LIVORNO-UDINESE 1-2

di Alessandro Antico

Livorno, 21 dicembre 2013 – Pochi giri di parole: per gli amaranto l'ultima partita dell'anno è da vincere. E invece arriva un'altra sconfitta.
“C'è un centenario da festeggiare, in serie A vogliamo restare”, è lo striscione che i tifosi espongono in Curva Nord: non è certo velata la richiesta al presidente Spinelli di rinforzare la squadra durante il mercato di gennaio. Ce n'è bisogno, perché al Picchi fa bottino pieno anche l'Udinese del 'sofferente' Guidolin, un'avversaria teoricamente alla portata ma alla lunga superiore in virtù dell'esperienza. Così il regalo... Di Natale (che non ha brillato) se lo fa la compagine friulana.

IL PRIMO TEMPO – Unica novità rilevante nella formazione di Nicola è l'inserimento di Lambrughi sull'out sinistro, mentre la coppia d'attacco è ancora Siligardi-Paulinho.

Le squadre si dicono subito 'buonasera' in cagnesco: ritmo veloce, schieramenti alti, scambi rapidi, chiusure aggressive. Dopo 6 minuti si vede una bella discesa (l'unica...) di Lambrughi che, imbeccato da Greco in diagonale, arriva sul fondo e mette in mezzo un traversone ribattuto dalla difesa friulana. Due minuti più tardi, stessa scena ma con Siligardi protagonista: il suo tiro finisce sul fondo.

Ma al 10' passa l'Udinese. Contropiede fulminante dei bianconeri: Nico Lopez brucia Emerson che ritarda clamorosamente un alleggerimento e, di fatto, gli concede l'assist: la saetta trasversale, rasoterra, è imparabile per Bardi. Proteste per un presunto fallo dell'attaccante friulano, ma l'arbitro Doveri (e soprattutto il quarto uomo) non ci sentono: non c'è fallo, il gol è valido. In ogni caso, c'è un'incertezza del centrale brasiliano.

Il Livorno reagisce. E' ferito, ma tira fuori gli artigli. Prima ci prova Greco, poi anche Paulinho, quindi Schiattarella (va giù in area, ma nulla di fatto). La partita è in salita, ma gli amaranto avanzano mantenendo la posizione nella metà campo ospite. Livorno alto, in pressing costante; Udinese in copertura e pronta a ripartire di rimessa.

Schiattarella sulla corsia destra è il motore della squadra di Nicola. Va avanti a testa bassa e semina zizzania nella retroguardia dell'Udinese, che è meno rapida ma compatta.

Dal 25' gli amaranto piantano definitivamente l'assedio. Vanno al tiro un po' tutti, poiché la formazione di Guidolin è in difficoltà nell'uno contro uno e nel mantenere la posizione. Biagianti si vede ribattere due volte la conclusione, poi c'è un tentativo di Luci, finito alto. Brkic fra i pali prende tutto ciò che buca la sua difesa.

Al 32', però, il portierone bianconero non può evitare il pareggio labronico. Siligardi addomestica il pallone con il sinistro, il 'suo piede': lo tocca, lo fa 'sparire' alla vista di Domizzi al limite dell'area e all'improvviso lo spara con il destro alle spalle di Brkic. Terzo gol in serie A per 'Sili', gol pesante perché riporta il Livorno in parità e in corsa.

L'Udinese pecca sulla fascia sinistra e nel recupero sui rimpalli, dove il Livorno invece ha la meglio e appare più tosto fisicamente. Il ritmo comunque è intenso da ambo le parti, con la squadra di Nicola più abile nella profondità anche e soprattutto grazie a Greco. Buona la circolazione di palla, buona l'intesa per le triangolazioni: sorprende e dispiace sapere il Livorno terzultimo in classifica pur vedendolo giocare così bene. Ma sarà un fuoco di paglia, perché nella ripresa vedremo ben altro andazzo.

