Porto turistico al Mediceo, il sindaco dice "no"

Ma l'Autorità Portuale è pronta a dare la concessione

Il porto Mediceo di Livorno

Il porto Mediceo di Livorno

Livorno, 25 febbraio 2016 - E finalmente, dopo dieci anni, Alleluia, habemus Papam. Ovvero, sul marina del porto mediceo ci sono posizioni chiare, chiaramente espresse. Sapete quali? L’Autorità portuale, per bocca del segretario generale Massimo Provinciali dice che intende applicare gli accordi a suo tempo sottoscritti anche a Roma, e sta per portare al comitato portuale l’ok alla concessione alla società Porto Mediceo per fare il programmato «marina». Il Comune, per bocca del sindaco Filippo Nogarin, dice che il Mediceo appartiene alla città, non può essere privatizzato con un «marina», e quindi è contrario e farà di tutto per contestare la concessione. Punto. 

Va dato atto alla commissione comunale, chiamata a chiarire i programmi sul Mediceo e sulla portualità, di aver costretto – o se vogliamo essere più blandi, aiutato – sia l’Authority che il Comune a tagliare il nodo gordiano. Da ieri le ambiguità non ci sono più. E nell’anteprima degli interventi di Provinciali e Nogarin anche gli esponenti di alcuni dei circoli del Mediceo hanno avuto modo di ribadire che si sentono, sotto quasi tutti gli aspetti, espropriati.

Tanto che lo Yacht Club Livorno ha annunciato l’ennesimo ricorso, anche contro il Tar che nei giorni scorsi gli ha negato il «niet» al porto turistico di Benetti, porgendo però allo stesso tempo il ramoscello d’ulivo della disponibilità a cercare una strada non di scontro ma di confronto. Un ennesimo tavolo di concertazione, che nessuno ha respinto- né Provinciali, né il sindaco, né il presidente della terza commissione, né i pochi consiglieri (solo 7) in sala, ma sul cui esito è legittimo avere perplessità. Visto che il lungo, faticoso, quasi infinito iter per la concessione è finito e sarà il comitato portuale a decidere – quasi certamente per il si – sulla concessione. 

Un comitato che – ha ricordato Provinciali – è bene si svolga prima della riforma portuale, perchè nella sua attuale accezione vi è rappresentata la città con molte delle sue componenti, mentre a riforma avvenuta sarà solo di pochi membri assai poco legati alla realtà urbana. Sempre Provinciali, che è una vecchia volpe anche in fatto di dialettica, ha toccato ad arte l’argomento (ricordando anche tutti gli impegni della sua Authority e di Gallanti per aprire il porto alla gente).Perchè il sindaco Nogarin ha svolto un lungo e articolato intervento – forzando uno stato febbricitante che non ci sembra però abbia menomato nè la sua vis polemica, nè la sua passione politica – proprio sui diritti e doveri della città verso il porto. E sulla scarsa rappresentanza che il porto – ovvero l’attuale legislazione nazionale – riconosce al Comune sulle aree di competenza dell’Authority.  Il leit motiv del sindaco Nogarin è stato: il porto è della città, il mediceo è due volte della città perchè ne è l’espressione storica e culturale più antica, dunque è la città che deve decidere sulle sue scelte. In termini più brutalmente chiari: in comitato portuale il sindaco conta solo 1 voto su 24, «dunque non riconosco al comitato il diritto di scegliere su un pezzo di cuore della città».

Era andato anche oltre Nogarin, visto che si doveva parlare anche di porto in generale: sui bacini di carenaggio, sui ro/ro. Stoppato con durezza dal consigliere del Pd Marco Martelli che l’ha richiamato al mediceo. E a non maramaldeggiare sui danni fatti dal Pd nel passato. Insomma, è finita in politica. Come quasi sempre