LIVORNO-SAMPDORIA 1-2

di ALESSANDRO ANTICO

Livorno, 20 ottobre 2013 - Al 'Picchi' di Livorno c'è la Sampdoria di Rossi che, ancora a tre punti e reduce dal pareggio interno con il Torino, ha bisogno di metter su mattoni in ottica salvezza. Ma anche il Livorno di Nicola è a caccia di punti preziosi fra le mura amiche _ appena riverniciate dai tifosi _ dopo le due sconfitte consecutive  a Verona e a Napoli. Finirà male per gli amaranto, con un'altra brutta, beffarda, dolorosa battuta d'arresto per 2-1.

In curva c'è uno striscione, questa volta riferito alla vicenda della piccola Sofia, la bambina affetta da una grave malattia degenerativa diventata il simbolo della lotta di molte famiglie per l'accesso alle cure compassionevoli secondo il metodo Stamina: ''Sofia e gli altri bambini non hanno alternative, le cure compassionevoli sono un diritto'', è scritto sullo striscione esposto dai tifosi in Curva Nord. Ce n'è anche un altro non meno importante: “Piombino non deve chiudere”.
E' in questo contesto che si gioca.


IL PRIMO TEMPO – Sotto gli occhi dello 'spettatore speciale' Cesare Prandelli, che si siede accanto al presidente amaranto Aldo Spinelli, Nicola imposta il suo 3-4-1-2 con una novità assoluta, vale a dire l'esordio di Benassi dal primo minuto (Biagianti non è ancora al cento per cento, ma è comunque in panchina), con Duncan spostato sulla fascia sinistra ed Emerson che torna al centro della difesa. La coppia d'attacco è ancora una volta Paulinho-Emeghara, supportata da Greco. Rossi risponde mettendo Bjarnason dietro alle punte Gabbiadini ed Eder.

Il Livorno parte secondo lo schema consueto: l'azione ha origine da dietro, impostata da Emerson, in genere a cercare Schiattarella, toccato duro un paio di volte da Krsticic già nei primi quattro minuti. La Samp replica con lanci in profondità verso Gabbiadini, sicuramente più veloce di Eder.
Il gioco è veloce ma con molti errori nelle rifiniture sia da una parte che dall'altra.

E al 19' è proprio uno di questi sbagli che costa caro al Livorno. Un disimpegno maldestro innesca De Silvestri che ruba il tempo a Duncan, il quale è in ritardo e lo atterra provocando il rigore con cui Eder porta in vantaggio la Samp.

Doccia fredda sotto la 'Nord' per gli amaranto sul primo vero affondo blucerchiato. La partita si incattivisce un po' con qualche intervento da gioco pericoloso (al 28' Coda verrà ammonito per un fallo su Eder).
Al 22' Greco fa partire un lancio stupendo su punizione, Paulinho stacca di testa ma non trova la porta.
Il Livorno recupera qualche metro, si fa più intraprendente ma non riesce a 'bucare' con efficacia nonostante il grande movimento di Schiattarella sulla destra.
Al 31' Benassi si trova la palla sotto il piede appena dentro l'area, su un passaggio al termine di un fraseggio Duncan-Greco, ma il tiro del giovane centrocampista è debole e così Da Costa blocca con sicurezza.
La Samp rischia qualcosa ma è sorniona e riflette la mentalità del suo tecnico: contiene, fa diga nel mezzo e punta sulle ripartenze.

Il Livorno comunque spinge e lo fa soprattutto a sinistra, dove Greco e Duncan scambiano bene le posizioni e costringono De Silvestri ad abbassarsi lasciando spazio.
Poco dopo la mezz'ora ci sono due emozioni consecutive. La prima è una staffilata di Greco da 35 metri che Da Costa riesce a sfiorare con la punta delle dita mandando la palla a stempiarsi sulla traversa: una botta tremenda, una cannonata.
Sull'azione successiva Paulinho va giù appena dentro l'area doriana ma Celi ritiene che si tratti di simulazione e così ammonisce il brasiliano.
Al 36' gran cosa di Emeghara a destra, palla rimessa in rasoterra nel mezzo, arriva Paulinho che però fallisce il tap-in a porta ormai vuota.
L'assalto amaranto non produce il pareggio sperato (sarebbe stato meritato) e si va al riposo senza recupero con la Sampdoria in vantaggio.

