BOLOGNA-LIVORNO  1-0

di Alessandro Antico

Bologna, 27 ottobre 2013 – Guai fallire, si era detto alla vigilia. Guai fallire per il Livorno, reduce dalle tre sconfitte consecutive con Verona, Napoli e Samp; guai fallire per il Bologna, ultimo in classifica con 3 punti. Non un passo indietro, ora non si scherza più. Ma per gli amaranto questa trasferta si conclude male: al 'Dall'Ara' arriva la quarta battuta d'arresto consecutiva. Immeritata forse per quanto si è visto nel secondo tempo, ma inesorabile ai fini di una classifica che inchioda i labronici a 8 punti. Per il Bologna è un ritorno al successo dopo 168 giorni; per il Livorno, invece, la vittoria nel capoluogo emiliano continua a mancare dal 1942.

IL PRIMO TEMPO – Nicola (di cui al termine della partita il presidente Spinelli dirà che "non è in discussione")stavolta non fa esperimenti particolari. E' una sfida-salvezza e non bisogna allontanarsi dalla via maestra. E' infortunato Greco, ma torna Biagianti nel quadrato di centrocampo con capitan Luci e Duncan. A sinistra c'è Mbaye, a destra Schiattarella. Difesa a tre con Emerson centrale, Coda e Ceccherini ai lati. In attacco si parte con la coppia Emeghara-Paulinho, quindi Siligardi inizia dalla panchina. Nel Bologna Pioli dà fiducia alla stessa formazione che domenica scorsa ha affrontato il Sassuolo e punta tutto su Diamanti, il 'grande ex' amaranto, l'uomo sul quale oggi sono puntati tutti i riflettori. 'Alino' ha la fascia di capitano dedicata a Piermario Morosini.

Parte bene il Livorno che addirittura al primo minuto sfiora il vantaggio con un colpo di testa di Paulinho che manda alto sulla traversa da ottima posizione. Sarebbe stato un gran gol, con uno stacco in elevazione davvero notevole. Ma la mira è sbagliata: roba da mangiarsi le mani, da pentirsi amaramente.

E infatti così è, perché già al terzo minuto il Bologna passa. Lo fa nel modo peggiore che possa esserci per gli amaranto, con Crespo padrone di sbucare al centro dell'area piccola senza che Ceccherini, pur in vantaggio nella marcatura, riesca ad anticiparlo. Sul cross da sinistra di Cech, Crespo è lesto a bruciare la difesa labronica. La palla, che piomba in un mucchio selvaggio, schizza via da un pasticcio fra lo stesso Ceccherini ed Emerson e si insacca alle spalle di Bardi. Una carambola fortunata per il Bologna, ma pari alla disattenzione del Livorno, visto che Cech ha potuto crossare indisturbato e nel cuore della difesa amaranto si è cotto un bell'arrosto.

Un minuto più tardi Curci si supera deviando sopra la traversa un bolide su punizione di Emerson che prova a riscattarsi subito ma senzan fortuna.

La partita per la squadra di Nicola è in salita. Maledetto l'errore di Paulinho all'avvio: gli amaranto, colpiti a freddo, sono storditi, contratti, non riescono a stendersi. Il Bologna non è trascendentale, ma chiude gli spazi e Diamanti ispira lanci interessanti. Il Livorno prova a imbastire le ripartenze, ma l'assenza di Greco pesa da morire perché manca l'uomo giusto che inneschi le punte. Emeghara viene richiamato da Tagliavento per una caduta ritenuta simulata, ma lo grazia senza sventolargli il cartellino.

Verso il ventesimo minuto il ritmo si fa più statico: il Bologna cerca già di addormentare il gioco, mette come può la museruola a Paulinho ed Emeghara che, però, non hanno chi li rifornisce, quindi non è che gli uomini di Pioli debbano svenarsi.

Il Livorno manovra bene fino al limite, ma non entra in area, non sfonda. E' estemporaneo, corre, fa buon possesso palla, a tratti è anche bellino a vedersi, ma fa fatica a imporsi contro un Bologna non brillante. Sul piano del gioco, infatti, gli amaranto si esprimono un po' meglio, ma non raccolgono frutti.

Al 32' ecco una buona occasione, anch'essa sfumata: c'è una punizione dalla tre quarti  da posizione defilata, Ceccherini ci si butta di piatto ma Curci respinge. Sulla ribattuta viene fischiato il fuorigioco a Mbaye, quindi l'eventuale gol non sarebbe stato valido. Il Bologna risponde con Laxalt con un gran tiro dal limite dell'area.

