"Senza incontro a Roma blocchiamo gli impianti"

Raffineria Eni, sindacati sul piede di guerra. "Avevano promesso di riconvocare un tavolo al Mise entro un mese, ma tutto tace" di Irene Carlotta Cicora

Gli operai della raffineria in corteo

Gli operai della raffineria in corteo

Livorno, 21 novembre 2014 - Uno stallo inaccettabile per i lavoratori della raffineria Eni che dal 23 ottobre, giorno del primo incontro a Roma al Ministero dello sviluppo economico, sono ancora in attesa di «buone nuove». Proprio in quell’occasione si era tenuto il vertice alla presenza di Regione, Provincia, Comuni di Livorno e Collesalvetti, dei sindacati nazionali e di raffineria oltre ad alcuni rappresentanti di Eni. Nel mirino c’erano situazione e prospettive della raffineria alla luce del piano Eni di dismissione del comparto raffinazione in Italia. L’incontro col viceministro De Vincenti confermò il ruolo strategico dello stabilimento labronico e la necessità di mantenerlo come sito produttivo; non necessariamente con l’attuale proprietà. «Eni ha confermato la crisi strutturale della raffinazione – dicono le rsu aziendali – ammettendo l’intenzione di verificare l’interesse di soggetti terzi all’acquisizione della raffineria. Il tavolo ministeriale, come convenuto con De Vincenti, avrebbe dovuto essere riconvocato entro un mese dal 23 ottobre per consentire a Eni di presentare una relazione sulle criticità della raffineria livornese e sui piani strategici che necessitano per recuperare economicità e stabilità. In mancanza di una data di convocazione del tavolo al Mise entro il 24 novembre – proseguono i sindaati – sarà ripristinato lo stato di agitazione sull’area turnisti impianti con il blocco delle prestazioni in orario straordinario».  Questo dal 25 novembre, martedì, che non a caso è la data dello sciopero generale proclamato dalle sigle dei sindacati confederati. «Tempo scaduto, ancora nessuna data da parte di Eni e del Mise sul tavolo a Roma. Eni sta prendendo tempo e in raffineria non arrivano notizie sullo stato della vendita. I lavoratori – secondo le voci raccolte nel parlamentino di fabbrica – sono stanchi, così è all’orizzonte il ripristino del blocco degli straordinari dei turni, che si va a sommare a quello dei lavoratori giornalieri mai sospeso. Questo porterà al blocco degli impianti in 5 o 7 giorni per motivi di coperture delle turnazioni. Nella giornata di lunedì, termine ultimo per la convocazione del tavolo ministeriale, si terrà un’assemblea dei lavoratori Eni e dell’indotto per pianificare le azioni per lo sciopero di 8 ore il martedì 25 novembre. Ci saranno i picchetti ai cancelli e la manifestazione in città. Naturalmente verranno decise eventuali e ulteriori forme di protesta se la mancanza del tavolo persisterà». Dopo l’incontro fra direzione di raffineria e sigle aziendali del sito produttivo – Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec – è stata decisa l’organizzazione in concomitanza dello sciopero generale proclamato per il 25 novembre dalle segreterie territoriali, naturalmente garantendo sicurezza delle persone, tutela dell’ambiente e dell’integrità degli impianti. «La riunione del 25 ottobre a Roma è stata dipinta come una vittoria – scrivono alcuni lavoratori – ma non è affatto così. Adesso il tempo è scaduto, senza che nessuno abbia detto o fatto niente. Stiamo facendo la fine dei nostri amici e colleghi della Trw. Il sito industriale sta morendo, è alla fine, facendo perdere a Livorno e al suo territorio 1000 posti di lavoro con tutte le ricadute negative per l’intera città».