LIVORNO-CATANIA 2-0

di Alessandro Antico

Livorno, 15 settembre 2013 - La prima sorpresa che i livornesi trovano arrivando allo stadio sono i nastri bianchi e rossi nel viale Nazario Sauro per impedire il parcheggio dei motorini nelle aiuole spartitraffico. E' un bel motivo di accesa discussione domenicale, prima di entrare in un 'Picchi' che dall'esterno pare ogni volta sempre più fatiscente.
Ma la seconda sorpresa, quella che si materializza poco prima delle 17, vale molto, molto di più: un 2-0 di grinta e di tenacia, di freddezza e di classe. Doppietta di Paulinho (tre gol in tre partite per lui), strepitoso Bardi in porta, rientro di Siligardi dopo il lungo infiortunio, vittoria di un gruppo che funziona.

GLI SCHIERAMENTI - Nicola gioca la carta del giovane Mbaye sulla corsia sinistra rinunciando a Gemiti e all'esperimento-Duncan. In difesa c'è l'esperienza di Coda nella difesa a tre con Emerson e Ceccherini. Biagianti, ex di turno, è l'uomo-cardine su cui il tecnico amaranto conta molto anche a livello psicologico perché conosce molto bene vizi e virtù degli etnei. Davanti c'è la coppia Paulinho-Emeghara, con Greco subito a ridosso. In panchina si rivede Siligardi. Maran vuole cancellare lo zero in classifica del suo Catania 'argentino' e punta tutto sul 4-3-3 con Bergessio, Castro e il rientrante Barrientos a far da frombolieri. Plasil è in campo dall'inizio, mentre il pisano Guarente parte dalla panchina.


IL PRIMO TEMPO - Dopo un minuto è subito il Catania 'argentino' a far paura. Plasil lancia dalla destra un diagonale rasoterra sul filo del fuorigioco e Spolli sbuca senza agganciare: bruciata la difesa amaranto in questa circostanza.
Dopo 3 minuti c'è il primo cartellino giallo della partita: lo becca Emerson che, in ritardo, falcia Bergessio lanciato a sinistra.
E' il Catania a fare gioco, Maran lo aveva detto: deve gestire l'iniziativa puntando sulla velocità. Il tasso tecnico degli etnei è notevole, ma i labronici sanno chiudere  e provano a ripartire. Dopo 5 minuti infatti anche il Livorno fa vedere una bella progressione: è Paulinho a spedire di poco alto, dopo un bell'affondo rapido dalla sinistra.
Al 7' Alvarez ci prova da 30 metri: Bardi devìa in corner con volo plastico.

Al quarto d'ora il bilancio della costruzione del gioco pende leggermente a favore del Catania, che spinge soprattutto sulla sinistra e attua bene le sovrapposizioni. Il Livorno è guardingo, però non rinuncia a sfruttare qualche spazio che si crea quando i siciliani sono più sbilanciati. Al 15' Greco spara una bordata da fuori che termina sopra la traversa e un paio di minuti più tardi la stessa sorte tocca a un'altra sua bordata su punizione del limite.
Il Livorno fa quadrato ma sa tenersi alto perché lascia sempre Emeghara in avanti e Paulinho a ridosso, con Greco pronto a lanciare. Manca la verticalizzazione, perché comunque il Catania stringe la museruola intorno al trio amaranto. Nkn  pochi anche gli errori in appoggio e non poche le palle perse. E manca anche qualche spunto dalla destra, con Schiattarella che non fa tanto da propulsore perché è chiamato anche a coprire. Allora il Livorno ci prova da sinistra, sempre con Paulinho, che al 25' viene fermato in modo irregolare da Alvarez al quale l'arbitro Gervasoni sventola il cartellino giallo. Al 27' è Mbaye a inserirsi di testa su uno spiovente dalla destra, ma la zuccata del senegalese si impenna anziché schiacciarsi.

Alla mezz'ora la situazione non cambia. Il ritmo è rapido, ma le squadre si affidano a una gestione piuttosto estemporanea e alternata del gioco. Spolli ricorre alle maniere forti per fermare Emeghara e viene ammonito. Poi al 34' Bergessio si trova il pallone sul sinistro e, lasciato solo, spara sul fondo per fortuna di un Livorno rimasto troppo a guardare in questa occasione. Si va avanti a sprazzi, con molta contrazione e talvolta con interventi scomposti, per quanto non dettati dalla cattiveria ma piuttosto dal nervosismo: è così che al 38' Schiattarella rimedia il giallo per fallo su Castro.
Al 43' il Livorno ha una grande occasione. Esce a vuoto Andujar ed Emeghara per poco non lo trafigge. Sulla papera del portiere etneo, l'attaccante è lì in agguato ma è sbilanciato e la palla non varca la linea di porta perché respinta da Spolli e dal palo.