Nel primo tempo non succede altro, non c'è recupero e si va al riposo con il Bologna in vantaggio dal terzo minuto. Ci vuole una scossa per rimettere  in carreggiata gli amaranto. Che sia l'ora di Siligardi?

IL SECONDO TEMPO – E così è. Nicola lascia negli spogliatoi Emeghara e inserisce il 'Sili'. Più decisione, più mobilità, o almeno così spera il tecnico amaranto. Pioli risponde mandando dentro Morleo al posto di Cech, che ha un risentimento muscolare.

L'inserimento di Siligardi _ che è un ex _ dà verve al Livorno che si presenta davanti a Curci un paio di volte nei primi due minuti. Luci tira dal limite (al solito però, siamo fuori area) e Curci blocca in due tempi; poi Paulinho, sempre dal limite, manda la palla fuori di un soffio. Su un rovesciamento di fronte il Livorno si fa trovare scoperto, ma l'incursione di Kone non produce effetti.

Nicola cambia ancora: toglie Duncan e inserisce Piccini, mentre dalla parte opposta entra Garics per Crespo. Piccini sta largo a destra e spinge con decisione e carattere, mentre Schiattarella passa a fare l'interno sinistro

Il copione tuttavia non cambia di molto: il Livorno prova a fare più gioco, alza un po' il ritmo, ma il Bologna chiude, stringe la morsa anche in modo non sopraffino ma quanto basta per contenere e ripartire. Gli amaranto però insistono, sono sicuramente più briosi rispetto al primo tempo, sciorinano qualche buono schema ma non riescono a pungere. Si spera nel guizzo, nell'invenzione magari di Siligardi, l'unico che sembra in grado di saper entrare in area palla al piede. Qualcuno, come Schiattarella, prova addirittura il colpo scenico a sorpresa: Curci è fuori dai pali e il laterale destro labronico azzarda un pallonetto da centrocampo che finisce alto di un soffio.

Il Livorno guadagna svariate punizioni. Cresce. Al 18' una bordata di Siligardi da 25 metri termina alta sulla traversa.

Al 25' è Bardi a mettersi in luce, parando un colpo di testa fortissimo di Diamanti che svetta in area di rigore. Senza giri di parole, il portierino sventa il 2-0.

A partire dalla mezz'ora il Livorno si fa più arrembante, alza il ritmo, preme. Biagianti dà il suo contributo non limitandosi soltanto alla mediana, Siligardi dà grande mobilità e il Bologna appare un po' sulle gambe. Anche Piccini fa vedere qualcosa di buono e si rende protagonista di incursioni sulla fascia destra.
Al 31' Siligardi si libera dal limite e fa partire un destro dei suoi che termina a lato davvero di poco.

Tanta generosità, qualche buona idea, accellerazioni, ma il Livorno non trova la via del gol. Schiaccia il Bologna nella sua metà campo, non dà tregua ed è tambureggiante, però la retroguardia rossoblù in un modo o in un altro riesce sempre a salvarsi. Pioli mette dentro Perez al posto di Laxalt per coprirsi di più.

Mancano dieci minuti e Nicola prova il tutto per tutto: dentro Borja e fuori Mbaye. E' un Livorno tutto a trazione anteriore, con al forza della disperazione.

Al 43' è Paulinho su punizione a tentare la via della rete. La conclusione è tesa dalla lunga distanza, la palla non trova la rete e si perde sopra la traversa.

Così come si perde questo Livorno, che nel pomeriggio del 'Dall'Ara' incassa la quarta sconfitta consecutiva e resta fermo a 8 punti. Un poker negativo che brucia e che comincia a far paura non tanto per la classifica attuale, ma la palese difficoltà di andare a segno e di essere più pericoloso all'interno dell'area di rigore. La squadra butta via un tempo e dà tutto nel secondo, ma non basta. Non può bastare trasformarsi in 45 minuti soltanto. Prendere un gol dopo tre minuti e non riuscire a recuperare è preoccupante.

C'è tempo per rifarsi, per risalire la china, per rimettersi in carreggiata. Ma ora ci vuole la svolta, il colpo di reni, la reazione. E che sia vera, perché la parola 'crisi' è brutta brutta ma comincia inevitabilmente a circolare. E mercoledì sera al 'Picchi' arriva il Toro di Ventura e Cerci.

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