NAPOLI-LIVORNO 4-0

di Alessandro Antico

Napoli, 6 ottobre 2013 - “Sbarazzini e spavaldi”, aveva detto Davide Nicola al momento della partenza per Napoli. Ma in pochi si sarebbero aspettati che nello schieramento iniziale del suo Livorno vi sarebbero stati sia Paulinho che Emeghara. Due attaccanti e tanto coraggio. Sì, nella tana della corazzata partenopea _ pur priva di Higuain, Zuniga, Maggio e Albiol _ gli amaranto si presentano con la sfrontatezza di chi vuole giocarsi tutto fino in fondo, senza timori reverenziali e men che meno paura dei giganti. Alla fine vince il Napoli che intona quattro tarantelle. Ma il Livorno, nonostante il passivo, non è certo da buttare.

IL PRIMO TEMPO - Il consolidato 3-5-2 del Livorno ha comunque un'altra novità, a parte le due punte: Greco fa l'esterno sinistro. Al centro della difesa c'è Rinaudo, mentre Emerson scala al posto di Biagianti come registra basso.
L'emozione c'è, logico che sia così. Ceccherini sbaglia un retropassaggio e causa il primo corner della partita dopo 30 secondi, ma la situazione è sbrogliata da una perfetta uscita di Bardi.

E' il Napoli a fare la partita, naturalmente. E al 3' passa in vantaggio. Mertens si rende protagonista di una cavalcata impressionate dalla sua metà campo, brucia tutti con una ripartenza spaventosa, taglia in due il centrocampo amaranto e serve Pandev sull'esterno sinistro dell'area; il macedone fa partire una bordata un diagonale e Bardi è trafitto imparabilmente.

Un'azione fulminea, quella del Napoli. Grande tecnica e grande capacità di incrociare gli scambi: il Livorno è colpito a freddo, stordito, come se morso da un serpente che attacca e si ritrae rapidamente.
Con il trascorrere dei minuti, però, gli amaranto acquistano sicurezza e provano a tenere alta la testa. Schiattarella ed Emeghara approfittano di una mezza dormita della difesa napoletana ma incespicano e non riescono a concludere a rete, complice anche il recupero in extremis di Mesto. Sul rovesciamento di fronte Pandev si mangia l'occasione del raddoppio sparando alto da due passi.

Il giro-palla della formazione di Nicola non è male, poi bisogna tener presente che davanti c'è una delle pretendenti allo scudetto. Semmai Mbaye dovrebbe tentare di spingere di più sulla fascia sinistra e ogni tanto qualche disattenzione di troppo nel mezzo andrebbe evitata in fase di marcatura. Paulinho ed Emeghara si completano bene, provano ad andare in via in qualche circostanza ma vengono chiusi dai recuperi azzurri e talvolta si sovrappongono. Si fa vedere Schiattarella a destra con qualche spunto, ma è chiaro che la superiorità del Napoli in termini qualitativi si fa sentire. Il Livorno va bene fino alla tre-quarti, poi non riesce a risolvere.

Poi al 25', proprio quando il Livorno sembrava riuscire a controllare un pochino meglio la situazione, il Napoli raddoppia. Inler riceve da circa trenta metri un suggerimento di Martens (ancora lui) e fa partire una saetta violentissima che sorprende Bardi, forse in ritardo nella posizione e al quale si piegano i pugni nell'intervento.

Orgoglio e dignità comunque non mancano al Livorno, che è sotto, non trova sbocchi in avanti nonostante il grande movimento, ma continua a lottare. La squadra dovrebbe essere un po' più compatta: i centrocampisti sono un po' distanti dalla coppia d'attacco quando scatta l'azione offensiva. Al 33' Luci ci prova da distanza siderale sparando una cannonata che termina sul fondo.

Il ritmo degli amaranto non cala, anzi: la squadra mantiene costante il suo moto.
Al 41' Emeghara ha l'occasione della giornata, della settimana, del mese, dell'anno, fate voi: imbeccato da un gran cross di Duncan spiovente dalla sinistra, il nigeriano-svizzero scocca un tiro al volo di sinistro che centra in pieno il palo, lo fa tremare e finisce fuori. Sarebbe stato davvero un gol strepitoso, fantastico e senz'altro meritato per l'attaccante del Livorno.

La differenza in campo c'è, è evidente. Ma fatte le debite proporzioni possiamo dire che c'è anche il Livorno, tenendo conto che sono altre le squadre contro cui gli amaranto devono lottare nella corsa verso la salvezza.

IL SECONDO TEMPO - Si riparte con un bello spunto di Emeghara che parte dalla destra, si accentra e infine si vede deviare il tiro in corner. Ma è un fuoco di paglia. Dopo 6' Nicola toglie Greco e inserisce Piccini, che per natura è esterno destro. Il Livorno passa al 3-4-3, in cui Schiattarella va a destra del tridente.

Al 54' però il Napoli affonda la terza coltellata. La difesa amaranto cincischia, non controlla il suggerimento a Callejon che adagia un rasoterra alle spalle di Bardi.

Resta poco da dire, per la verità, tranne un indiscutibile impegno comunque da parte del Livorno che con grande generosità prova a pungere come può. Paulinho prosegue a fare movimento, ma è raddoppiato e talvolta addirittura 'triplicato' dalla retroguardia partenopea.

Al di là del risultato, infatti, la squadra di Nicola conferma ancora una volta di avere una buona impostazione di base e una buona intesa nel giro-palla. Quando si trovano difese così consolidate, però, è logico che una formazione come quella amaranto finisca per avere difficoltà a concludere.

Verso il 20' entra Siligardi al posto di Luci. Arretra Schiattarella e 'Sili' va a comporre il tridente.
Al 21' Bardi si riscatta deviando in angolo una punizione diabolica di Mertens.

Due minuti più tardi Emeghara esce ed entra Belingheri. Nicola si dà agli esperimenti, ma a questo punto della partita è anche giusto così.

Il Livorno ci prova lo stesso, ha caparbietà: Paulinho corre, non molla, insegue tutti i palloni ed esorta i compagni a fare altrettanto. L'ingresso di Siligardi accentua il carattere offensivo della squadra che non rinuncia a far girare la palla, a costruire, a vendere cara la pelle. Il giovane Piccini è una buona alternativa a destra, 'Sili' sta riacquistando piano piano il vero ritmo-partita.

Ma al 37' il Napoli sornione rimette in moto una delle sue ripartenze e fulmina per la quarta volta Bardi che ha pure il merito di ribattere la conclusione ravvicinata di Insigne. Hamsik però è appostato a due passi e di piatto sinistro sbatte dentro il pallone del poker azzurro.

C'è ancora tempo per un tentativo di Paulinho, su punizione diretta dal limite: il tiro è forte, teso, ma Reina è bene appostato e blocca.

Archiviamo qui. Ora c'è la sosta, poi al 'Picchi' arriverà la Sampdoria. E speriamo che sia tutta un'altra musica: con la tarantella, a questo giro, abbiamo già dato.

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