IL SECONDO TEMPO – La prima modifica è il look di Nicola: nell'intervallo il mister si toglie l'abito elegante e torna alla tuta, indumento da battaglia e scaramantico.

Il Livorno si ripropone nello stesso modo con cui aveva chiuso i primi 45 minuti, sposando la vocazione offensiva come del resto il risultato impone. Benassi è elegante, ha un bel piede, ma è ancora un po' leggerino. Però si fa vedere e il giudizio è positivo.
Sono rapidi i cambi di fascia: gli amaranto spaziano con generosità e disinvoltura da destra a sinistra, cercano gli affondi alzando notevolmente ritmo e pressione. Fanno la partita, vanno in pressione sui portatori di palla avversari, gestiscono costantemente l'iniziativa e costringono la Samp con le spalle al muro.

E' un monologo labronico. Greco fa il direttore d'orchestra, si porta a giro la retroguardia blucerchiata e cerca di innescare Emeghara (mobilissimo come sempre ma non preciso) e Paulinho.
La squadra si sbilancia un po' in avanti e al 12' poco ci manca che la Samp non raddoppi: su un contropiede, Krsticic serve Eder che solo davanti a Bardi spedisce sul fondo.

Al 18' Nicola affila i coltelli: toglie Benassi e inserisce Siligardi per allargare la linea difensiva avversaria nella speranza di trovare più varchi.  Cinque minuti più tardi è Piccini a sostituire Schiattarella, che ha speso tantissimo.
Il Livorno è a trazione anteriore, Delio Rossi replica togliendo Eder ma inserendo il più fresco Pozzi.
A questo punto è come giocare a scacchi, ma si dà fondo alle ultime risorse fisiche disponibili. Gli amaranto devono spingere, devono trovare il modo di scavalcare la linea dei difensori, che ora è a quattro con De Silvestri che si abbassa.
La stanchezza si fa sentire, la lucidità va progressivamente scemando, il Livorno fa fatica a ripartire. Emeghara corre come un dannato, si becca anche un giallo per simulazione e così Nicola lo sostituisce con il colombiano Miguel Borja, altro esordiente nella partita di oggi: è l'ultima mossa a disposizione del mister amaranto. Le due squadre si allungano, rischiano entrambe sulle ripartenze, ma devono dare fino all'ultima goccia di sudore. Ceccherini ha i crampi, ma non ci sono più cambi disponibili.

Il cuore è una gran cosa e... mai dire mai. Al 47' Siligardi segna il suo primo gol in Serie A che vale il pareggio per gli amaranto: una bordata delle sue, un tiro dal limite dell'area che piega le mani a Da Costa e manda il pallone a gonfiare la rete alle sue spalle, sotto la Curva Nord che esplode nel giustificato delirio.

Ma la gioia dura poco perché all'ultimo minuto di recupero Regini viene atterrato in area da Luci e così la Samp guadagna il secondo calcio di rigore della giornata: dal dischetto va Pozzi, Bardi tocca ma la palla finisce dentro. Per la Samp è il gol che sancisce il 2-1 a l Picchi, è il gol della vittoria. Incredibile. Viene da mordersi le mani, da prendersi a ceffoni da soli.

Per il Livorno è una botta che sa di incubo, una staffilata in una domenica maledetta. Sull'Ardenza si materializza la terza sconfitta consecutiva. Con tanta, tantissima amarezza. Perdere così fa davvero male. Nessun dramma, il campionato è lungo e c'è la consapevolezza di quanto sia difficile. Ma tre ko consecutivi sono tanti. Bisogna uscire dall'angolo, rialzarsi e darsi una scossa. Alla svelta.


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