, di sofferenza, di proteste da parte dei tifosi giustamente delusi, amareggiat e infuriati, per non dire molto peggio.

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