LIVORNO-JUVENTUS 0-2

di ALESSANDRO ANTICO

Livorno, 24 novembre 2013 – Il Livorno contro la Juventus, 'Davide contro Golia', i piccoli che devono lottare contro i grandi e contro le avversità. Il calcio sa essere metafora della vita, scriveva Umberto Saba, e questa partita ne contiene tutta l'essenza, perché le ventimila persone stipate dentro il vecchio 'Armando Picchi' gridano la loro speranza non solo per un'impresa della squadra di Nicola, ma anche e soprattutto per il piccolo Marco, il figlio del capitano amaranto Andrea Luci, colpito da una grave malattia genetica. C'è uno striscione lungo 60 metri dedicato a lui, sotto la Curva Nord: ''Insieme a te... capitano per la più grande delle battaglie. Sosteniamo la ricerca per la Fop”. Non si può non partire da questa notizia che, secondo noi, vale molto di più che una segnalazione in cronaca. 

La partita poi terminerà 2-0 per la Juventus, ma la commozione, l'importanza, il significato dell'abbraccio che il popolo amaranto regala a Luci pesa più di qualsiasi vittoria.

IL PRIMO TEMPO – Come annunciato, Livorno senza Paulinho squalificato e senza Biagianti infortunato. Centrale della difesa è Rinaudo, mentre Emerson è a centrocampo. La coppia d'attacco è Siligardi-Emeghara.
Juventus con difesa falcidiata dagli infortuni e ricostruita intorno a Vidal, schierato come centrale. In attacco ci sono Tevez e Llorente, l'ispiratore è Pirlo. Roba da paura, a queste latitudini.

I bianconeri spingono subito: possesso palla con i difensori, poi avanti. Quindi dalla parte opposta Rinaudo non si 'alza' molto, proprio per non esporre troppo la retroguardia amaranto. Su Tevez c'è Ceccherini e il duello è molto interessante. La Juve fa manovra, poi improvvisamente verticalizza: il Livorno, allineato e coperto, deve anticipare il più possibile i terminali offensivi dell'undici di Conte.

Gli amaranto devono mantenere la compattezza della linea mediana, dove Emerson è in cabina di regia e dove spesso arretrano anche Siligardi ed Emeghara quando avanza di più Pirlo. La partita è tatticissima: Juve manovriera, Livorno in 'navigazione a vista' ma molto molto basso. Difficile per gli amaranto innescare Greco sulla tre-quarti: Nicola chiede di provare un po' più di velocità nelle ripartenze e chiede anche a Schiattarella di attaccare Asamoah non solo quando si propone in avanti, ma fin dalla metà campo bianconera.

La prima occasione della partita arriva al 20' ed è della Juventus: dalla destra Padoin mette un buon cross al centro per Llorente che stacca di testa e manda la palla alta sulla traversa di Bardi.
Un minuto più tardi ci prova Greco su punizione, ma la conclusione termina sul fondo. Stessa sorte tocca a un tiro da fuori di Emeghara al 25'.

Mbaye marca a francobollo Pogba, che non trova molto spazio per gli inserimenti. Ma alla mezz'ora è proprio Pogba a sparare una legnata dalla distanza, centrale, con Bardi molto sicuro nella deviazione in corner.

La Juventus spinge, va in pressing nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo ispirata dal solito Pirlo che lancia tutti, batte corner, fa l'uomo dovunque. Si espone leggermente al contropiede amaranto che però con Emeghara non trova il tocco vincente e viene pescato in fuorigioco su un suggerimento di Luci. L'attaccante nigeriano-svizzero non è preciso, sbaglia: il pubblico in questa circostanza si lascia andare a qualche brusìo nei suoi confronti, ma Nicola si volta dalla panchina e urla “Aiutiamo! Aiutiamo!”.

Il tempo si chiude con la Juve in cattedra nel tentativo di scardinare la ragnatela labronica, che però tiene. Soffre, ovviamente, ma tiene testa al grande avversario e conferma in ogni caso la crescita alla quale avevamo già assistito nel corso della partita contro l'Inter. Si va al riposo sullo 0-0: per il Livorno fin qui è un risultato strepitoso.


