Una sofferenza. Una sofferenza scontata e preventivata. Ma premiata, alla fine. Premiata perché il Livorno, pur avendo subíto molto nel finale ed essendosi salvato grazie a un Bardi ancora una volta strepitoso, avrebbe pagato ingiustamente un'eventuale sconfitta. Si sapeva che il Genoa avrebbe fatto la partita: doveva farla ad ogni costo perché giocava in casa e chiedeva a se stesso di dar continuità' alla vittoria nel derby della settimana scorsa. Quindi il Livorno era ben consapevole dei rischi che avrebbe dovuto affrontare questa sera e che sarebbe stato difficile salvarsi da Calaio' e Gilardino.

Invece Nicola ha strappato dal 'suo' Marassi un pareggio che vale davvero tanto oro quanto pesa. Lo ha fatto senza rinunciare alla sfida, perché un paio di bune occasioni per tempo il Livorno le ha create e perché, soprattutto, ha saputo mettere la sua squadra nelle condizioni di non essere schiacciata da un Genoa altisonante ma vivo e pungete solo nell'ultimo quarto d'ora della partita. Troppo poco poco per Liverani, molto bene invece per Nicola.

Il Livorno ha giocato con il carattere, ha superato una prova di maturità importante perché il Genoa era un ostacolo vero, di quelli che, a nostro avviso, vista la consistenza, gli amaranto potrebbero trovarsi fra i piedi nella lotta per la salvezza.

L'aver perso Biagianti nel primo tempo ha complicato la vita a centrocampo, ma non l'ha resa impossibile perché Duncan è una garanzia. L'esperienza di Coda, la bravura di Bardi e anche un pizzico di fortuna hanno salvato il risultato nel finale. L'ingresso di un Siligardi ormai recuperato ha fatto ulteriormente bene al morale. Ecco, una sconfitta sarebbe stata una punizione troppo severa. Questo pareggio, invece, rafforza il morale e l'autostima del gruppo amaranto. Sette punti dopo quattro giornate sono un bilancio che lascia ben sperare per una matricola che ha dimostrato di saper stare in campo a testa alta. 

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