IL SECONDO TEMPO - Si riparte con gli stessi effettivi. E dopo 2' anche Greco finisce nella lista dei 'cattivi' per un fallo su Castro in corsa a centrocampo. Il ritmo è sempre veloce, il Catania si propone un po' più propulsivo e il Livorno imposta tutto sulle ripartenze, senza timori reverenziali.
Al 9', sugli sviluppi di una punizione dal limite, Paulinho si fionda sulla ribattuta del suo stesso tiro e si vede deviare la conclusione finale in angolo. Ha carattere, il Livorno: conscio dell'esperienza del Catania, l'undici amaranto si tiene su, è più presente a centrocampo e accetta il confronto anche sul piano fisico. Bellusci dà perfino un doppio schiaffo a Paulinho, ma nessun membro della direzione di gara rileva. Mah...
Al 15' il Catania si fa vivo. Su un tiro da fuori di Plasil deviato da Bergessio, il portierino si tuffa ed effettua un intervento davvero miracoloso: la traiettoria della palla, spizzata casualmente dall'attaccante, era diabolica, micidiale. Bardi dà un colpo di reni sensazionale e salva la porta.

Dopo questo brivido corso al quarto d'ora il Livorno comunque non perde coraggio. E al 21' arriva il premio con il gol del vantaggio. C'è un'incursione sulla destra di Schiattarella che piazza un assist rasoterra al centro dell'area, dove Paulinho è prontissimo e lestissimo a fiondarsi sul pallone buttandolo alle spalle di Andujar con un felino tocco di destro. Grande triangolazione partita da Greco, grandissimo servizio di 'Schiatta' dall'out, superlativa la prontezza e la fredda di Paulinho nell'insaccare.

Maran corre ai ripari (anche se per la verità il cambio era già pronto un istante prima del vantaggio amaranto): toglie Tachtsidis e inserisce Leto, dando così al suo Catania un assetto spaventosamente offensivo. Ci sono ancora 20 minuti più recupero da giocare, da trepidare, da soffrire. Ma il Livorno non cambia l'abito e, anzi, al 24 ripropone la stessa azione del gol che però si interrompe sul lancio di Emeghara, questa volta. Ammonito Paulinho per un tocco di mano.

E il brasiliano si fa perdonare alla grande quando al 28' raddoppia. Il Livorno è velocissimo. Emeghara è un diavolo e si butta sul pallone bruciando l'uscita di Andujar. Ne scaturisce un assist per Paulinho, che aspetta un attimo di trovarsi lo specchio della porta vuoto là davanti e spara dentro il tiro che vale il 2 a 0.

Il colpo si fa sentire su un Catania manovratore (anche troppo) ma certo non impeccabile in difesa, che è lenta e in ritardo sui movimenti di Emeghara indiavolato e di Paulinho sempre più killer. I due attaccanti si liberano a vicenda e si trasformano in aculei micidiali nei fianchi avversari.
Alla mezz'ora grande paura per Emerson che in un contrasto di fa male ed esce con il Livorno che resta provvisoriamente in dieci. Su un battri e ribatti disperato, è Bardi a salvare ancora il risultato impedendo il gol a Bergessio con un tuffo esageratamente bello.

Emerson recupera e resta in gioco: Nicola toglie Mbaye e inserisce Rinaudo, che ritrova la Serie A dopo un anno e 4 mesi dall'infortunio. Maran scompiglia le carte: leva Castro e mette dentro Maxi Lopez.
Da questo momento può succedere di tutto. I giocatori, gli allenatori e il pubblico amaranto lo sanno bene. Si gioca immersi nelle emozioni forti, nei brividi. Al 34' c'è un assist di Leto, con rovesciata di Bergessio e palla sulla parte alta della traversa.
Emerson preferisce non rischiare oltre e chiede il cambio: lascia il posto a Valentini e ora i difensori del Livorno in campo salgono a quattro. Cambia poco, però, perché Valentini viene piazzato nel centro-sinistra di una difesa che in realtà rimane a tre.
Il Catania si sbilancia, si butta in avanti a testa bassa e il Livorno stringe i denti. Il copione del resto appare scontato, visto che gli etnei devono rimontare due gol. Ma gli amaranto non rinunciano alle ripartenze e non si chiudono a catenaccio, lasciando sempre Paulinho ed Emeghara in avanti.

Il Livorno vuole il trionfo dei grandi vincitori e continua a mordere. Il recupero sarà di 6 minuti fra sostituzioni e infortuni, ma il risultato conquistato fino a questo momento dà carica e cuore a sufficienza per non mollare un istante giammai, come canta l'inno amaranto intonato da tutto lo stadio.

C'è gloria anche per Siligardi, che torna a giocare al minuto 47 di questa incredibile partita, dopo l'infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per tanti mesi. Ovazione per lui al suo ingresso, standing ovation anche per Emeghara che gli lascia spazio.

Il Catania si lancia nell'ultimo assalto. La punizione di Bergessio finisce alta sulla traversa, tra i fischi. Ma poi è ancora solo Livorno. Tutto Livorno, trasformato in un secondo tempo nel quale ha mostrato più lucidità, più determinazione e, soprattutto, infallibile precisione sotto porta nelle due occasioni che ha saputo costruire. Cattiveria, generosità e cuore: questo è il Livorno di Nicola. Finisce 2-0, la temibile pratica Catania è archiviata con una grande prestazione del gruppo. "Né Mourinho, né Guardiola, solo Davide Nicola"...

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