Al 44' contropiede fantastico degli amaranto dopo una palla persa da uno spento Di Natale: Biagianti porta avanti la ripartenza, la sfera arriva sui piedi di Ceccherini che spara col destro e sfiora l'incrocio dei pali

Il primo tempo si chiude con una traversa clamorosa dell'Udinese. Su uno spiovente di Allan la palla piomba alta sulla porta amaranto (deviazione di Luci) dove Bardi la tocca quel tanto che basta per mandarla sul montante anziché dentro. Nessun altro giocatore bianconero è pronto ad agganciare e così l'opportunità per il vantaggio ospite sfuma.

IL SECONDO TEMPO – La musica cambia, eccome. Sono gli undici di Guidolin a riproporsi più attivi. Il tecnico nell'intervallo ha chiesto ai suoi di tenersi più alti e aggredire di più gli amaranto, che a loro volta comunque mantengono la posizione e la stessa impostazione del gioco: palla bassa e triangolazioni rapide.

Voglia di vincere e terrore di perdere si intrecciano da una parte e dall'altra. L'incontro non sottrae un secondo allo spettacolo, all'agonismo, alla tensione. Le due squadre ora attaccano più dal centro che sulle corsie esterne. Siligardi è bollato a vista da Domizzi, che ha un diavolo per capello per tenere a bada la 'freccia emiliana'.

Al 13' Valentini rileva Coda, che accusa dolori dopo un brutto colpo preso nel primo tempo. 

C'è 'vigilanza' più alta sia da una parte che dall'altra: una squadra aspetta che sia l'altra a scoprirsi, a esporsi, a lasciare spazio. E' però l'Udinese, in questa parte della ripresa, a tenere in mano il pallino del gioco: tutti i passaggi rasoterra però sono ben presidiati dal Livorno. Guidolin ha trovato la quadratura del cerchio: i padroni di casa sono neutralizzati, perdono efficacia, l'amaramto sbiadisce progressivamente e il bel trottare del primo tempo diventa un ricordo.

Al 20' torna in vantaggio l'Udinese. Calcio d'angolo, gli amaranto marcano a zona. Danilo non è marcato ed è libero di saltare; Bardi respinge ma Heurtaux è solo, si avventa sul pallone e butta dentro. Gelo sull'Ardenza, è tutto da rifare. O meglio, è l'inizio della fine.

D'altronde, il Livorno è in netta difficoltà rispetto al primo tempo. Cala, ha difficoltà a rientrare in partita, paga forse la spesa fisica dei primi 45 minuti. Non riesce a esprimersi allo stesso modo anche perché l'Udinese è più alta e più attenta a centrocampo, ha un atteggiamento più determinato. Greco viene tenuto più a distanza e non ce la fa a innescare i suoi suggerimenti. Di certo, comunque, tutto il complesso amaranto perde giri e determinazione, grinta e mordente. Il nervosismo fa tutto il resto: fioccano falli e ammonizioni, il gioco si spezza.

Al 24' Nicola dà la scossa, o almeno ci prova: mette dentro anche Emeghara e così sfodera il tridente, perché a uscire è Lambrughi. Si passa al 4-3-3, con Schiattarella che scende al fare il quarto a destra e che al 28' ferma Nico Lopez.

Un quarto d'ora alla fine: il Livorno soffre (crampi per Ceccherini, che viene sostituito da Mbaye) ma deve giocarsi il tutto per tutto. C'è qualcosa, però, che frena la squadra amaranto. Emeghara c'è ma non si vede. L'Udinese infittisce la maglia e non concede spazi, ma è la squadra di Nicola a non brillare più come nella parte iniziale della partita.

Nulla da fare: salta tutto, profondità non ce n'è, opportunità per le punte neanche. Manca fluidità nella circolazione del pallone, manca il guizzo. E soprattutto manca l'aggancio all'autobus del pareggio. Almeno quello. Chiusura senza i bòtti: speriamo nel mercato di gennaio, perché l'anno del ritorno in Serie A per gli amaranto si chiude davvero ma davvero male. Auguri a tutti, in ogni caso.

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