Alzabandiera e lapide sul Romito dove fu assassinato Marco Mandolini

Commilitoni da tutta Italia per l’omaggio al parà ucciso 20 anni fa

SCOGLIERA DI MORTE La cerimonia di sugli scogli del Romito dove il corpo del maresciallo paracadutista Marco Mandolini fu trovato barbaramente ucciso;  nelle foto i militari con il fratello Francesco  (FotoNovi)

SCOGLIERA DI MORTE La cerimonia di sugli scogli del Romito dove il corpo del maresciallo paracadutista Marco Mandolini fu trovato barbaramente ucciso; nelle foto i militari con il fratello Francesco (FotoNovi)

Livorno, 17 maggio 2015 - ONORE ai ragazzi della Folgore e onore al maresciallo Marco Mandolini, incursore del Col Moschin, capo scorta del generale Bruno Loi nella mitica missione in Somalia, paracadutista esperto e militare di grande valore. Ieri mattina alla caserma Paolo Vannucci la cerimonia dell’alza bandiera è stata anche per Marco Mandolini, barbaramente ucciso sulla scogliera del Romito il 13 giugno di venti anni fa. Un omicidio ancora senza un colpevole. Ieri, a distanza di 20 anni, il fratello Francesco e altri amici e colleghi di Marco hanno preso parte all’alza bandiera e poi sono andati tutti sulla scogliera del Romito a deporre una lapide in memoria di Marco Mandolini, una lapide che è nasce dalla generosità di un gruppo di amici del maresciallo che ha voluta donarla alla famiglia. Una cerimonia intima, commovente, ma anche nel rigore che contraddistingue. Un evento importante . «La Folgore è stata la famiglia di Marco ed è la nostra famiglia- spiega Francesco Mandolini- i rapporti non sono mai stati logorati. La cerimonia di stamani ( ieri per il lettore ndr) è stata bella. È stato come sentirsi a casa. Mi permetto di fare un appello: qualcuno può essere a conoscenza di notizie importanti sull’autore del delitto. Chi sa parli, si liberi la coscienza di un peso insostenibile». Sono arrivati da Brescia, Mantova, Genova e da altre parti di Italia: amici, colleghi alcuni ancora in servizio di Marco Mandolini « Fare una lapide per Marco è stato un gesto - racconta Francesco Mandolini- grande. Sublime di grande affetto. È la prova che esistono ancora valori forti. Mi ha fatto pensare che nell’uomo esiste ancora qualcosa di vero. E’ una lapide semplice che è testimonianza di valori forti. Grazie, grazie di cuore a tutti». Sulle rocce del Romito dove Marco Mandolini è stato massacrato ieri c’era solo la voglia di ricordarlo e di rivolgergli un pensiro speciale: l’amore della famiglia ed il grande affetto degli amici nella speranza che chi ha ucciso il maresciallo dalle doti eccezionali venga smascherato.

Maria Nudi