IL SECONDO TEMPO – Parte con audacia il Livorno, che prova ad essere più intraprendente e a prendere qualche iniziativa in più. Nicola vuole che la squadra non sia sempre passiva, ma che si proponga in velocità nei rari spazi che la squadra di Conte concede.

Non c'è dubbio che debba toccare alla Juve fare la partita, ma in questo secondo tempo sono gli amaranto a farsi vedere di più e meglio. Tanto che nei primi dieci minuti la partita si accende con il Livorno che si affaccia pericoloso due volte al limite dell'area bianconera.
Siligardi fa una serpentina indiavolata, va via a quattro avversari poi serve Greco che perde l'equilibrio in girata e cade in area: l'arbitro Massa lo ammonisce per simulazione, ma il trequartista è caduto perché ha pserso l'equilibrio, non perché si è buttato cercando il rigore.
Subito dopo ancora una triangolazione Emeghara-Siligardi in velocità, ma la conclusione è ribattuta.

Emerson guida un contropiede fantastico ma anziché servire Emeghara a destra prova l'iniziativa personale dopo l'allungo e Vidal lo intercetta nel momento topico.
Le squadre si allungano. E' pericoloso, sia da una parte che dall'altra, ma lo spettacolo è tanto perché entrambe le formazioni adesso si affrontano con decisione e coraggio,m spingendosi in avanti a fasi alterne.

Conte chiede a Marchisio di inserirsi di più, Nicola invece pretende dai suoi di non rinunciare alle ripartenze. Lo sforzo fisico è enorme, ma fino a questo punto premia più gli amaranto che i bianconeri.

Al 17' però è Llorente a fare centro portando in vantaggio la Juve. Asamoah scende e crossa dalla destra tutto libero, ma ancor di più lo è il 'leone di Pamplona' che anticipa Ceccherini e insacca alle spalle di Bardi.
Proprio nel momento in cui il Livorno stava giocando anche meglio, con un paio di rapidi contropiede, arriva il tocco dello spagnolo che fino a questo momento in verità ha sbagliato davvero poco o nulla.

Il gol dà verve ai bianconeri, che non si sentono appagati. Il Livorno è un po' stordito, più che altro demoralizzato: andare sotto nel momento di maggior espressione fa sputare rabbia.
Nicola prova a rinfrescare l'attacco: toglie Emeghara e inserisce Borja, senza mutare quindi l'assetto tattico. Il problema però è la difesa, che fin qui ha pur tenuto bene: la maglia si allunga, la marcatura di Llorente si allenta. E infatti...

La Juve è in cattedra, ormai. Tevez riceve da Llorente, che è marcato e che tocca all'indietro per l'Apache che dal limite fa partire un rasoterra angolato imparabile per Bardi. Per i bianconeri è il 2-0.

Alla mezz'ora l'esito appare segnato. Conte toglie Tevez e mette Quagliarella, mentre Nicola fa riposare Mbaye per Piccini. Esce anche Llorente (migliore in campo) ed entra Vucinic. Poi usciranno Ceccherini (per Gemiti) e Asamoah (per Peluso).

Da questo momento si vede solo gran confusione. Coda anticpa Quagliarella e rischia l'autogol prendendo il palo. Il Livorno mantiene l'onore, il cuore, la caparbietà, ma l'esito dell'incontro è segnato. Un po' come a San Siro contro l'Inter: amaranto in partita per lunga parte (contro i nerazzurri perfino quando erano già sotto 1-0), poi puniti da due disattenzioni. Così accade anche oggi, contro una Juventus di certo superiore ma non impenetrabile, se per esempio quell'affondo di Emerson si fosse concluso con l'appoggio a Emeghara anziché nel tentativo personale. Forse, affidandosi al senno di poi, la presenza di Paulinho avrebbe dato più sicurezza in avanti. La partita si chiude con un bolide dalla distanza di Siligardi, con la palla che però finisce in Curva Nord.

Adesso c'è da pensare alla trasferta a Chievo, la prossima settimana. Mancherà Luci, che oggi ha rimediato un'ammonizione ed essendo in diffida salterà il Veneto. La gara più importante, però, il capitano amaranto la gioca su un altro campo, mentre esce raccogliendo gli applausi e l'abbraccio di tutto il 'Picchi'. "Restiamo uniti - dice Nicola -. Con lui e con il Livorno".

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