Livorno, 30 luglio 2010 - "Non abbonarti, no alla Tessera". Così recitava lo striscione con il quale gli ultrà della curva nord si sono presentati al lancio della campagna abbonamenti del Livorno. Che quest’anno tirasse una cattiva aria lo si era già capito dai molti cartelli di dissenzo che ultimamente sono 'apparsi' in tutta la città e infatti la protesta si è concretizzata con un’irruzione di massa nella sala stampa dello stadio. Le lamentele sono frutto del fatto che, da quest’anno, chiunque voglia fare l’abbonamento o andare in trasferta nei settori ospiti, dovrà sottoscrivere anche la tessera del tifoso, che a Livoro si chiamerà 'Triglia Card'. Gli ultrà hanno sonoramente espresso il proprio no alla tessera che, a dir loro, "non è una fidelity card, come si vuole far credere. La vera fedeltà alla squadra, infatti, non si dimostra con una carta legata ad una banca tramite il circuito Mastercard, chi tiene davvero al Livorno lo ha seguito in tutte le trasferte da sempre".


Altro motivo di protesta in tutto il mondo delle curve, non solo quella labronica, è che la tessera ha un chip che 'scheda' il tesserato e lo segue ovunque esso si sposti. Un’alternativa utile che la società amaranto avrebbe dovuto fare, a detta dei tifosi, era quella di abbassare i prezzi dei biglietti, troppo elevati per la serie B, perché "così è stato incentivato il tesseramento alla Triglia Card". A rispondere alla protesta sono stati Gardini, Casali e Sighieri affermando che questa era l’unica maniera possibile per essere conformi alle altre 126 società di calcio che hanno accettato la decisione del ministro Maroni. "Il Livorno — conclude il dg Gardini — ha sempre cercato di andare incontro ai tifosi. Infatti offrirà la possibilità a chi vuole abbonarsi, di ricevere la tessera in omaggio (altrimenti il suo costo è di 12 euro, ndr) e sta studiando la maniera per agevolare i possessori della Card con convenzioni con altri enti e associazioni come Trenitalia e Autogrill".
 

Opinioni discordanti anche tra i club: Umberto Sansoni, presidente del 'Porto', è d’accordo con la protesta degli ultrà perché «questa è la maniera per far rimanere a casa le persone e specialmente i giovani che vogliono andare in trasferta". Una voce fuori dal coro viene da Giorgio Alberigi, presidente del 'Villaggio': "Non mi dà noia, quando si preleva al bancomat o si rilasciano i segnali col cellulare si è schedati e ‘controllati’ ugualmente! Sono 30 anni che seguo il Livorno e continuerò a farlo, anche con la tessera".