INTER-LIVORNO    2-0

di Alessandro Antico

Milano, 9 novembre 2013 – L'ultima serata di Massimo Moratti come azionista di maggioranza dell'Inter, prima del passaggio di consegne all'indonesiano Thohir, finisce con un 2-0 per i nerazzurri. Nessuna sorpresa, per carità: a Livorno si sapeva che a San Siro sarebbe stata dura, per usare un eufemismo. Ma la speranza, sempre ultima a morire, è rimasta accesa per quasi tutta la partita perché gli amaranto non hanno sfigurato. In ogni caso perdere fa sempre male. Anche nel nome di Armando Picchi, l'anima immensa che accomuna le due squadre.

IL PRIMO TEMPO - Nicola fa di necessità virtù per supplire alle assenze dettate da squalifiche e infortuni: dentro i 'baby nerazzurri' in prestito (subito Bardi, Duncan e Mbaye, nella ripresa anche Benassi), Gemiti sull'out sinistro, in difesa torna Valentini, attacco a due punte con Paulinho e Siligardi. “Non andremo a San Siro per visitare lo stadio”, aveva detto alla vigilia il tecnico amaranto: onore alle armi, l'impegno c'è stato.

La regola d'ingaggio iniziale è Mbaye a destra su Nagatomo, Gemiti a sinistra su Jonathan. Inter subito in pressione, Livorno serrato nella propria metà campo con l'intenzione di servire Paulinho nelle ripartenze. Energia a go-go, nerazzurri in cattedra, amaranto impegnati a contenere il più possibile e a chiudere gli spazi, soprattutto intorno a Palacio: il canovaccio è questo, tutto secondo previsioni.

Al quarto d'ora il Livorno si fa vivo in avanti. C'è un pallone filtrante dentro l'area ma è troppo 'lungo' per Paulinho che non arriva ad agganciarlo.

Al 17' Cambiasso ha un malore dopo un colpo preso sulla mascella a inizio partita: il capitano nerazzurro esce per qualche secondo, poi rientra. Situazione simile si era verificata all'11' con Schiattarella, che sembrava essersi fatto male a un ginocchio in un 'atterraggio', salvo poi rientrare intonso qualche secondo più tardi.

La partita è molto spezzettata, ci sono tante piccole interruzioni e ciò giova più al Livorno che all'Inter. Mazzarri chiede a Palacio di arretrare leggermente perché è troppo isolato là davanti e inchiodato nella morsa della difesa labronica.

Al 23' è ancora il Livorno che tenta di imbastire un contropiede micidiale con Siligardi che però nno riesce ad approfittare della superiorità numerica creatasi a centrocampo.

Due minuti più tardi la prima vera occasione per l'Inter, con Palacio che di testa stacca ma manda alto sulla traversa di Bardi.

Al 27' l'Inter va in vantaggio nel modo più incredibile: Bardi esce su un pallone calciato dal fondo da Jonathan, ma perde il controllo della sfera che gli scivola dalle mani, gli rotola addosso e si infila beffarda in rete. Brutto colpo davvero per il Livorno nel momento in cui riusciva a tenere botta. Una papera che proprio non ci voleva per il portierino Under 21, che trasforma in autorete un cross apparentemente innocuo. 

Lo svantaggio però non tronca le gambe e il morale al Livorno che, anzi,  resta in partita con grande dignità e non cambia atteggiamento. Gioca di rimessa, ha chiari limiti nelle rifiniture ma non si fa schiacciare. Al 38' c'è una bella inziaitiva di Mbaye che serve Luci, la cui conclusione termina al lato della porta di Handanovic.

Iall'ultimo minuto del primo tempo Bardi si riscatta stendendosi in tuffo su un tiro molto angolato di Alvarez riuscendo a deviarlo quanto basta per impedire il raddoppio della squadra di Mazzarri.

IL SECONDO TEMPO – Nicola ripresenta il Livorno con una variazione: fuori Duncan, dentro Benassi, un altro dei 'baby nerazzurri' in prestito agli amaranto. Duncan era stato amminito nei primi 45', quindi il mister ha valutato anche questo fattore per il cambio.

L'Inter riparte con decisione, ma il Livorno è in partita e non china la testa. Gemiti a sinistra prova a spingere, Schiattarella si apposta più accentrato (una specie di trequartista all'occorrenza) e dà il suo contributo, Benassi fa vedere qualche tocco elegante. Il ritmo amaranto è veloce: il pressing si fa più alto, il carattere di Nicola viene fuori e fa sudare sicuramente più del previsto la corazzata nerazzurra, che ha piedi di gran classe ma è meno rapida del previsto.

