VERONA-LIVORNO 1-1

di Alessandro Antico    @AnticoLaNazione

Verona, 29 settembre 201 - Niente da fare per il Livorno che con il Verona deve sempre soffrire e stavolta esce sconfitto di misura con un rigore che scatena polemiche, sancito dall'arbitro veneto Tommasi.

Livorno con un bel po' di novità. Siligardi dall'inizio accanto a Paulinho, Emerson a centrocampo con Luci, in difesa Rinaudo centrale, sulla sinistra Lambrughi. Partono dalla panchina quindi Emeghseara, Duncan e Mbaye. Fuori Biagianti e avermi ti per infortunio.
Verona con il consueto 4-3-3. Mandorlini mette Iturbe alle spalle di Gomez e Toni. E' uno scontro interessante fra due matricole che sono partite con il piede giusto.

E' il Verona padrone di casa a condurre l'iniziativa cercando Toni e i suoi stacchi di testa. Il Livorno attende e cerca di sfruttare le ripartenza. Lascia che il Verona faccia la partita, ma aspetta sornione il momento giusto per incunearsi nella retroguardia scaligera.

Il Verona tiene alto il suo ritmo, sfrutta soprattutto i cursori di fascia e si mostra aggressivo. Gli uomini di Nicola però si fanno trovare pronti in tutti i settori nevralgici, anche se se soffrono un po' nella prima parte della gara. Comunque non arretrano e anzi, tenendo in avanti Siligardi e Paulinho si lasciano aperta l'opzione del contropiede.

Al 25' la prima occasione amaranto è firmata da Paulinho, che da fuori area calcia di destro con potenza ma spedisce di poco a lato dall'incrocio dei pali. Sarebbe stato davvero un gran gol, giusto premio per un affondo molto bello. Nonostante si veda di più il Verona nella fase di manovra, il Livorno sa riderei pericoloso e lo fa ancora due minuti più tardi sempre con Paulinho, ma Rafael è pronto alla presa. Alla mezz'ora ci prova anche Luci che spara di destro dalla distanza e costringe Rafael alla deviazione in corner.

Il Livorno sembra aver preso le misure al Verona. Dopo aver sofferto la sfuriata iniziale dei padroni e casa, gli amaranto prendono coraggio e incalzano il ritmo, mostrandosi efficaci nella tattica che più preferisce Nicola: le ripartenze. Centrocampo e difesa scaligeri sono molto fisici e patiscono la velocità dei labronici. Al 38' ancora Paulinho vicino al gol del vantaggio, ma Rafael si supera con una parata eccezionale.

A cinque minuti dal riposo il Verona si rifà vivo e passa in vantaggio. C'è un calcio di punizione che Iturbe si guadagna con una progressione fermata in modo irregolare ai trenta metri da una tenaglia di Coda e Ceccherini. E' lo stesso Iturbe ad andare al tiro trafiggendo Bardi di sinistro con quella che di fatto è la prima vera conclusione in porta del Verona.

Il vantaggio scaligero arriva nel momento in cui il Livorno stava crescendo e dando di più, con occasioni da gol fallite di un soffio e grazie alla bravura del portiere gialloblù.
L'entusiasmo trascina il Verona verso il possibile gol del 2-0, ma Gomez si vede parare il tiro da Bardi.

Ma il Livorno non molla, non molla mai. Il carattere di Nicola si traduce nella perseveranza della squadra. E a una manciata di secondi dal riposo il Livorno conquista il pareggio, obiettivamente meritato per quanto aveva fatto vedere, con un colpo di testa di Rinaudo che stacca di testa su corner calciato da Emerson. La palla spiove in area, lPaulinho fa il solito grande movimento e spiazza tutta la difesa veneta, consentendo l'inserimento del compagno di squadra che svetta e butta dentro.
Per il difensore è un gol importantissimo perché arriva nella giornata in cui di fatto rientra in campo dal primo minuto come titolare dopo una lunghissima assenza per infortunio. E poi perché consente al Livorno di andare ala riposo sull'1-1.

Il secondo tempo riparte con brio da entrambe le parti. Il Verona spinge e si fa intraprendente subito, ma il Livorno ribatte, si affida a Schiattarella e si tiene su. Nei primi dieci minuti il tutto produce un'occasione per parte, con Mandorlini che è costretto a togliere Halfredsson, già ammonito nel primo tempo, per evitargli il secondo giallo dopo un intervento su Schiattarella. La 'grazia' dell'arbitro Tommasi suscita le proteste più che lecite dei livornesi, ma si continua a giocare.

Nicola dá più verve al suo centrocampo inserendo Duncan al posto di un Emerson che ha dato davvero molto. Il ghanese dovrebbe garantire più presenza e più prestanza nella zona mediana, dove il Verona con l'ingresso di Donati è un po' più fresco.

Verso il 20' c'è il secondo cambio, perché il mister amaranto capisce che gli scaligeri sono un po' sulle gambe nelle retrovie e così toglie Siligardi (anche per non spremerlo troppo al primo vero rientro) e mette dentro il folletto Emeghara.

La partita procede su guizzi da una parte all'altra. Le due squadre si affrontano a viso aperto, senza troppi tatticismi: è un incontro piacevole, sia il Verona che il Livorno mostrano un gioco niente male e non sembrano accontentarsi. I gialloblù spingono con più decisione, Donati dà il suo contributo e aiuta i suoi nei capovolgimenti di fronte.

Il Livorno soffre e al 72' va sotto su calcio di rigore. Toni va giù in area su interventi di Schiattarella e l'arbitro veneto Tommasi di Bassano del Grappa non esita ad assegnare il penalty fra le proteste degli amaranto. Il fallo da rigore è molto dubbio, ma tant'è. Dal dischetto va Jorghino che trasforma ed è 2-1 per il Verona. Fioccano le proteste dei labronici e l'arbitro ammonisce sia Schiattarella che Rinaudo. La rabbia è tanta e grande: gli amaranto ritengono che il fallo non fosse da rigore e recriminano anche sul fatto che in precedenza Halfredsson non sia stato sanzionato con il secondo giallo, quindi espulso.

C'è tensione, c'è amarezza. Nicola toglie Greco e mette Belingheri senza cambiare assetto. Il Livorno ha un quarto d'ora per recuperare, la reazione è d'orgoglio, a testa bassa, ma è difficile mantenere la lucidità in queste condizioni.
Emeghara prova l'azione personale ma non riesce a scavalcare in modo decisivo Rafael e l'azione sfuma. Tanta volontà, tanta rabbia, ma l'incisività non è quella migliore e il Verona si chiude, senza brillare particolarmente ma quanto basta per gestire il vantaggio fino al triplice fischio.

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