Settimana corta a scuola, il patròn del Vertigo: “Ragazzi agli arresti domiciliari”

Marco Conte boccia la proposta della Provincia di non fare lezione il sabato

Marco Conte

Marco Conte

Livorno, 3 mrzo 2015 - Settimana corta e rientri pomeridiani stanno scatenando un acceso dibattito sui social forum e nella società civile, mentre la «politica» sembra intenzionata a tacere. Almeno per ora. Marco Conte, attore e regista, parla addirittura di «arresti domiciliari» per i ragazzi delle superiori. «Apprendo con stupore della proposta di instaurare la settimana corta nei licei, con due rientri pomeridiani a settimana – spiega Conte –. Questa proposta dovrebbe far risparmiare costi in termini di personale e riscaldamento, ma mi permetto di esprimere dei forti dubbi sul risultato di questo risparmio. La cosa grave, anzi gravissima, è che in nome di questo risparmio di fatto si condannano dei giovani agli ‘arresti domiciliari’. Si parla tanto di promuovere le attività sportive e culturali per i giovani, cercando di distoglierli da tentazioni e dall’ozio culturale e fisico e poi si impedisce loro di iscriversi in una società sportiva, in una palestra, scuola di danza o di teatro e musicale! Due giorni a scuola di pomeriggio abbattono in modo esponenziale le possibilità di intraprendere altre attività. Il disagio che ne deriva è un danno ancora peggiore se solo ci fermiamo a riflettere sull’impatto psicologico che potrebbe abbattersi sui i ragazzi. In nome del dio denaro si commettono degli sbagli che poi in definitiva peggiorano le condizioni economiche di una città che offre per questi giovani fior di attività sportive e culturali, con operatori di indubbia qualità».

«La cosa – aggiunge Conte – potrebbe essere valida se le strutture scolastiche offrissero possibilità di coltivare una passione sportiva o culturale, ma sappiamo bene in che condizioni versano le scuola italiane e livornesi in particolare. Credo che questa sia follia assoluta: in nome di un ipotetico risparmio si affossano dei giovani le cui reazioni a quest’età non sono prevedibili. Mi auguro che la questione sia oggetto di una più attenta valutazione e che possa essere dibattuta in maniera democratica e non come al solito con una imposizione dall’alto». Sempre dal mondo dello spettacolo, e oltretutto docente chiamato in causa dalla decisione della Provincia, si leva forte la voce di Lamberto Giannini, pronto anche a gesti eclatanti. «Una decisione fuori dal mondo – spiega Giannini, professore di storia e filosofia al Liceo Enriques – che economicamente non risolve niente: l’Iti ha già chiesto la deroga, Nautico e altri due istituti fanno già la settimana corta, per cui si tratterebbe di intervenire su due o tre scuole. Vuoi risparmiare sul riscaldamento? Bene, basterebbe spengere i termosifoni quando fuori ci sono 28 gradi, con gli alunni costretti a fare una siuski (tipico tuffo labronico, ndr) per refrigerarsi... La cosa grave è che la scelta spetta al collegio dei docenti, mentre Provincia e presidi hanno scavalcato gli insegnanti: per questo – conclude Giannini – sono pronto a incatenarmi! Una società che non trova i soldi per la scuola è destinata al fallimento».

Igor Vanni