Al 53' Emerson ci prova su punizione dalla lunga distanza, ma la palla non prende il giro e finisce dritta fuori porta. Un minuto più tardi Luci serve Paulinho che anticipa Ranocchia ma non riesce a trovare l'angolazione giusta nel tocco.

Spinge il Livorno, si proietta oltre la metà campo con decisione, ci prova anche da fuori. L'Inter arretra, ricorre spesso alla linea a quattro in difesa, palesa qualche difficoltà sull'intraprendenza labronica che ha sì difficoltà a entrare in area, ma si distende e ribadisce un concetto: gioca un buon calcio.

Al 57' Mazzarri toglie Alvarez (ghiaccio pe lui sulla caviglia sinistra) e spedisce dentro Kovavic, che al primo affondo sbaglia tutto.

Dal 60' l'Inter stringe i denti e si fa un po' più intraprendente.
Nicola cambia: leva Siligardi e inserisce Emeghara, più fresco.  E proprio un istante dopo il cambio è Valentini a rendersi protagonista con un salvataggio a terra d'istinto su Palacio sbucato come un avvoltoio al centro dell'area.

Le squadre si affrontano a viso aperto, i rovesciamenti di fronte sono repentini e si susseguono con alternanza. Il Livorno mostra di avere ancora fiato, ma palesa difficoltà nei servizi alle punte.
Nell'ultimo quarto di partita il Livorno si lancia. Schiattarella (grandissimo movimento il suo) guadagna una punizione al limite che Emerson però alza troppo e non concretizza.

Mazzarri modifica ancora l'assetto: via Guarìn, stasera poco lucido, dentro Belfodil che dà più possibilità a Palacio di liberarsi.

Al 72' Paulinho tocca la palla volontariamente con il braccio e si becca l'ammonizione: essendo in diffida, salterà la prossima sfida contro la Juventus al 'Picchi'.

Il Livorno fa circolare bene la palla. Gemiti mette un cross da sinistra ma Paulinho la 'pizzica' male e manda fuori, con Handanovic battuto.

Le squadre si allungano, le coperture si fanno più faticose da una parte e dall'altra. Ma il Livorno non è schiacciato, sa vendere cara la pelle, non mostra timori reverenziali. Di sicuro, rispetto alle partite contro le altre due 'big' affrontate finora (Roma e Napoli) gli amaranto dimostrano di essere cresciuti.

All'80' San Siro esplode in una standing-ovation: 195 giorni dopo l'infortunio torna in campo Javier Zanetti. L'Highlander' nerazzurro, il 'Monumento', strappa applausi a tutti, anche ad alcuni giocatori amaranto che lo salutano così al suo ingresso: sono 896 partite con la maglia dell'Inter per lui.

Il Livorno ha dato tutto, ma cerca di sfruttare gli ultimi spazi, gli ultimi scorci di tempo. Ci crede ancora e non arretra. Resta lì sulla posizione, come il fante in trincea. Schiattarella si butta su tutti i palloni, anche in copertura.

Ultimi tre minuti: fuori Gemiti, dentro Borja, si va al 3-4-3. La generosità è tanta, tutta la squadra amaranto si porta avanti. Ma non c'è più tempo: l'assalto dei ragazzi di Nicola non produce l'effetto sperato, con l'ultimo cross di Valentini che si perde nel vuoto.

Nagatomo, però, all'ultimo secondo infligge il colpo di grazia. Zanetti fa un passaggio che solo i campioni come lui possono inventare. La palla arriva a Nagatomo che brucia la difesa sbilanciata e spara alle spalle di Bradi. E' il gol del 2-0 con il quale l'Inter chiude la partita e incassa tre punti preziosi nella serata di congedo di Moratti e del ritorno di 'Highlander'.

Peccato davvero per il Livorno. Peccato per quell'autogol di Bardi, anche se un 'infortunio' dettato peraltro dall'inesperienza, dalla gioventù, può capitare. Il Livorno non avrebbe rubato nulla se fosse tornato dal 'Meazza' con un punto. Di fronte a questa Inter gli amaranto hanno dimostrato carattere e hanno messo in mostra buoni spunti. La via verso la salvezza è ardua, certo, ma di fronte non ci saranno soltanto le big...

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